Primo Piano NordEst Valsugana Tesino Belluno

Marmolada, è scontro tra Trentino e Veneto. Consiglio del Veneto approva mozione. Governatore trentino Rossi: “Veneti facciano politiche montagna”

Share Button

In piena campagna elettorale per le elezioni provinciali in Trentino, ritorna la polemica aperta sulla Marmolada e i suoi confini

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, durante il Consiglio regionale sulla Marmolada

NordEst – Giunta e Consiglio regionale del Veneto hanno ‘scalato’ (in funivia) la Marmolada lunedì mattina, fino a punta Serauta, per ribadire la volontà che una parte del ghiacciaio resti nel territorio regionale.

La contesa – che dura da 45 anni – si era placata nel 2002, con l’accordo Dellai-Galan, ma un’atto amministrativo dell’Agenzia per il territorio del 24 maggio scorso ha ridisegnato nuovamente i confini, togliendo al bellunese Rocca Pietore la ‘sua’ parte di ghiacciaio, e facendola ricadere in quello di Canazei (Trento).

Mentre sono già partite le carte bollate, destinazione Tar del Lazio, il Consiglio Veneto, in riunione straordinaria nel museo della Grande Guerra, ad oltre 3mila metri di quota, ha approvato con 32 voti favorevoli su 35 presenti (M5s non ha partecipato al voto, i consiglieri di Pd e Leu erano assenti), una mozione che impegna la Regione a recuperare l’accordo del 2002, non dimenticando che gli antichi confini già stati stabiliti nel 1778 tra Repubblica Veneta e Vescovado di Bressanone.

Rossi: “I confini sono cosa seria”

“Da che mondo è mondo i confini passano sulle creste di montagna. La recente sentenza non ha fatto altro che confermare questa ovvietà”. Lo afferma il governatore trentino Ugo Rossi, in riferimento alle nuove polemiche con la Regione Veneto sulla Marmolada.  Secondo Rossi, “le Dolomiti sono un bene di tutti che possiamo anche gestire insieme”.

“Credo – aggiunge – sia più importante per le vallate venete fare politiche della montagna, come si fanno in Trentino e in Alto Adige”. “Sarebbe, inoltre, ora e tempo che il Veneto esaminasse e approvasse la nostra proposta di protocollo d’intesa sulle attività di valorizzazione e di recupero dell’area della Marmolada e del passo Fedaia che fin dall’inizio dell’anno scorso giace negli ufficio della regione Veneto, senza che ci sia stata risposta”, conclude il presidente della Provincia autonoma di Trento.

La Marmolada continua a far discutere

Il veneto Federico Caner, assessore al turismo, più di molti altri tiene i rapporti con Trento, ha sempre detto che è irrinunciabile quell’identità veneta che passa anche per i confini della Marmolada. Ma la bandiera di San Marco, che viene esibita sulla prima vetta della montagna, è stata appesa alla croce di Punta Penia che da sempre è trentina e che tale resterà.

Punta Rocca, la seconda cima, è veneta, ma per concessione dell’Agenzia del Territorio che ha corretto i confini definiti sulla carta nel 2002 tra Giancarlo Galan e Lorenzo Dellai, presidenti allora del Veneto e del Trentino.

Luca Zaia, il governatore del Veneto, ha anticipato, così come Roberto Ciambetti, che la Regione Veneto non vuol muovere nessuna polemica con la vicina Provincia, perché sanno bene che la querelle riguarda un corridoio di neve e ghiaccio largo appena fra i 30 ed i 70 metri.

Un corridoio concesso dall’ex presidente trentino Lorenzo Dellai ai veneti 16 anni fa per consentire l’autonomia gestionale della Funivia Marmolada e della relativa pista, lunga 12 chilometri. Ma quell’accordo correggeva a sua volta il confine delle creste, fissato nel 1982 con Decreto dall’allora presidente Pertini. In sostanza, il ghiacciaio è quasi completamente di Trento e il Veneto non lo rivendica, la parete Sud del gruppo è invece veneta.

Belluno pronto a dare battaglia

Lo scorso luglio, era arrivato inatteso, il provvedimento dell’Agenzia del territorio di Roma che ritracciava i confini della Marmolada e la riassegnava al Trentino, strappandola al Veneto. La misura richiamava un decreto siglato dalle due regioni nel 1982 e rimasto in vigore per anni, fino ad un ritracciamento avvenuto nel 2002, che spostava il confine dalla linea delle cime direttamente sul ghiacciaio, facendolo rientrare nel territorio veneto. Il Comune di Belluno ha però subito alzato la voce con Zaia, pronto a difendere la situazione con le unghie.

La Giunta comunale bellunese ha quindi deciso di appellarsi direttamente al Governo, con un documento che sarà recapitato anche al Comune di Canazei e alla Fondazione Dolomiti Unesco, nel quale vengono espresse formalmente le richieste. La speranza dei veneti è che le decisioni prese dall’Agenzia del territorio di Roma vengano annullate.

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *