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Droga, dopo i casi di “eroina gialla” blitz dei Carabinieri tra Venezia e Padova per stanare i pusher: 13 arresti. Il ministro Fontana si complimenta con l’Arma

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Carabinieri in azione tra Venezia e Padova. “Grazie e congratulazioni ai Carabinieri per questa eccellente operazione. Avanti con la lotta alla droga”. Lo scrive su Facebook Lorenzo Fontana, Ministro per la Famiglia e le Disabilità, con delega all’antidroga, commentando il blitz dei Carabinieri di Venezia

NordEst – Gli uomini dell’Arma, hanno arrestato in Veneto, 13 persone nell’ambito di un’operazione antidroga volta a sgominare un’organizzazione tunisino-albanese. Nel blitz sono impegnati oltre 100 militari dell’Arma tra le province di Venezia e Padova, con il supporto di unità cinofile e di un elicottero dell’Arma.

Nell’operazione  blitz sono stati impiegati oltre cento militari dell’Arma tra le province di Venezia e Padova. Le indagini sono iniziate a seguito di numerosi decessi per overdose da eroina nell’ultimo periodo. Nel corso delle indagini sono stati arrestati in flagranza di reato otto pusher e segnalati alla prefettura 110 assuntori abituali di sostanze.

Le indagini sono iniziate nel maggio 2007 dalla Compagnia di Mestre nel maggio a seguito di numerosi decessi per overdose da eroina. Nel corso dell’indagine, sono stati arrestati in flagranza di reato 8 pusher e segnalati alla Prefettura 110 assuntoriI provvedimenti restrittivi hanno riguardato 11 tunisini e 2 albanesi. Sei degli arrestati sono irregolari e tutti con precedenti per droga. Nel blitz sono state fatte molte perquisizioni.

I carabinieri, già dall’inizio delle indagini avviate nel maggio 2017 (e non nel 2007) e coordinate dal pm Carlotta Franceschetti, hanno accertato una netta suddivisione tra i due gruppi: i tunisini si dedicavano allo spaccio da strada, sia nei pressi dei parchi cittadini, sia in prossimità di alcuni istituti scolastici superiori, mentre gli albanesi portavano la droga in Italia e la vendevano all’ ingrosso ai nordafricani.

Allarme eroina gialla dopo le giovani morte a Udine e Mestre – Al di là del “colore” (mai così nettamente distinguibile) e delle sostanze da taglio usate (mai pericolose salvo rare eccezioni e salvo assunzioni estremamente massicce), il rischio legato alla dose (il “quartino” di grammo) viene soprattutto dal principio attivo dello stupefacente (ovvero la “forza” della droga a portare allo “sballo”) che negli ultimi anni è sensibilmente aumentato per un banale motivo di domanda e offerta. La produzione di eroina è in netto aumento, mentre la richiesta ha vissuto anni di forte calo a spese di altre droghe soprattutto artificiali. Così per gli spacciatori non è più così determinante tagliare eccessivamente la “roba” acquistata dai trafficanti per aumentare il guadagno: si arriva a moltiplicare fino a 8 volte la quantità con l’uso di sostanze inerti e di sostanze chimiche quali paracetamolo e caffeina. La droga che così viene venduta al dettaglio con un principio attivo anche superiore al 50% con picchi del 70%, mentre negli anni tragici della tossicodipendenza da eroina si andava dall’uno al 10/15%. Nel caso dell’eroina “gialla”, per il taglio sarebbe stato usato metorfano, un oppioide che può essere impiegato sia come destrometorfano (che riduce i sintomi della tosse e che solo in casi di assunzione massiccia puà causare dipendenza e morte) e sia come levometorfano, stupefacente allucinogeno usabile in Italia solo con prescrizione medica).

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