NordEst

Primiero abbraccia Giampaolo Corona al suo sesto ottomila

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Il sesto ottomila per il primierotto – Il forte alpinista di Mezzano nel Primiero cala gli assi. Dopo il Gasherbrum 2 dello scorso anno, ora conta sei ottomila al suo attivo, grazie alla vetta del Dhaulagiri, 8.167 metri, conquistata nei giorni scorsi con grandi fatica assieme a Mario Panzeri che ha completato la salita di ben 14 ottomila.

Corona sul Dhaulagiri – L’impresa di Corona, dopo una salita lunga diciassette ore e una dura lotta contro i gelidi venti del Dhaulagiri. Con questa cima, Panzeri ha completato la collezione dei 14 ottomila senza ossigeno.

Panzeri e compagni erano partiti dal campo 3 all’una di notte, anzichè alle 21 come programmato, perchè fuori soffiavano raffiche gelide di vento. Poi, durante la salita, hanno fatto una sosta a circa 7.500 metri, sul traverso, sempre per colpa del vento. Lì molti hanno rinunciato, ma Panzeri, Corona e gli altri hanno voluto proseguire. In vetta sono arrivati soltanto ora, alle 14 ora italiana, le 18 in Nepal.

La notizia che Panzeri era arrivato in cima circolava già da qualche ora. A darla era stato Marco Confortola, che si trova al campo base del Dhaulagiri. L’alpinista valtellinese che ha rinunciato a tentare la cima per il freddo ai piedi, aveva sentito parlare di vetta al suo arrivo al campo base. In realtà, Mario Panzeri stava ancora salendo, insieme con Giampaolo Corona e altri 3 alpinisti: Dawa e due cechi.

La spedizione del 1976 – Una vetta doppiamente importante visto che proprio il 4 maggio 1976, le ‘Aquile’ di San Martino, Giampaolo Zortea e Silvio Simoni, piantavano sulla vetta del Dhaulagiri avvolta nella bufera, a 8167 metri, le loro piccozze con i gagliardetti italiano, nepalese e naturalmente delle ‘Aquile’. Quello delle guide del Primiero e San Martino era il primo ottomila conquistato da una spedizione di alpinisti trentini e in ordine di tempo, il terzo ottomila italiano.

La spedizione al Dhaulagiri nacque e fu organizzata in tempi strettissimi. Fu un incontro fra Francesco Santon in possesso di un permesso per l’inviolata cresta sud ovest, e Renzo Debertolis, allora capo delle guide di San Martino, a gettare le basi della spedizione al Dhaulagiri. Ai primi di dicembre del 1975 la Guide alpine di San Martino risposero affermativamente e quindi iniziò una febbrile preparazione. Il 23 febbraio 1976 la spedizione partiva da Milano per Kathmandu ed era così composta: Renzo Debertolis capospedizione, Francesco Santon vice, gli alpinisti Sergio Martini e Luigi Henry, il medico Achille Poluzzi, le ‘Aquile’ Camillo De Paoli, Gian Paolo De Paoli, Luciano Gadenz, Gianpietro Scalet, Silvio Simoni, Giampaolo Zortea, Edoardo Zagonel.

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