Il Presidente del Veneto parla riguardo alla decisione della Cassazione in materia di detenzione per piccolo spaccio
Venezia – “Non sono abituato a discutere le sentenze, ma di fronte alla scarcerazione di migliaia di detenuti credo che un civile e pacato confronto su una materia così delicata sia necessario”.
“Premesso che spacciare droga è comunque un reato – aggiunge Zaia – non occorre essere dei fondamentalisti per comprendere che quanto accadrà per effetto della decisione della Cassazione non riguarda gente beccata con una canna o uno spinello. Per andare in galera in questo Paese, infatti, non bisogna aver commesso un solo reato per piccolo spaccio, come lo definisce la Cassazione, bensì avere alle spalle o un reato ben più grave o una sommatoria di piccoli spacci che rendono il soggetto più che recidivo”.
“Trovo quindi farisaico che si continui a parlare di messa in libertà di detenuti per un piccolo reato – incalza Zaia. Per entrare e restare in carcere non dico che bisogna essere delinquenti incalliti, ma sicuramente avere sulla fedina penale ben di più di una singola e piccola macchia, quindi la sommatoria di più anni di condanna”.
“Credo – conclude Zaia – che dobbiamo uscire dal luogo comune e dire a chiare lettere alla società che chiede ordine e sicurezza che si stanno liberando dei delinquenti che minano la nostra gioventù e la convivenza civile”.