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Economia: dieci ragioni per investire in Veneto

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Tra i potenziali investitori esteri c’è la convinzione che il Veneto è un luogo buono per investire

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Venezia – “Io resto ottimista. Nel nostro Paese ci sono volontà ed energie per superare la crisi. Negli ultimi due mesi registro un aumento delle richieste da parte di possibili investitori stranieri e questo è un segno sicuro di attenzione per l’eccellenza del manifatturiero italiano e per le buone condizioni del sistema in Veneto, nonostante politica, media e commentatori spesso si diano da fare per denigrare questa realtà”. Lo sottolinea l’assessore alla formazione e al lavoro del veneto Elena Donazzan, riferendosi anche ai più recenti dati OCSE.

“Alcuni giorni fa abbiamo chiuso una trattativa difficile e complessa con l’acquisizione di una storica azienda di compressori del bellunese, destinata alla chiusura, da parte di una multinazionale cinese. L’azienda riapre – aggiunge Donazzan – e il risultato è stato raggiunto grazie alla determinazione dei soggetti coinvolti ed alla capacità di costruire, forse per la prima volta in questo modo, vere politiche industriali. Vi è stato in questo caso un interesse a produrre in Italia per la nostra capacità manifatturiera. Ora altri soggetti si affacciano, spinti in particolare dall’eccellenza espressa in Veneto, dalla densità di imprese, dalla loro elevata competenza distintiva, dal rapporto con il mondo della scuola circa l’istruzione tecnica e dal contesto favorevole all’impresa da parte della politica di governo della Regione. Queste caratteristiche sono note più all’estero che in patria e spesso non vengono considerate abbastanza nel processo di rafforzamento del sistema regionale e nella sua relazione con il sistema paese”.
“Insomma, tra i potenziali investitori esteri c’è la convinzione che il Veneto è un luogo buono per investire. E questo nonostante facciano da deterrente alcune cattive condizioni generali, legate principalmente alla giustizia ed alla tassazione, certamente non imputabili al governo regionale. Spiace constatare, su questo – fa presente l’assessore regionale – come vi sia anzi una certa sordità, se penso ad esempio alla vicenda legata al Tribunale di Bassano del Grappa, che proprio le aziende straniere sceglievano come foro per dirimere eventuali liti e che oggi rischia la chiusura, nel totale silenzio del governo Renzi. Sono vicende di questo genere che allontanano le aziende straniere, come nel caso della multinazionale Alps South. Peraltro, la nostra volontà politica rimane quella di favorire in ogni modo l’inserimento ed il rafforzamento imprenditoriale, auspicando la presenza di imprenditori veneti ed italiani piuttosto che stranieri”.
“Dobbiamo presentare al meglio queste caratteristiche e dobbiamo far capire agli investitori italiani e stranieri che qui in Veneto vi è un contesto del tutto favorevole, nonostante le magagne o i pasticci di mezze riforme in atto. Questo è, secondo me,. Il decalogo delle buone pratiche che possiamo presentare e proporre:
1) cultura di impresa diffusa e condivisa tra pubblico e privato. La regione del Veneto ha relazioni continue e costanti con le associazioni di categoria con cui condivide la propria programmazione;
2) cultura politica del governo regionale favorevole al mondo dell’impresa e del lavoro; facilità di relazioni con il sistema del pubblico;
3) ottime relazioni sindacali; la Regione del Veneto ha organizzato una struttura dedicata – Unitá di Crisi – per prevenire e accompagnare eventuali controversie sindacali;
4) intervento di accompagnamento nelle relazioni con i sistemi del credito e della finanza; Veneto Sviluppo è la finanziaria della Regione del Veneto partecipata al 49%dal sistema del credito presente in Veneto;
5) sistema di imprese diffuso, differenziato nei diversi settori e organizzato in distretti ad alta densità di competenze e qualità manifatturiera;
6) il sistema di istruzione tecnica e professionale migliore d’Italia – dati OCSE PISA – forte sinergia tra scuola e impresa ; presenza di Istruzione Tecnica Superiore su spinta imprenditoriale;
7) sistema universitario proiettato verso l’impresa . Ricerca e sviluppo per l’impresa sostenuti dalla Regione del Veneto;
8) buon contesto sociale – bassa conflittualità e bassa criminalità;
9) flessibilità del mondo del lavoro; cultura diffusa della contrattazione di secondo livello, della sussidiarietà e della partecipazione;
10) Made in Italy nei suoi settori strategici: agroalimentare, moda, meccanica, turismo, logistica, artigianato e di nicchia”.

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