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Legge elettorale, ok in Commissione: arriva in Aula

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La commissione Affari costituzionali della Camera ha terminato l’esame della legge elettorale

Roma (Adnkronos) – La Commissione ha dato il mandato al relatore, Emanuele Fiano del Pd, per l’aula che inizierà i lavori martedì con la discussione generale.

“E’ stato un lavoro necessario e faticoso ma doveroso. Si è concluso, nelle condizioni date, nel miglior modo possibile, ascoltando tutte le richieste di modifiche. Abbiamo ottenuto il risultato migliore possibile”, dice Fiano.

Teme trappole ora in Aula, alla Camera? ”No, non ci sono argomenti che possono comportare questo rischio”, taglia corto Fiano che indica le prossime tappe: ”Ritengo che questa settimana l’Aula della Camera licenzierà la legge, poi andrà al Senato. Io penso che all’inizio di luglio questa legge sarà legge dello Stato”. Teoricamente si potrà andare al voto anche il 24 settembre? ”Ogni decisione in proposito spetterà al capo dello Stato”, replica Fiano senza sbilanciarsi.

La Commissione ha approvato la riduzione del numero dei collegi per il Senato, che passano da 150 a 112. Come ieri per la Camera, dove i collegi sono stati tagliati (da 303 a 225), oggi la ‘Prima’ ha deciso di modificare anche la parte relativa a palazzo Madama. Hanno votato a favore del taglio i 4 partiti che sostengono il modello tedesco (Fi, Pd, Lega e M5S), e contro gli altri.

Una questione rimasta aperta, anche dopo il via libera della commissione, è quella della raccolta firme per presentarsi alle elezioni. La commissione ha approvato un emendamento oggi che estende al Senato la norma già prevista dall’Italicum alla Camera ovvero che sono esclusi dalla raccolta firme solo i gruppi in Parlamento da prima del 1 gennaio 2014. Per dire, Mdp sarebbe tra le forze che dovranno raccogliere le firme e magari farlo in piena estate in caso di voto anticipato in autunno.

Un punto che è infatti stato sollevato da Alfredo D’Attorre di Mdp durante i lavori della commissione. Da parte sua il relatore Fiano ha preso l’impegno di verificare, prima dell’approdo in aula domani della legge, se ci siano le condizioni per una modifica.

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