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Marchio Unesco, potenziale enorme: esperti discutono del suo valore

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Il convegno International Mountain Summit (IMS)

dolomiti brenta

Bressanone – Un enorme potenziale mondiale viene attestato alle Dolomiti dagli esperti grazie al riconoscimento internazionale: la conferma è arrivata dal convegno promosso dalla Fondazione Dolomiti Unesco nell’ambito dell’IMS a Bressanone per disutere del marchio Unesco e delle possibilità di sviluppo nelle Dolomiti.

Il potenziale delle Dolomiti riconosciute patrimonio mondiale Unesco si potrà sviluppare compiutamente solo nell’azione combinata tra ecologia ed economia, ha sottolineato a Bressanone l’assessore provinciale alla tutela del paesaggio, attualmente presidente di turno della Fondazione Dolomiti Unesco, in apertura del convengo all’International Mountain Summit (IMS).

Le condizioni che l’Alto Adige può offrire sono ottimali, ha continuato, “perchè la popolazione è consapevole dell’esigenza di coniugare lo sviluppo ecnomico con un ambiente intatto.” E come compagni di viaggio verso questo obiettivo ha citato gli agricoltori, i cacciatori, i pescatori e gli alpinisti, che nella e della natura vivono. L’assessore ha auspicato la creazione di una piattaforma fra economia e ambiente e ha citato quale esempio il Comune di Funes.

A tale proposito è stato proprio il sindaco di Funes Robert Messner ad illustrare lo sviluppo esemplare della sua valle: paesaggio intatto, un unico piccoli skilift, un’ottima rete di sentieri per le escursioni. Tutta la valle è cablata con la banda larga, il Comune è autarchico sul piano energetico gratie a numerose centrali idroelettriche e di teleriscaldamento a biomassa. Nell’agricoltura e nell’alberghiero si punta su sostenibilità e autenticità, ha spiegato il sndaco.

Tra gli interventi al convegno c’è stato quello del critico d’arte Philippe Daverio, che ha parlato della necessità di conservare e tutelare al meglio le tracce dell’artigianato, dell’architettura, naturali e culturali lasciate dal tempo. Horst Wadehn, presidente dei 38 siti Unesco in Germania, ha illustrato l’attività di promozione che in due decenni ha fatto diventare il Paese una meta turistica ambita grazie anche ai siti Unesco come il duomo di Colonia, che da solo attira 12 milioni di visitatori all’anno.

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