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Fukushima Dai-ichi, a sei anni dagli incidenti nella base nucleare giapponese

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Il disastro di Fukushima Dai-ichi (in giapponese 福島第一原子力発電所事故) nel marzo 2011, ci ricorda una serie di incidenti, incluse quattro distinte esplosioni, avvenuti presso la centrale nucleare situata presso Naraha nella Prefettura di Fukushima, in Giappone

di Ervino Filippi Gilli

NordEst – Mi sono sempre chiesto quale sia il limite tra ricerca scientifica ed incoscienza, tra progresso e rischio accettabile. La risposta non la so dare perchè se è vero che il progresso ci ha allontanato dalle caverne, è altrettanto vero che in nome del progresso l’uomo si è coperto di gravi nefandezze nei confronti dei propri simili e del pianeta su cui vive.

Una di queste, a mio avviso, è l’ aver voluto giocare con l’atomo senza sapere a cosa si andava incontro (o, forse, facendo finta di non saperlo). Lo spunto per questa riflessione mi è venuta pensando che oggi è il sesto anniversario del disastro di Fukushima Day-chi, una centrale nucleare giapponese gravemente danneggiata dallo Tsunami causato dal terremoto del 2011.

L’undici marzo di sei anni fa l’isola di Honsu ed altre parti del Giappone furono interessate da un terremoto di grado 9 sulla scala Richter, il quarto più intenso che si ricordi nel mondo. Il terremoto, che ha causato quasi 16,000 morti ed oltre 4500 dispersi, oltre ai danni diretti per la scossa (che comunque furono relativamente limitati dato che il Giappone è un paese preparato ad eventi di questo tipo) provocò un maremoto con onde alte tra gli 11 ed i 42 metri. Oltre all’impressionante numero di vittime, l’effetto del sisma può essere sintetizzato in:

Uno sciame sismico di più di 5.000 scosse di assestamento hanno colpito il Giappone dopo l’11 marzo, la più intensa di magnitudo 7.9.

Circa 400 km di coste dell’Honshu settentrionale sono sprofondate di 0,6 metri.

La scossa ha spostato l’isola principale del Giappone – Honshu – verso est di 2,4 metri.

Lo tsunami ha rotto iceberg al largo della Sulzberger Ice Shelf in Antartide.

Lo tsunami ha attraversato l’Oceano Pacifico uccidendo più di 110.000 uccelli marini nidificanti al Midway Atoll National Wildlife Refuge.

Il terremoto ha prodotto un rombo a bassa frequenza chiamato infrasuono, che ha viaggiato nello spazio ed è stato rilevato dal satellite Goce (satellite lanciato nel 2009 dall’Agenzia Spaziale Europea per misurare le variazioni di campo gravitazionale).

Gli edifici distrutti dallo tsunami hanno rilasciato sia nell’aria che sulla terra migliaia di tonnellate di sostanze chimiche nocive.

Ma l’effetto peggiore del sisma fu l’incidente nucleare alla centrale di Fukushima Dai-chi. Quando le onde del maremoto colpirono la costa, superarono le difese erette a protezione della centrale e l’acqua invase i locali dei generatori diesel che controllavano il sistema di raffreddamento del reattore (che si era spento in automatico ma che necessitava di liquido refrigerante per far diminuire la temperatura nel nucleo). L’assenza di raffreddamento causò tra l’11 marzo ed il 10 aprile una serie di esplosioni che fecero modificare la classificazione dell’evento dall’iniziale 4° grado nella scala INES al 7° grado, pari al disastro di Cernobyl. La scala INES comprende 7 livelli ed è divisa in due parti: gli incidenti (dal 7º al 4º livello) ed i guasti (dal 3º al 1º); è una scala logaritmica il che significa che il passaggio da un livello all’altro porta ad un aumento dei danni di dieci volte.

Purtroppo un incidente nucleare non è un incidente qualsiasi a cui in tempi ragionevoli si può porre rimedio, ma ha effetti che durano per anni: ne sanno qualche cosa le popolazioni di Cernobyl (avvenuto nel 1986), solo per citare uno dei cinque più gravi incidenti nucleari della storia (gli altri sono quelli di Kyshtym in URSS nel 1957, Three Mile Island (USA) nel 1979 e Tokaimura (Giappone) nel 1999).

Fukushima, come le altre 5 centrali citate, provoca ancora danni ambientali dato che, causa l’inquinamento radioattivo dell’acqua di falda, vengono tuttora scaricate in mare sostanze tossiche che avvelenano il pianeta.

Ricordo che qui in Italia subito dopo Chernobyl ci fu vietato per alcuni giorni di mangiare verdura a foglia larga e che i bambini dovettero rimanere chiusi in casa per alcuni giorni: nessuno dei non addetti ai lavori fu messo a conoscenza dell’intensità delle radiazioni che ci colpirono e, ad oltre trent’anni dall’evento, mi piacerebbe sapere se ci siano stati incrementi nel numero dei tumori che hanno colpito la popolazione e se, soprattutto, le centrali nucleari che ci circondano siano sufficientemente sicure (anche se l’incidente in Francia di alcuni giorni fa mi fa pensare al contrario).

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One Reply to “Fukushima Dai-ichi, a sei anni dagli incidenti nella base nucleare giapponese

  1. Buongiorno,
    mi permetto di egnalare una grossa anomalia nella descrtizione dell’evento.
    Riporto il tresto:”Il terremoto ha prodotto un rombo a bassa frequenza chiamato infrasuono, che ha viaggiato nello spazio ed è stato rilevato dal satellite Goce (satellite lanciato nel 2009 dall’Agenzia Spaziale Europea per misurare le variazioni di campo gravitazionale”.
    Da quando un “infrasuono” ( che è sempre un rumore, che è composto da onde di compressione dell’aria e/o dell’acqua e/o del suolo ) si propaga anche nello spazio?
    I satelliti sono tutti oltre l’atmosfera, e al massimo possono captare variazioni nel campo gravitazionale, ma non certamrente captare un suono. I suoni non viaggiano nel vuoto: hanno bisogno di un fluido con cui propagarsi.
    Ringrazio qual’ora voleste pubbliocare il testo di cui sopra.

    Cordiali saluti

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