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Manovra Lega-M5S è legge, Presidente Mattarella firma. Ue: ‘Vigileremo l’esecuzione’. Via libera al ticket per Venezia

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Mattarella firma, l’Ue: “Vigileremo”Manovra, tutte le misure. Venezia, con la legge di bilancio arriva il ticket di ingresso

Roma (Adnkronos) – Il provvedimento ha incassato l’ultimo sì della Camera con 313 voti favorevoli e 70 voti contrari, terminando così il suo iter parlamentare. La legge di bilancio alla fine ottiene l’ultimo passaggio dopo un dibattito serrato, molto teso, con le opposizioni più volte sugli scudi, durante l’esame degli ordini del giorno.

Domenica in serata è stato anche firmato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ora manca solo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale.

IL TICKET PER VENEZIA; SODDISFATTO IL SINDACO – Lo consente una norma della legge di Bilancio che la Camera sta per votare e che prevede la possibilità di applicare il contributo, come ‘tassa di sbarco fino a 10 euro, a chi raggiunge ‘con qualunque vettore la città antica’. Riguarderà solo i turisti giornalieri e sarà alternativa all’attuale imposta di soggiorno. La misura fiscale, si legge nel testo, ‘potrebbe conseguire un effetto selettivo e moderare l’accesso delle grandi navi alla zona lagunare’.

“Tassa di sbarco”, può arrivare a 10 euro – Il Comune di Venezia è autorizzato “ad adottare nelle proprie politiche di bilancio, in alternativa all’imposta di soggiorno, l’applicazione del contributo di sbarco previsto per le isole minori. Inoltre, l’importo massimo consentito per entrambe tali misure è elevato a 10 euro”. E’ quanto prevede, all’art.1, il comma 1129 del maxiemendamento alla legge di bilancio, che introduce la cosiddetta ‘tassa di sbarco’, in sostanza un ticket per chi – con qualunque vettore – arrivi a Venezia per turismo e non pernotti in città. La misura fiscale, si legge ancora nell’articolo, “potrebbe conseguire un effetto selettivo e moderare l’accesso delle cosiddette grandi navi alla zona lagunare”.

“La ‘tassa di sbarco’ punta giustamente a ‘colpire’ i turisti giornalieri, che sono la maggior parte dei visitatori della città, ma portano in termini di fatturato solo il 30% a fronte del 70% portato dai pochi milioni di pernottanti che pagano da anni la tassa di soggiorno”. Promuove il nuovo ‘ticket’ d’ingresso a Venezia, contenuto in una norma della legge statale di bilancio, Matteo Sechi, portavoce dell’associazione ‘Venessia.com’, che si batte per la difesa della città lagunare dal turismo di massa. I turisti ‘mordi e fuggi’, ricorda Secchi, “sono i responsabili degli intasamenti che tanto mettono in difficoltà la cittadinanza. Da anni i veneziani chiedono misure concrete per gestire le masse turistiche e adesso che finalmente c’è la possibilità di sfruttarle economicamente e cercare quindi di gestirle e contarle”. “E’ arrivato il tempo – prosegue – di mettere da parte le lagne e le contrapposizioni per trovare le soluzioni tecniche concrete per applicare questa tassa”. Il portavoce di ‘Venessia.com’ avanza una proposta, che rimanda al pagamento delle ‘vignette’, il bollino obbligatorio per chi entra nel territorio dell’Austria”.

I COMMENTI ALLA MANOVRA – Ottenuto il via libera gli esponenti del governo lasciano l’emiciclo soddisfatti e i leader si ‘scatenano’ sui social con interventi per lo più su Facebook, ma anche su Twitter. “Sono soddisfattissimo…” ha commentato a caldo il vicepremier Luigi Di Maio e aggiunge: ”Domani è il 31 giusto? Non parlerò domani, ma dopodomani…”. Il vicepremier precisa che farà un messaggio augurale via social per il 2019 non domani, come previsto in un primo momento, ma il giorno dopo. “Manovra del popolo: FATTO!

