NordEst

Rabbia, Vaccinazioni estese al Triveneto

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L’emergenza in Trentino – Le vaccinazioni interesseranno in particolare le zone di confine. In particolare: la val di Fassa e la val di Fiemme, il Primiero e la Valsugana. Oltre ad un husky a Lozzo e a due volpi di Longarone e Forno di Zoldo rinvenute il 17 e 18 novembre, la settimana scorsa si sono aggiunte altre tre volpi, trovate a Domegge, Valle di Cadore e Pieve di Cadore. Ma per quest’ultimo caso la questione è diversa e forse ancora più allarmante: come hanno spiegato i tecnici veneti del servizio caccia, questa volpe era stata rinvenuta ancora il 23 ottobre, il che significa che la rabbia sta circolando nel Bellunese da oltre un mese.

L’allarme rabbia in Veneto –
In Veneto l’attività di vaccinazione si svolgerà su due livelli: silvestre e domestico. Il primo riguarderà soltanto la provincia di Belluno: si tratterà di spargere, via elicottero, le esche vaccinali destinate a 150 mila volpi. Per quanto riguarda i cani, la vaccinazione sarà obbligatoria per i 30mila del Bellunese e per i 200 mila delle altre province interessate.

La Regione Veneto conferma, la ricomparsa del virus mortale. Deciso inoltre il blocco della caccia nelle aree a rischio sulla Pedemontana. Saranno 230.000 i cani nelle province di Belluno, Treviso, Vicenza e Venezia che dovranno sottporsi alla vaccinazione obbligatoria entro il prossimo 28 febbraio. E’ invece solo consigliata per gatti e furetti, oltre 300.000 esche per la vaccinazione orale dei predatori selvatici, serbatoio dell’infezione con blocco della caccia nella zona della Pedemontana.

Il provvedimento è stato firmato dai referenti della Sanità della Regione Veneto. Rimane invece ancora da stabilire l’entità della “tariffa agevolata” che sarà applicata dalle Ulss locali per il servizio pubblico di vaccinazione, già si stima un costo di oltre 600.000 euro per la profilassi della sola rabbia silvestre.

La situazione in Friuli –
Si tratta di misure molto rigide, ma necessarie per sconfiggere il virus mortale che aveva interessato il Friuli Venezia Giulia a metà ottobre 2008. Oggi la malattia si sta diffondendo a macchia d’olio nei territori dell’area orientale italiana. Anche in Slovenia la vaccinazione orale dei selvatici è in corso.

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