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La Cassa rurale salva Nuova Rosalpina, COMMENTATE

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In pieno ferragosto i soci di Nuova Rosalpina decidono di salvare ciò che sembrava ormai in alto mare. Dopo il tracollo del primo progetto San Martino Rolle – ora si attende il verdetto entro l’autunno sulla cremagliera – è stata scelta la via della ricapitalizzazione in extremis, non senza contrarietà nella popolazione locale e negli operatori.

Con il sostegno di Cassa Centrale e della locale Cassa rurale, l’assemblea convocata in piena estate, nomina l’amministratore unico a tempo determinato, nella figura di prestigio di Mario Marchesini. Uomo di peso nell’economia trentina, ingegnere, già dirigente Enel e presidente di Federmanager dal 2006, fortemente voluto anche dagli ambienti politici trentini. In molti si sono chiesti se forse non sarebbe stato necessario un maggior coinvolgimento dei soci stessi della Cassa rurale (anche dei contrari alla ricapitalizzazione) in un passaggio così delicato per l’economia locale.

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Il manager ha subito rilanciato la prossima sfida, fissata sulla fusione al più presto con Siati. La scelta dell’amministratore unico è stata necessaria per superare i veti incrociati e la situazione di crisi in cui ci si era ritrovati in questo ultimo periodo.

Il presidente uscente di Nuova Rosalpina e il Cda, hanno rilanciato la necessità di grande responsabilità in questa situazione nell’unica strada possibile e da percorrere per salvare il comparto.

Lo stesso Marchesini potrebbe diventare anche il prossimo traghettatore della nuova società impiantistica che nascerà dalla fusione. A questo punto, il primo obiettivo del nuovo amministratore saranno gli stipendi arretrati degli operai.

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