NordEst

Nucleare, retromarcia del Governo

Share Button
Retromarcia del governo sul nucleare. Un emendamento presentato nel decreto omnibus all’esame dell’aula del Senato comporta lo stop alla realizzazione delle centrali, in termini che superano la moratoria già prevista dall’esecutivo, arrivando ad una vera e propria abrogazione dei programmi. Tra gli effetti dell’emendamento, secondo alcuni parlamentari, anche quello di rendere superato il referendum previsto per il mese di giugno.

Il testo dell’emendamento del governo in pratica soppianta la prevista moratoria nella realizzazione delle centrali nucleari con la pura e semplica rinuncia a procedere alla realizzazione degli impianti.

Il testo dell’emendamento recita: "Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell’Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare".

Una nota di Palazzo Chigi chiarisce poi che “con l’emendamento viene affidato al Consiglio dei ministri la definizione di una nuova Strategia energetica nazionale” che “terrà conto delle indicazioni stabilite dall’Ue e dai competenti organismi internazionali; e, prima di essere approvata definitivamente dal Consiglio dei ministri, sarà sottoposta all’esame della conferenza Stato-Regioni e delle competenti Commissioni parlamentari”.

E, mentre da Bruxelles il ministro dell’Economia Giulio Tremonti annuncia, che, dopo quanto avvenuto a Fukushima, è necessario riflettere sul "finanziamento di piani per energie alternative con eurobond", l’opposizione attacca l’esecutivo.

Per il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, con lo stop alle centrali "il governo scappa dalle sue stesse decisioni’. "Credo che questa sia una vittoria nostra – osserva -, di chi, ben prima del Giappone, ha messo in luce l’assurdità del piano nucleare". ‘Non basta dire addio al nucleare – continua -, ma bisogna aiutare lo sviluppo delle rinnovabili ‘.

Per il sindaco di Torino Sergio Chiamparino il dietrofront di oggi "è segno dell’ennesima improvvisazione del governo nella politica industriale e del fatto che – afferma all’ADNKRONOS – si lascia guidare dalla pura ricerca di consenso".

Dura la reazione del leader Idv Antonio Di Pietro che attacca: ‘Il governo tenta con un colpo di mano di truffare gli italiani. L’emendamento che è stato presentato non abroga l’impostazione nucleare ma posticipa solamente la localizzazione degli impianti". ‘Ci rivolgeremo all’Ufficio dei referendum della Corte di cassazione – annuncia – per certificare che questa modifica è una truffa e che senza l’abrogazione della legge persiste il referendum".

Soddisfatto dell’addio all’atomo il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, per il quale questa grande vittoria del movimento antinucleare deve essere ‘la spinta decisiva per avviare un nuovo piano energetico nazionale basato sulle fonti rinnovabili, che escluda definitivamente il ritorno all’atomo’. Cogliati Dezza assicura che le associazioni continueranno a ‘vigilare affinché il nucleare cacciato ora dalla porta non si riaffacci dalla finestra, magari tra un anno, quando le acque si saranno calmate e l’incubo di Fukushima sarà meno opprimente’.
 

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *