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Gran finale al Festival dello Sport di Trento

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Calcio e ciclismo protagonisti dell’ultimo giorno

BAGGIO, L’ESSENZA E I VALORI DEL CALCIO – Nella foto: Roberto BAGGIO, Andrea MONTI Festival dello Sport Teatro Sociale Trento

 

Trento – “Mi capita ancora che mi venga in mente prima di andare a dormire. Anche perché era il sogno che avevo da bambino, una finale Italia Brasile…”. Così Roberto Baggio, intervistato dal direttore della Gazzetta, Andrea Monti, nel corso della seconda edizione del Festival dello sport di Trento. Il pallone d’oro 1993 ha ricordato l’episodio più noto e triste della sua lunga e prestigiosa carriera, in cui, tra le altre, ha indossato le maglie di Juve, Inter e Milan. Nel 1994, nel caldo torrido di Pasadena, Baggio sbagliò l’ultimo rigore della serie nella finale contro il Brasile di Romario e Bebeto.

Altra delusione, ha ricordato Baggio, l’esclusione dalla spedizione azzurra del 2002 in Korea, dopo un recupero record dall’ennesimo infortunio: “Una ferita non rimarginata paragonabile al calcio di rigore di Pasadena perché, forse passo per presuntuoso o arrogante, ma per una volta non mi interessa, credo che alla fine meritavo di essere tra i convocati di quel Mondiale”.

Mancini è ottimista

“Io ho sempre pensato che in Italia i giocatori bravi ci fossero, magari bisogna aspettare un po’ di tempo in più, ma i giocatori bravi ci sono sempre stati. A volte ci sono situazioni come la mancata qualificazione al Mondiale, ma penso che i giocatori italiani siano sempre tra i migliori, quindi la mia positività era dovuta a questo; bastava dare fiducia e aspettare i giocatori”.

Lo ha detto il ct della Nazionale, Roberto Mancini, in collegamento video con il Festival dello sport di Trento. Mancini, all’indomani della qualificazione record all’Europeo, e’ intervenuto da Roma durante l’evento “Forza Azzurri”, a cui hanno partecipato anche Antonio Conte, Arrigo Sacchi, Luca Toni e Paolo Rossi.

“È vero che il campionato in questo momento ha la media di italiani più bassa di sempre – ha aggiunto il ct della naizonale – però è altrettanto vero che negli ultimi mesi giocano sempre più giovani e questa è una cosa positiva”. Rispondendo ad una domanda sulle differenze riscontrare tra allenare un club ed una nazionale, Mancini ha risposto che “ognuno fa giustamente i suoi interessi. Io ho vissuto tutte le esperienze e cerco di essere elastico anche con i ragazzi, ad esempio per farli recuperare.

Penso che a volte è sia più importante lasciare riposare qualche giocatore che gioca ed è sotto pressione ogni tre giorni”. Sul suo legame con la maglia azzurra, il ct ha ricordato di essere stato “un grandissimo tifoso della Nazionale del 1982, che mi ha fatto vivere emozioni enormi”. Per Mancini, indossare la maglia della Nazionale è “il massimo traguardo per chi gioca a calcio. La maglia della Nazionale è qualcosa di diverso, che ti rimane dentro. E quando c’è l’inno è l’apice dell’emozione”, ha concluso Mancini.

Lo “squalo” Nibali al Festival

Il Giro d’Italia è da 110 anni – la prima edizione risale al 1909 – è l’avvenimento sportivo più iconico del nostro Paese. Al Festival dello Sport ne hanno parlato Vincenzo Nibali, il ciclista italiano più forte degli ultimi 40 anni, e il presidente di Rcs MediaGroup, Urbano Cairo.

“Il Giro d’italia – ricorda Nibali – è un insieme di cose. Era il mio desiderio fin da bambino, poi è diventato un’emozione nel 2007 tanto da togliermi il sonno nei giorni precedenti il mio esordio e, successivamente, è diventato gloria, con le mie due vittorie”. La passione dei tifosi è nel ricordo di Cairo: “Anch’io lo guardavo da bambino – ricorda il presidente Rcs – e mi riavvicinai al Giro qualche anno dopo grazie alle gesta di Pantani. Oggi ho l’onore di trascorrere qualche tappa a bordo dell’ammiraglia del direttore di gara e ogni volta mi impressiona la passione che questa corsa si porta dietro”. Il Festival dello sport ha ricordato la figura di Felice Gimondi, fenomeno delle due ruote recentemente scomparso: “E’ stato uno dei grandi dello sport.

A lui ho sempre ammirato una qualità, lo sprint che a me manca”, ammette Nibali. Dopo Gimondi, gli uomini del Giro d’Italia hanno anche celebrato un altro campione scomparso, Marco Pantani. Il Giro d’Italia 2020, l’anticipazione è arrivata oggi, regalerà un arrivo a Madonna di Campiglio. L’appuntamento dedicato alle due ruote ha chiuso il festival e sul palco per i saluti finali, oltre a Cairo, c’erano anche il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, e il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti: “E’ stata un’edizione straordinaria e il mio ringraziamento va a quanti hanno lavorato per questo risultato, dalla Gazzetta dello Sport a Trentino marketing al personale della Provincia di Trento. Arrivederci al prossimo anno”.

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