E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento allo simulazione sull’Iva presentata dalla Corte dei Conti nel documento sul Def depositato in Parlamento
NordEst – L’aumento dell’Iva colpirebbe soprattutto beni di prima necessità come pane, pasta, frutta e verdura con aliquota al 4% ma anche carne, pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero con aliquota al 10 per cento con effetti drammatici sui redditi delle famiglie più bisognose e sull’andamento dei consumi in settori come quello alimentare che sono determinanti per sostenere la ripresa in atto.
E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento allo simulazione sull’Iva presentata dalla Corte dei Conti nel documento sul Def depositato in Parlamento. Un aumento dell’Iva generalizzato, in una fase in cui la mancanza di liquidità e di fiducia ha già portato ad una contrazione della spesa, alimenta un circolo vizioso: l’aumento dell’Iva fa calare i consumi e la produzione che a loro volta significano più disoccupazione e debito pubblico.
Si tratterebbe di un duro colpo dopo che la spesa delle famiglie italiane in alimenti e bevande nel 2015 ha invertito la rotta ed è tornata ad aumentare dopo sette anni di riduzione consecutiva anche se con un incremento pari ad appena lo 0,4%, secondo elaborazioni Coldiretti sulle rilevazioni Ismea Nielsen relative. La spesa alimentare è la principale voce del budget delle famiglie dopo l’abitazione con un importo complessivo di 215 miliardi ed è quindi un elemento importante per la ripresa dell’economia.