È la prima legge di bilancio scritta con il cuore e pensando agli italiani. Abbiamo ancora tanto da fare, ma la strada è quella giusta”. “Voglio dire grazie a tutti. Grazie a tutti quelli che ci hanno sostenuto in questi mesi. Grazie a tutti i nostri iscritti. Grazie a tutti i nostri attivisti. Grazie a tutti i nostri deputati e senatori che hanno tenuto duro fino alla fine. Grazie a tutti i ministri. Grazie al Presidente Conte. Grazie a tutti gli italiani, grazie alle persone che il 4 marzo hanno creduto in noi e che hanno reso possibile tutto questo. Se l’Italia ha iniziato oggi un percorso di cambiamento è anche merito di ognuno di voi – si legge ancora nel post di Di Maio -. Viva l’Italia e viva il MoVimento 5 Stelle”. “Il 2018 finisce bene e il 2019 può iniziare ancora meglio! Adesso qualche giorno di pausa – conclude il vicepremier – Ci vediamo prestissimo!”.

Stessa soddisfazione anche dal premier Giuseppe Conte. “Il 2018 si chiude con la prima manovra economica del Governo del Cambiamento – scrive in un post su Facebook -. Una manovra frutto di scelte di politica economico-sociale ben precise orientate a redistribuire ricchezza e a puntare sugli investimenti. Il tutto rispettando appieno la volontà espressa dagli elettori”. “Finisce un anno, ma inizia la stagione del riscatto con più diritti, più crescita, più equità sociale e con al centro il lavoro -assicura -. L’Italia è pronta a ripartire. E a tornare grande“.

”Adesso ci prendiamo qualche giorno di pausa” aggiunge. La manovra 2019 è stata approvata, dice il ministro dell’Economia Giovanni Tria,”entro i tempi previsti, che ci hanno evitato da un lato la gestione del bilancio con le mani legate dall’esercizio provvisorio e dall’altro una procedura europea per deficit eccessivo, che di fatto avrebbe commissariato il Paese per 5-7 anni”.”Con grande fatica e altrettanta determinazione oggi abbiamo tagliato il traguardo della finanziaria 2019”. Con il varo della manovra abbiamo “garantito stabilità finanziaria e messo fine alla “corsa dello spread”, ”ribadendo la credibilità della scelta e dell’impegno europeo dell’Italia, fugando in concreto qualsiasi ombra di Italexit”. Intanto le voci, secondo cui Tria stava per lasciare il governo sono ”smentite”. La manovra approvata dal Parlamento ”è quella che tutti abbiamo voluto” ha detto il titolare di via XX settembre. Alla domanda dei giornalisti, se nel 2019 resterà al Mef, risponde: ”Non vedo perché no”.

“Legge di Bilancio approvata” twitta, invece, l’ex premier e segretario del Pd Matteo Renzi. “Hanno raddoppiato le tasse ai volontari e fatto il condono per Pomigliano e non solo. Hanno aumentato le tasse. Oggi occupano la Rai. Mettiamola così: il 2019 ci dirà chi ha ragione. Spero abbiano ragione loro. Ma temo ci aspetti una crisi economica”.

LA REAZIONE DELL’EUROPA – “L’Italia ha adottato la legge di Bilancio, dopo lunghe discussioni e momenti difficili. Ne seguiremo attentamente l’esecuzione” twitta il commissario europeo agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici, che ha poi “ribadito di nuovo che il dialogo con la Commissione europea si è concentrato unicamente sul rispetto delle regole comuni, mai sulle misure individuali!”.

IL LUNGO PERCORSO DELLA MANOVRA – Da questa mattina l’Aula della Camera ha ripreso i lavori per esaminare gli ordini del giorno (oltre duecento) alla legge di bilancio sulla quale il governo giallo verde ieri ha ottenuto la fiducia. ”Non parteciperemo al voto; non vogliamo essere i vostri complici in questo disegno” aveva detto il deputato del Partito democratico, Emanuele Fiano, intervenendo in aula, spiegando che gli esponenti del Pd sarebbero rimasti in aula ”per il rispetto che portiamo al tempio della democrazia che è il Parlamento” ma, aveva detto Fiano, senza ”partecipare a questo vostro disegno”.

La giornata di sabato era stata scandita da proteste e scontri, fino al flash mob da parte dei parlamentari di Forza Italia che durante le dichiarazioni di voto hanno indossato un gilet azzurro. Alle proteste dei deputati di Fi, si sono aggiunte poi quelle del Pd che, oltre a scendere in piazza, ha disertato la prima chiama iniziando a votare il no alla fiducia solo dopo il termine della seconda.

ASSENTI AL VOTO, M5S CHIEDE MOTIVO -“La votazione finale della Legge di Bilancio per il 2019 è un provvedimento cruciale e di fondamentale importanza – scrive in una nota il direttivo del gruppo M5S alla Camera -. Lo Statuto del nostro gruppo parlamentare prevede che ‘ciascun componente del gruppo è tenuto a partecipare alle attività del gruppo e ai lavori della Camera, sia in Assemblea sia in Commissione, oltreché nei diversi organi parlamentari’. Abbiamo richiesto, quindi, ai 10 “assenti alla votazione, di fornire una esaustiva delucidazione in merito”.

