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Primiero, maltempo dicembre: ogni emergenza è un evento da rileggere con attenzione (FOTO)

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Che il mese di Dicembre sia iniziato male, lo abbiamo visto tutti

di Ervino Filippi Gilli

NordEst – Il Governo che blocca la partenza della stagione sciistica, una precipitazione che da un lato ha creato qualche danno ed apprensione, dall’altro la rabbia nel vedere spessori di neve che ad inizio stagione, da molto si aspettavano e per chi vorrebbe andare a sciare, si può solo guardare fantasticando.

Se come dice il proverbio “il tempo, il …. ed i siori i fa quel che vol lori” e pertanto bisogna adeguarsi agli eventi, qualche cosa la precipitazione dei giorni scorsi dovrebbe avercelo comunque insegnato e vediamo un po’ cosa dovremmo aver imparato da questi giorni perturbati.

Il paragone tra eventi meteo

Ci ha insegnato che è inutile e scientificamente non corretto voler paragonare eventi meteorologici diversi tra loro ed in particolare quest’ultimo con Vaia o addirittura con il 1966: tempi e condizioni iniziali diverse danno origine a risposte del territorio diverse.

Il territorio ha retto

E’ sicuramente sotto gli occhi di tutti però che il territorio, a parte qualche piccola frana (certamente fastidiosa per chi rimane isolato o deve prolungare il suo percorso) e qualche esondazione, ha retto alla grande (anche perché la quota neve è stata effettivamente bassa e la temperatura ha aiutato a non avere quei fenomeni di scioglimento che sono stati alla base delle importanti portate dei torrenti nel 1966).

Poi, se ce ne fosse stato bisogno, da evidenziare l’ottimo sistema di protezione civile, che ha dimostrato ancora una volta nei momenti difficili, tutta la sua efficienza.

In seconda battuta ci ha insegnato che abbiamo un territorio sufficientemente ben gestito e la miriade di opere di sistemazione che caratterizzano i nostri bacini idrografici sono servite contenendo i danni entro livelli accettabili.

In terzo luogo che abbiamo dei punti critici, nodi che prima o poi dovremmo sciogliere. E qui mi riferisco a quella miriade di situazioni idrauliche difficili che sono i tratti di rio intubati nel loro attraversamento dei paesi (vedi Rio di Pieve, rio Pala solo per fare due esempi, ma ce ne sono molti altri) o attraversamenti stradali obsoleti.

La manutenzione ordinaria

Quello che però ancora manca, a mio avviso, è la consapevolezza che tutto quello che abbiamo costruito necessita di una manutenzione ordinaria che in alcuni casi può diventare straordinaria. Se escludiamo i pochi alberi rovesciati e quelle frane che hanno coinvolto le scarpate stradali, i grossi problemi sono derivati da intasamenti di tombini e da fuoriuscite dall’alveo che si sono verificate sui collettori secondari: Pieve, centrale di Castel Pietra, Strada di Boia solo per fare tre nomi.

Le possibili soluzioni

Ora due sono sicuramente le cosa da fare:

  • analizzare l’evento e capire dove e perché sono sorti i problemi,
  • prepararsi, ovvero quando si ha una allerta meteo e prima che l’evento inizi, fare in modo che una squadra di operai percorra il territorio e sani le situazioni più semplici (che possono essere rami o foglie che intasano le grate o agli imbocchi delle tubature), segnali quelle più complicate che dovranno essere monitorate durante l’evento.

Ormai siamo quasi tutti consapevoli che con i cambiamenti climatici, eventi di questo tipo saranno sempre più frequenti. Urge dunque attrezzarsi subito, per non avere brutte sorprese in futuro.

In breve

Ogni giorno alle 13 e alle 19 sul canale 604 TNN va in onda il Tg della Comunità di Primiero con le ultime notizie dal territorio. In questa ultima edizione il punto sul maltempo con i vigili del fuoco, gli interventi del soccorso alpino locale e le ultime notizie dall’Ente con il Commissario

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