L’eurodeputato Andrea Zanoni: “Come simbolo, la Regione al posto del Leone Alato potrebbe mettere una betoniera”
Venezia – La Corte Costituzionale, con sentenza numero 251 depositata il 28 ottobre 2013 ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 22 della Legge della Regione Veneto 28 dicembre 2012 numero 50 nella parte in cui non prevede l’obbligo della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per i centri commerciali di medie dimensioni.
Il 1 marzo 2013, il Presidente del Consiglio dei Ministri aveva presentato ricorso contro la previsione regionale che sottoponeva a VIA solo le grandi strutture di vendita, aventi superficie superiore a 8.000 metri quadrati e non per quelle aventi superficie di vendita compresa tra i 2.501 e gli 8.000 metri quadrati, sottoposte esclusivamente alla procedura di verifica o screening. Secondo il Ministero dell’Ambiente la norma regionale era in contrasto con la normativa statale in materia ambientale ed in particolare con l’Allegato IV alla Parte II, punto 7, lettera b), del Decreto Legislativo 152 del 2006, che prevede la verifica di assoggettabilità ambientale per la costruzione di tutti i “centri commerciali”.
La Corte Costituzionale ha accolto il ricorso sottolineando che “la disciplina regionale escluderebbe indistintamente dall’applicazione della verifica di assoggettabilità a VIA o screening i centri commerciali dalla superficie di vendita superiore a 150 e fino a 1.500 metri quadrati, nei Comuni con popolazione residente inferiore a 10.000 abitanti, e superiori a 250 e fino a 2.500 metri quadrati nei Comuni con popolazione oltre i 10.000 abitanti. Pertanto, la disposizione regionale restringerebbe illegittimamente il campo di applicazione della disciplina della VIA, come definito dal legislatore statale nell’esercizio della sua competenza esclusiva in materia ambientale, ai sensi dell’art. 117, secondo comma, lettera s), Costituzione”.
I giudici costituzionali hanno puntualizzato, inoltre, che “posto che la disciplina della VIA rientra senza alcun dubbio nella tutela dell’ambiente di competenza esclusiva dello Stato (sentenze 221 del 2010 e 234 del 2009), ne consegue che la disposizione regionale impugnata, discostandosi da quanto previsto dal decreto legislativo152 del 2006, Allegato IV alla Parte II, punto 7, lettera b), è costituzionalmente illegittima per violazione dell’art. 117, secondo comma, lettera s), Cost., nella parte in cui non include tra le strutture soggette a verifica di assoggettabilità (a VIA) i centri commerciali di medie dimensioni».
L’eurodeputato Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI, Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: «Come simbolo, il Veneto al posto del Leone Alato potrebbe mettere una betoniera. Nella nostra regione si sta cementificando e asfaltando tutto il possibile, distruggendo il suolo e il futuro degli abitanti. L’Amministrazione regionale con delle leggine ad hoc vuole sottrarre certe cementificazioni alle norme europee che tutelano l’ambiente. La Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) è lo strumento per garantire la partecipazione dei cittadini, la trasparenza, la valutazione dei danni all’ambiente e quindi alla salute dei cittadini. Spero che questa sonora batosta serva da lezione ai nostri governanti. Cercare in ogni modo di non sottoporre a VIA un centro commerciale vuol dire calpestare il diritto dei cittadini di conoscere ed essere tutelati. Con l’articolo fortunatamente dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale la Regione aveva messo in atto un sopruso bello e buono ora bloccato grazie alla recente sentenza e soprattutto grazie alla normativa europea con la nuova Direttiva Via. Per fortuna che l’Europa c’è, alla faccia di tutti gli antieuropeisti vecchi e sfortunatamente anche nuovi».
Il 9 ottobre scorso il Parlamento europeo ha approvato la nuova Direttiva VIA di cui l’europarlamentare Zanoni è stato il relatore. «Le nuove norme prevedono un maggior coinvolgimento dei cittadini, VIA obbligatoria per il gas di scisto, lotta al conflitto d’interessi, sanzioni per chi sgarra, norme contro lo spezzettamento dei progetti ovvero contro il cosiddetto “salami slicing”, monitoraggio ex post, sanzioni, stop alle deroghe e protezione. L’Europa, con il testo adottato ha compiuto un passo storico verso una maggiore tutela ambientale nel contesto della realizzazione delle grandi infrastrutture che troppo spesso vengono realizzate con poco se non scarso rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini. La notizia dell’adozione della nuova Direttiva VIA è stata data perfino dall’International Herald Tribune, ovvero l’edizione internazionale del New York Times. Nemmeno una riga è stata dedicata dai giornali locali».
CRONOSTORIA della NUOVA DIRETTIVA VIA
Il 26 ottobre 2012 la Commissione europea ha presentato la sua proposta di modifica della Direttiva 2011/92/UE sulla VIA che ha introdotto nuovi fattori ambientali sui quali misurare l’impatto dei progetti come la biodiversità, l’uso efficiente delle risorse naturali e i rischi di catastrofi naturali e di origine umana tra i fattori sui quali si devono valutare gli impatti di un progetto.
È stato poi per la prima volta avanzato il concetto di prendere in considerazione le alternative ragionevoli al progetto.
Il 17 dicembre 2012 Andrea Zanoni è stato nominato relatore della relazione sulla nuova VIA per il Parlamento europeo (Commissione parlamentare competente è la ENVI Ambiente, e per parere la TRAN Trasporti e PETI Petizioni).
L’11 luglio 2013 la Commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare ha approvato (48 voti a favore e 15 contrari) la relazione “sulla proposta di direttiva del Paramento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2011/92/UE concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati”.
La relazione sulla nuova direttiva VIA sarebbe dovuta essere votata nella sessione plenaria del Parlamento europeo di settembre 2013. Tuttavia l’ostruzionismo dei gruppi più conservatori e la formale richiesta di rinvio della Sinistra unitaria europea GUE ne ha posticipato la votazione ad ottobre.
Nella sessione plenaria di ottobre Zanoni ha proposto un emendamento, approvato da tutto il gruppo politico ALDE, per cercare una maggioranza più ampia a sostegno dell’inclusione della procedura di VIA obbligatoria anche per la “esplorazione, limitatamente alla fase che prevede l’applicazione di fratturazione idraulica, ed estrazione” del gas non convenzionali (scisto e gas provenienti da giacimenti di carbone).
Il 9 ottobre 2013 il Parlamento europeo ha approvato la relazione di Zanoni e gli ha concesso pieno mandato di iniziare i negoziati con Consiglio e Commissione europea a nome del Parlamento europeo. La nuova direttiva VIA va quindi verso un accordo in prima lettura e l’entrata in vigore entro il 2016.