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Italia in ‘deflazione’, è un bene o un male? Ecco quali sono i rischi

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Federconsumatori e Adusbef sottolineano la drammaticità delle condizioni in cui versa l’ economia italiana

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NordEst – L’Italia archivia il 2016 in deflazione, con un risultato che non si verificava da oltre mezzo secolo. L’ultima volta, infatti, risaliva al 1959. Tutti sanno che cos’è l’inflazione: si ha quando i prezzi aumentano. Ma cos’e’ la deflazione? Semlicemente il suo contrario: la riduzione dei prezzi.

Un bene o un male? Dipende. La deflazione può infatti essere positiva o negativa. Nel primo caso la diminuzione dei prezzi è dovuta ad abbondanza di offerta. Nel secondo caso, è dovuta a bassa domanda. In altre parole, alla stagnazione dell’economia.

La deflazione registrata nel corso del 2016 “porta l’Italia indietro di 60 anni, determinando effetti recessivi per l’intera economia del paese”, evidenzia il Codacons fotografando la situazione. “La frenata dei prezzi al dettaglio nel 2016 è il frutto del crollo record dei consumi registrato in Italia negli ultimi anni. “L’attesa ripartenza della spesa da parte delle famiglie non si è verificata, e complessivamente negli ultimi 8 anni i consumi degli italiani sono calati di ben 80 miliardi di euro.

Come se ogni nucleo familiare avesse ridotto gli acquisti per 3.333 euro dalla crisi economica ad oggi. Numeri che hanno avuto effetti diretti su prezzi e listini, con una variazione negativa dello 0,1% su base annua”.

La deflazione, osserva la Coldiretti, “ha effetti devastanti nelle campagne dove i prezzi riconosciuti agli agricoltori crollano mediamente di circa il 6% nel 2016 ed in alcuni casi come per il grano non coprono neanche i costi di produzione. Gli agricoltori nel 2016 – sottolinea la Coldiretti – hanno dovuto vendere piu’ di tre litri di latte per bersi un caffè o quindici chili di grano per comprarsene uno di pane ma la situazione non è migliore per le uova, la carne o per alcuni prodotti orticoli”.

Da più parti, in sostanza, si fa notare il circolo vizioso innescato dalla deflazione: il calo dei prezzi produce l’aspettativa di ulteriori cali futuri e può portare al continuo rinvio degli acquisti. Tutto questo, evidentemente, ha un impatto sull’attività delle imprese, sui bilanci e sui livelli occupazionali.

“Nel corso dell’anno che si è appena concluso -osservano Federconsumatori e Adusbef -abbiamo sottolineato con insistenza la drammaticità delle condizioni in cui versa la nostra economia, pertanto le rilevazioni dell’Istituto di Statistica non ci sorprendono affatto.

Allo stesso tempo, però, siamo preoccupati per i primi segnali che ci giungono in merito ad aumenti importanti dei prezzi di carburanti, autostrade, energia elettrica e gas, quindi è necessario che il Governo metta in atto capillari controlli per evitare che si inneschino intollerabili meccanismi speculativi a spese dei cittadini”.

Come si inverte la tendenza? “L’economia deve essere risollevata attraverso interventi che diano una scossa alla domanda interna e che rilancino l’occupazione. Invochiamo azioni concrete che restituiscano prospettive al Paese e che aprano una nuova fase di sviluppo”, affermano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

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