NordEst

Passante di Mestre, Galan: “Apre una delle grandi opere in Italia”

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"La prima Grande Opera italiana del Terzo Millennio apre domenica prossima 8 febbraio ed è nel Veneto: c'è perché abbiamo lavorato sodo, superando ostacoli e contrarietà di ogni tipo; sarà utile all'economia nazionale; migliorerà la qualità della vita dei cittadini di Mestre e dell'intera area centrale della regione". Lo ha voluto ricordare il presidente del Veneto Giancarlo Galan, spegnendo assieme all'assessore alla mobilità Renato Chisso il cartellone luminoso che in questi anni ha indicato a camionisti e automobilisti in transito alla barriera autostradale di Villabona di Mestre i giorni mancanti all'apertura del Passante di Mestre.

Quella di venerdì è stata una cerimonia non formale, all'antivigilia della partecipata inaugurazione ufficiale in programma domenica con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che torna qui a cose fatte e concluse dopo aver dato il via ai lavori, l'11 dicembre del 2004, martellando la borchia nel caposaldo topografico del Passante. Proprio Berlusconi, con Galan e gli altri invitati, sarà il primo utente dei quasi 33 chilometri di autostrada nuova di zecca, a tre corsie per senso di marcia, che collegherà direttamente i due tratti di A4 finora separati da due barriere autostradali e dalla Tangenziale di Mestre, dove il traffico pesante e di transito tra Italia e Paesi dell'Est si mescolava a quello locale gravitante sul capoluogo veneto e sul suo hinterland.

Galan è felice, il Passante è merito soprattutto suo, che si è battuto e ha rintuzzato i no e i distinguo dei tantissimi contrari "alcuni in buonafede, altri in malafede – ha aggiunto – così tanti che si potrebbe riempire Piazza San Marco". Ma non vuole né recriminare, nè fare nomi, "ma non ne dimentico nessuno", alla vigilia di una festa per il Veneto alla quale tantissimi vorrebbero partecipare. C'è anche però chi ha preannunciato la propria polemica assenza. "Si vede che non si sente parte della nostra realtà regionale", taglia corto Chisso, mentre gli operai staccano da terra il grande cartellone che ormai appartiene al passato, e se lo portano via.

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