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Dolomiti, Gli effetti delle forti piogge di fine agosto in Val Travignolo (FOTO)

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Quali sono stati gli effetti delle precipitazioni temporalesche del 29-30 agosto 2020 nel bacino del torrente Travignolo e in Val Venegia

di Ervino Filippi Gilli

Primiero San Martino di Castrozza (Trento) – Come ho già scritto nel contributo precedente, si è trattato di un fenomeno temporalesco intenso che ha scaricato una notevole quantità d’acqua, ma soprattutto con una intensità significativa; a differenza di altre stazioni presenti in Valle di Primiero a Passo Rolle lo scroscio è stato continuo (tabella successiva) raggiungendo la massima intensità (10,4 mm in 15 minuti) alle ore 0,15 del 30 agosto

Stazione pluviometrica

Quantità totale mm

Durata dei fenomeni

Passo Rolle

142,2

Dalle 11,15 del 29/08 alle 13,45 del 30/08 mm 142,20

Analogamente a quanto successo sia in Val Pradidali che nella zona di Colverde, anche la Val Venegia ha subito gli effetti della precipitazione, soprattutto nella zona del Campigolo della Vezzana poco a monte della Malga Venegiota.

In estrema sintesi si sono sviluppate due colate detritiche di grandi dimensioni, una proveniente dal canalone che si risale per raggiungere il rifugio Mulaz ed una dal vallone del Travignolo; mentre la prima ha causato danni limitati (l’interruzione della strada e qualche inghiaiamento di un piccolo settore di bosco), quella proveniente dal Travignolo è stata decisamente più importante.

Il grande volume di materiale movimentato, almeno 30-35,000 mc, è andato ad alluvionare il Campigolo della Vezzana su una superficie valutata in 5,5 ettari di cui 2,7 occupati da detrito grossolano con spessori variabili dai 0,5 ad oltre 2 m, altrettanti da sabbie e limi; oltre a ciò la strada per la Baita Segantini e stata sepolta od erosa per un lungo tratto.

La colata detritica. Gli ultimi 500 metri dell’area occupata dalla colata proveniente dal Travignolo: in rosso la zona coperta da materiale grossolano con spessori anche superiori ai 2 metri, in giallo il pascolo invaso dalle sabbie e limi, in grigio zone ghiaiose preesistenti sovralluvionate anche il 30 agosto.

 

Più che una descrizione del fenomeno, che si è innescato poco sotto lo sperone centrale del ghiacciaio del Travignolo, credo sia più interessante una analisi degli effetti ambientali ad esso connessi.

Immagine della parte superiore dell’area di distacco della colata e del canalone di erosione che si è formato

Oltre al fatto che si sono irrimediabilmente distrutti almeno 3 ettari di pascolo pregiato, spiace vedere quelle che una volta erano aree ad elevata biodiversità ridotte irrimediabilmente ad una landa di ghiaia e sassi.

Sono andate perse superfici occupate da habitat quali le “Lande alpine e boreali – n.4060 della Direttiva CEE di Natura 2000” e “Formazioni erbose calcicole alpine n.6170” che pur non essendo considerati habitat soggetti a rischio di estinzione, avevano comunque una loro valenza; ma forse quel che è peggio è la distruzione di due delle cinque aree su cui era stata segnalata una specie non comune e minacciata di estinzione denominata Carex microglochin.

Particolare della zona di distacco
Il canale di erosione a valle della zona di distacco che ha profondità anche superiori ai tre metri
Zona di accumulo

Purtroppo ad eventi come questi, che non sono rari in Val Venegia (agosto 1998 e settembre 1999 solo per citarne due del secolo scorso), dobbiamo abituarci: i cambiamenti climatici in atto portano ad un intensificazione dei fenomeni violenti con danni spesso gravi ad infrastrutture ed abitazioni.

La strada interrotta dal detrito
Il pascolo coperto dalla sabbia e dalla ghiaia
Una immagine del 2019 della stessa area illustrata in alto
La parte pianeggiante del campigolo invasa dalla sabbia
La stessa area nella primavera del 2019
Visione della parte centrale del deposito della colata di fine agosto
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