La Provincia sospenderà la riscossione del saldo dell’Imis nei Comuni maggiormente colpiti dal maltempo. Fugatti ha annunciato che per il ponte dell’Immacolata sarà garantita la viabilità su tutte le strade e tutte le stazioni sciistiche saranno aperte. Vertice lunedì pomeriggio a Dimaro: mercoledì riapre la strada 239 a fasce orarie
Trento – Battesimo nel ‘fango’, in seguito all’emergenza maltempo di questi giorni, per il neo governatore trentino, Maurizio Fugatti. Le prime stime, parlano di 250/300 milioni di danni subiti dal Trentino a causa della recente, eccezionale ondata di maltempo. Circa 100 milioni il danno patito da foreste e agricoltura, 25 dalle strade, 5 dagli impianti sciistici, e più di un centinaio da soggetti pubblici e privati (famiglie e imprese) a causa della pioggia, del fango e degli scoperchiamenti.
A causa delle raffiche di vento, ha detto Fugatti, si sono schiantati alberi per due milioni di metri cubi, quattro volte la ripresa annua su base provinciale. Per quanto riguarda i privati la stima dei danni è di 50-70 mln, di cui 20 a Dimaro. Una volta finita l’emergenza il settore boschivo sarà quello dove il lavoro sarà più intenso.
Vertice a Dimaro
Nuovo sopralluogo lunedì pomeriggio del presidente della Provincia autonoma Maurizio Fugatti a Dimaro, dove ha incontrato il sindaco Andrea Lazzaroni e i vertici della Protezione civile.
Il paese vuole tornare alla normalità: un segnale importante sarà la riapertura mercoledì 7 novembre, della strada statale 239 da Folgarida a Madonna di Campiglio, in tre fasce orarie, che consentirà il passaggio dei mezzi e la prosecuzione dei lavori: dalle 7 alle 8, dalle 12 alle 13 e dalle 17 alle 18.
Martedì mattina presso la presidenza della Provincia, si terrà un nuovo incontro tecnico per rideterminare la tabella di marcia dei lavori e ridefinire eventualmente anche l’Area Rossa del Comune.
Intanto nel paese solandro, all’interno dell’Area Rossa, sono al lavoro incessantemente gli escavatori per irreggimentare il corso del torrente e mettere in sicurezza il paese, mentre attorno alle case e nelle vie è un continuo brulicare di mezzi per asportare il fango e i detriti.
Fugatti scrive a Conte
La stima delle sofferenze patite dal territorio, peraltro non esaustiva – ad essa si aggiungeranno la spesa per la ricostruzione del patrimonio forestale andato perduto, circa 7000 ettari di bosco, calcolata in 50 milioni di euro, il mancato guadagno derivante da questa perdita, “spalmato” sui prossimi 60 anni, ed i danni subiti dalle reti pubbliche, ancora in fase di definizione – è contenuta nella lettera inviata in queste ore dal presidente della Provincia autonoma Maurizio Fugatti al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, con la richiesta di dichiarazione dello Stato di emergenza.
Mercoledì si riunirà infatti il Consiglio dei Ministri, per decidere come sostenere i territori maggiormente colpiti dal maltempo: lo Stato di emergenza è condizione necessaria per poter accedere ai fondi statali eventualmente stanziati per la ricostruzione. La Provincia ha anche deciso di sospendere la riscossione del saldo Imis di dicembre nei Comuni più sofferenti.
Continuano intanto alacremente gli interventi su tutto il territorio provinciale, per ripristinare la viabilità, riparare i danni alle infrastrutture e non da ultimo garantire il regolare avvio della stagione invernale e lo svolgimento delle grandi manifestazioni previste prossimamente, come il passaggio del Giro d’Italia e la Marcialonga. Nei prossimi giorni il presidente Fugatti convocherà infine anche le categorie economiche e sociali per concertare le misure necessarie per favorire la ripresa produttiva.
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La stima dei danni in Trentino
Vediamo in breve sintesi quali sono le voci considerate per arrivare a formulare al Governo una stima dei danni patiti dal Trentino in circa 250-300 milioni. Per la sua quantificazione è stato necessario tener conto dei costi per ripristinare le condizioni preesistenti i danni immediati causati dal maltempo a soggetti pubblici e privati, dei costi delle opere da realizzare nel medio periodo e dei mancati guadagni determinati dalle perdite subite.
Foreste, agricoltura e bacini montani: 90/100 milioni (calcolando 2 milioni di metri cubi di alberi schiantati, 4 volte il prelievo provinciale annuo, che comportano circa 60 milioni di mancati introiti causati dal deprezzamento del legname e dai costi di rimozione, a cui si aggiungono 10 milioni per il ripristino delle strade forestali, 5 milioni di danni in agricoltura, su stalle malghe, pescicolture ecc. e 12 milioni di danni patiti dai bacini montani). I boschi sono per il 70% di proprietà pubblica (Comuni, Asuc, Regole e altre gestioni collettive) e per il 30% privata. Dei 2 milioni di alberi schiantati, l’ipotesi è di riuscire ad immeterne sul mercato almeno il 50 per cento. I Comuni maggiormente coinvolti sono quelli delle valli di Fiemme e Fassa, del Primiero, del Pinetano, dell’altipiano Vezzena-Grigno. Una apposita task force, di cui farà parte anche il Consorzio dei Comuni, assieme alle strutture tecniche della provincia, si occuperà della gestione delle varie fasi della gestione dell’emergenza e del ripristino del patrimonio boschivo.
Infrastrutture: danni per circa 25 milioni, quasi esclusivamente concentrati sulla viabilità (117 gli interventi realizzati, 60 quelli già conclusi, la maggior parte sarà terminata entro fine novembre). La problematica più complessa si registra in Val Cadino, dove verrà realizzata una viabilità provvisoria per la rimozione del legname, per un costo previsti di circa 2 milioni di euro (che potrà essere utilizzata anche per il Giro d’Italia).
Piste e impianti per la neve: 5 milioni di danni causati dal maltempo, di cui 1,3 circa a carico di Trentino Sviluppo relativi a piccoli impianti.
Danni economici a pubblici e privati (abitazioni, imprese e attività economiche): è ovviamente una delle voci più rilevanti e di maggiore impatto sulle comunità colpite dall’emergenza. Le prime stime sono di oltre 100 milioni di euro di cui 50-60 ai privati (20 concentrati solo a Dimaro) per colate detritiche provocate dalle piogge e scoperchiamenti causati dal vento. Sul piano tecnico-procedurale, per i rimborsi di parte provinciale sarà applicato il metodo già utilizzato a Moena, a partire dalle perizie dei danni realizzate dai privati e presentate dagli interessati al Comune di riferimento. Ulteriori specifiche necessarie al fine di rendere la decisione operativa verranno decise a breve.
A questo quadro si aggiunge la sospensione del saldo Imis di dicembre, che riguarda circa il 50% del dovuto. la decisione riguarderà gli ambiti effettivamente colpiti dall’alluvione. Andranno perciò individuati i comuni maggiormente colpiti. La sospensione verrà decisa dalle Giunte comunali interessate e comporterà un differimento del versamento dell’imposta, fino a 6 mesi. Infine, si ricorda che con una specifica ordinanza provinciale emanata nei giorni scorsi la Provincia ha impartito indicazioni ai Comuni per lo stoccaggio provvisorio sul proprio territorio dei materiali derivanti dagli interventi di emergenza.