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Nicola Giovanelli e Silvia Rampazzo battono freddo e pioggia alla “Camignada”, podio anche per Pomarè (FOTO)

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Successo assoluto dell’atleta trentino, dottorando in fisiologia, alla 43.ma edizione dell’evento delle Dolomiti di Auronzo. Sul podio anche il cortinese Manuel Speranza e il comeliano Giorgio Dell’Osta. Tra le donne la veneziana precede Deborah Pomarè e Nada De Francesch. Condizioni difficili, con temperatura poco sopra lo zero alla partenza da Misurina e per tutta la parte in quota del tracciato. Nonostante il meteo avverso, partiti oltre 1100 dei 1500 iscritti

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Auronzo di Cadore (Dolomiti Bellunesi), 2 agosto 2015 –  Pioggia, vento e basse temperature a fare da sfondo alla 43.ma  edizione della Camignada poi siè Refuge, l’evento della corsa in montagna proposto domenica 2 agosto dalla sezione di  Auronzo di Cadore (Belluno) del Club Alpino Italiano.

Non è stata un’edizione facile, quella 2015: dopo essere stati costretti, a una ventina di giorni dalla manifestazione, a cambiare tracciato per una frana che aveva reso impraticabile la Val Giralba, gli organizzatori hanno dovuto fare i conti con l’abbassamento delle temperature e con la pioggia incessante scesa per tutta la notte della vigilia e anche per la mattinata della gara, salvo attenuarsi poi in tarda mattinata e nel primo pomeriggio. Temperatura attorno ai 10 gradi in partenza, 5 gradi in quota.

Qualcuno dei 1500 iscritti (sold out dei pettorali previsti) non se l’è sentita di affrontare la prova che prevedeva 33 chilometri di sviluppo, 1200 metri di dislivello positivo e 2100 di dislivello negativo, con partenza da Misurina (1.754 metri di altitudine) e arrivo ad Auronzo (866), passando per i rifugi Auronzo (2.330), Lavaredo (2.305), Locatelli (2.405) e Piani di Cengia (2.522), la selvaggia Val di Cengia e la Val Marzon. In ogni caso, nonostante il meteo avverso, oltre 1100 dei 1500 iscritti hanno preso il via.

 La cronaca della gara

cami4Pronti via e a dettare il ritmo Giorgio Dell’Osta: il ragazzo di Padola, atleta polivalente (fa pista, strada e cross), era il grande protagonista della prima parte di gara, quella con maggiore dislivello. Alle sue spalle erano in tre a dargli la caccia: due dei favoriti della vigilia, vale a dire il trentino di Fiera di Primiero Nicola Giovanelli, già vincitore della Camignada nel 2012, e il cortinese Manuel Speranza, con in più il cadorino di Lorenzago Alberto Gerardini.

Dell’Osta guidava fino al rifugio Pian di Cengia. A questo punto, Giovanelli cambiava passo e lungo la discesa della Val di Cengia e della Val Marzon faceva la differenza. Negli 8 chilometri di ciclabile lungo il fiume Ansiei, Giovanelli (classe 1985, dottorando in fisiologia dell’esercizio, reduce da cinque mesi di studio a Boulder, Colorado – Stati Uniti, dove ha fatto anche tre gare vincendone una di 50 chilometri) amministrava il vantaggio, arrivando all’interno del palaghiaccio di Auronzo a braccia alzate. 2h35’19” il riscontro cronometrico. Di 1’22” il distacco di Speranza, di 3’53” quello di Dell’Osta.

Senza storia la gara in rosa: mai stato in discussione il successo di Silvia Rampazzo, campionessa italiana di trail running. Anche per la veneziana di Noale, autrice di un ottimo tredicesimo posto assoluto (3h03’39” il riscontro cronometrico), si tratta di un bis: si era infatti imposta alla Camignada lo scorso anno. Seconda e terza posizione rispettivamente per Deborah Pomaré e Nada De Francesch.

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Le interviste

Nicola Giovanelli, vincitore. «Sono partito tranquillo, rimanendo costantemente in quarta posizione fino al rifugio Pian di Cengia. Lungo la discesa della Val di Cengia ho lasciato andare le gambe, ho ripreso i tre che avevo davanti e li ho staccati. La pioggia? Era costante ma leggera, non mi ha dato più di tanto fastidio. Mi godo questa mia seconda vittoria dopo quella di qualche anno fa. La Camignada mi piace e anche il nuovo tracciato si è rivelato all’altezza. La corsa in montagna? Per me è libertà, possibilità di esprimermi al meglio».

Giorgio Dell’Osta, secondo classificato. «Di solito non mi cimento in gare così lunghe, al massimo le mezze maratone. Questa Camignada l’ho un po’improvvisata. Sono partito forte e in salita sono andato bene. Poi in discesa sapevo che gli altri erano più forti. Alla fine sono riuscito a salire sul podio, gran bella soddisfazione».

Silvia Rampazzo, vincitrice. «Ho vinto lo scorso anno, ho rivinto oggi. Oggi è stata più dura per il freddo, che patisco più per una questione mentale che fisica. Tra l’altro, era la prima volta che partivo con la pioggia».

Deborah Pomarè, seconda classificata. «Ho ripetuto il risultato dello scorso anno e sono soddisfatta. In salita vedevo Silvia ma in discesa lei ha un’altra marcia e così la vittoria non è mai stata in discussione. Peccato per il tempo, che ha reso più difficile la nostra fatica. Il nuovo tracciato? Senz’altro bello».

Nada De Francesch, terza classificata. «Sono andata bene fino al Lavaredo, poi sono calata, complice anche il freddo. Divertente la nuova discesa, si poteva tenere un buon ritmo. Sono salita sul podio nei chilometri finali, quelli della ciclabile: ho recuperato lo svantaggio sulla Franzini, credendoci fino alla fine».  

Il Bilancio del Comitato organizzatore 

Massimo Casagrande, presidente Cai Auronzo. «Stamattina eravamo un po’ preoccupati perché il meteo si è rivelato peggiore delle previsioni. Dopo una quindicina di edizioni baciate dal sole, questa volta abbiamo dovuto fare i conti con freddo e pioggia. Condizioni difficili che hanno messo a dura prova i concorrenti ma che hanno costretto anche noi organizzatori a fare gli straordinari. A preoccupare, in particolare, era l’attraversamento del rio Giralba. Abbiamo ovviato al guado facendo transitare i concorrenti per un centinaio di metri sulla statale. Alla fine, tutto è andato bene. Crediamo di essere stati all’altezza delle aspettative dei concorrenti. I ringraziamenti sono doverosi. Innanzitutto a  coloro che hanno preso il via: non è stato facile con questo meteo. Bravi! E coraggiosi! Grazie poi a tutti coloro che hanno garantito la sicurezza: anche per loro quella di oggi è stata giornata con una fatica in più. E poi grazie a tutti quelli che hanno lavorato per mesi e ci hanno supportato:  gli splendidi volontari e i preziosi sponsor, a cominciare dal main sponsor Montura».

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