Via libera tra le proteste

A dare il via alle proteste, durante le dichiarazioni di voto, sono stati i parlamentari azzurri che hanno indossato un gilet azzurro con la scritta ‘Basta tasse‘ appena ha iniziato a parlare la rappresentante del M5S, Teresa Manzo. Il presidente Fico, dopo aver invitato i commessi a ritirare i gilet ha sospeso la seduta per pochi minuti, mentre la protesta degli azzurri è continuata fuori dal Parlamento.

I deputati di Fi, con le pettorine addosso, si sono poi dati appuntamento davanti Montecitorio per una diretta televisiva, dando vita a un flash mob. E il loro leader, Silvio Berlusconi, ha annunciato che da gennaio “gli stessi gilet azzurri saranno nelle piazze di tutte le città italiane per continuare la mobilitazione contro il governo gialloverde”.

PD ALL’ATTACCO – Alle proteste dei deputati di Fi, si sono aggiunte poi quelle dei parlamentari di Mdp che hanno votato no alla fiducia con la Costituzione in mano, mentre i deputati di +Europa, oltre al no, hanno annunciato che domani non parteciperanno al voto finale. Levata di scudi anche da parte del Pd, che oggi ha manifestato davanti alla Camera in segno di protesta, e poi ha disertato la prima chiama iniziando iniziato a votare il no alla fiducia solo dopo il termine della seconda, quando il presidente, da prassi, chiede se ci sia qualche altro parlamentare che non abbia ancora votato. Un modo, hanno spiegato, per rallentare i lavori.

Per i dem il clima si era fatto fa subito rovente già durante le dichiarazioni di voto, quando si sono rivolti contro i 5 Stelle e contro il presidente della Camera, Roberto Fico. A scatenare la bagarre in aula, anche in questo caso, diversi passaggi dell’intervento della grillina Manzo: “Tutti hanno diritto di fare il proprio intervento come voi avete fatto il vostro”, ha detto Fico richiamando all’ordine i deputati del Pd.

“Quando qualcuno ci offende, lei ha il compito di fermarlo – ha incalzato Emanuele Fiano del Pd, rivolgendosi a Fico -. Lei permette che il M5S ci insulti senza dire nulla dicendo che siamo dei ‘truffatori’, lei è la terza carica dello Stato, lei così inficia il suo mandato, inficia la sua imparzialità non intervenendo mai a censurare i colleghi del gruppo da cui proviene. Lei non rappresenta più un presidente di garanzia”. Immediata la replica di Fico: “Io sono completamente imparziale, conosco benissimo il senso e l’importanza di questo ruolo. Guarderò il resoconto stenografico e valuterò. Non c’è dubbio che se ci sono offese, vanno censurate”. Circa una decina di deputati Pd si sono iscritti a parlare a titolo personale per protestare per non aver censurato la deputata Manzo.

Duro anche il capogruppo del Pd, Graziano Delrio: “Avete fatto una legge di bilancio illegittima e incostituzionale -. Pensavamo che i 5 Stelle volessero portare una ventata nuova, un po’ di etica maggiore e invece il filo rosso che lega tutti i provvedimenti che avete fatto è che avete premiato i furbi”. “Avete fatto il condono edilizio e fiscale. I milioni di cittadini onesti che cosa devono dire di voi? Che avete condonato coloro che hanno evaso le tasse? Questo è quello che volete? Un paese che non rispetta più le regole? I cittadini onesti sono stati umiliati dai vostri provvedimenti”.

GOVERNO SODDISFATTO – Soddisfazione da parte del governo per la fiducia alla manovra: “Sí, siamo soddisfatti” ha detto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, rispondendo ai giornalisti. E alla domanda sulla necessità di intervenire a breve per correggere la norma Ires sugli enti no profit, il titolare del Mef ha commentato: ”Dettagli”. Anche Lega e 5S hanno difeso a spada tratta la legge di Bilancio: “La manovra -hanno detto i capigruppo della Lega al Senato e alla Camera, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari – a differenza di quella che lo stesso Berlusconi votò quando governò con Monti e Fornero, inizia a smontare la stessa legge Fornero e restituisce diritti, dignità e soldi a lavoratori, imprenditori, disabili e a tutti gli Italiani in generale”.

 

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