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L’influenza ha colpito 100.000 italiani, l’appello: “Clima mite non freni vaccinazioni”

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L’Italia respira aria di primavera e i virus dell’influenza stanno a guardare

influenza

NordEst – Sono poco più di 42 mila gli italiani finiti a letto in una settimana con una sindrome influenzale secondo gli ultimi dati raccolti dal sistema di sorveglianza Influnet, la rete coordinata dall’Istituto superiore di sanità (Iss), in collaborazione con il Centro interuniversitario per la ricerca sull’influenza (Ciri-It) di Genova e il sostegno del ministero della Salute. In totale, dall’inizio della sorveglianza sono stati registrati circa 97 mila casi. Segno che i virus stanno ancora scaldando i motori. Ma la tregua apparente di questi giorni non deve trarre in inganno, avverte Fabrizio Pregliasco, virologo del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’università degli Studi di Milano.

“Queste giornate ci fanno pensare a tutto tranne che ai malanni invernali”, spiega. E se “le temperature primaverili, se non estive in alcune regioni, ci portano a vestirci in modo più leggero e probabilmente a non fare caso a virus e batteri, è importante invece non abbassare il livello di attenzione”. E soprattutto “non accantonare il discorso della vaccinazione influenzale, a cui bisogna ricorrere in queste settimane perché sia efficace e copra i mesi successivi”, precisa l’esperto che fa anche parte del comitato scientifico di Osservatorioinfluenza.it.

Il picco dell’influenza, ricorda Pregliasco, è “previsto per gennaio con 1 milione di casi, per una stima totale di 5 milioni di persone nel corso di tutta la stagione”. Durante la 44esima settimana del 2015, segnala Influnet, il valore dell’incidenza totale è stato pari a 0,70 casi per mille assistiti (il dato più alto è come di consueto nella fascia 0-4 anni, per la quale si registrano 2,24 casi per mille assistiti).

L’attività di virus è ai livelli di base e in tutte le regioni l’incidenza è sotto la soglia epidemica. Nell’ultima settimana di sorveglianza 659 medici sentinella hanno inviato dati circa la frequenza di sindromi influenzali tra i propri assistiti. Dall’osservatorio nazionale fanno però notare che non tutti i camici bianchi partecipanti alla sorveglianza Influnet hanno reso disponibili i dati raccolti, e “l’incidenza osservata in alcune regioni è fortemente influenzata dal ristretto numero di medici e pediatri” che hanno comunicato le informazioni.

La curva sta comunque lentamente salendo e si è passati dai 23.600 casi stimati nella prima settimana di sorveglianza a 42.300 dell’ultima monitorata (26 ottobre-1 novembre). “Sicuramente le belle giornate sono da sfruttare per fare attività fisica, rafforzare l’organismo e prepararlo ai mesi freddi – conclude Pregliasco – ma dobbiamo premunirci e prepararci ad affrontare l’abbassamento repentino delle temperature”.

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