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L’evasione fiscale italiana vale 91 miliardi di euro. Il 52% è al Nord

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Il dato è condizionato dalla maggior capacità reddituale del settentrione

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NordEst – L’evasione fiscale italiana vale 91 miliardi di euro, pari al 7 per cento del Pil. E’ quanto emerge dal rapporto del ministero dell’Economia, presentato in Consiglio dei Ministri dal titolare di Via XX Settembre, Pier Carlo Padoan. La maggior parte dell’evasione, il 52 per cento, si attesta al Nord (dove il tax gap di Iva, Ire, Ipar e Irpef ammonta a 47,6 miliardi) contro li 26 per cento del Centro (24 miliardi) e il 22 per cento del Sud (19,8 miliardi). Tale dato, ovviamente, è condizionato dalla maggiore capacità reddituale del settentrione.

Il documento spiega, inoltre, come nel 2013 l’evasione scovata dall’Agenzia delle Entrate sia ammontata a 24,5 miliardi. Dunque, la maggiore imposta accertata è così salita dell’87 per cento in sette anni, rispetto ai 13,1 miliardi del 2006.

Inoltre, dal rapporto risulta come in quasi la totalità delle imprese su cui sono state effettuate delle verifiche siano state riscontrate irregolarità fiscali: nel 98,1 per cento delle grandi, nel 98,5 per cento delle medie e nel 96,9 per cento delle Pmi. Tra gli enti non commerciali, inoltre, la percentuale sale al 99,2 per cento.

Il documento del ministero ascrive buona parte delle colpe di tale situazione ai condoni: dall’Unità d’Italia ad oggi, ne sono stati fatti più di 80. Di conseguenza, afferma il rapporto, non saranno mai più effettuati interventi di questo tipo.

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