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Crotone, strage di migranti e l’Italia si interroga

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Il naufragio nelle acque di Steccato di Cutro, tra le vittime 14 minori. Fermato il presunto scafista


 

NordEst (Adnkronos) – Almeno 59 migranti morti nel naufragio avvenuto all’alba al largo di Steccato di Cutro, a una ventina di chilometri da Crotone. Le vittime sono 30 uomini (di cui 9 minori) e 29 donne (di cui 5 minori).

L’imbarcazione sarebbe finita contro gli scogli a causa del mare agitato. E’ stato fermato, come confermano i carabinieri all’AdnKronos, il presunto scafista. Si tratta di un cittadino di nazionalità turca. Al vaglio degli investigatori anche la posizione di un secondo presunto scafista.

Sono 81 invece i migranti salvati, di cui 59 portati nel locale Centro di accoglienza per Richiedenti Asilo (Cara) di Isola Capo Rizzuto e 22 che necessitano di cure mediche al Pronto Soccorso. La stima delle persone presenti a bordo dell’imbarcazione è di 160-180 migranti di diverse nazionalità: afghani, pachistani, turchi e somali. Tra i sopravvissuti sedici sono attualmente ricoverati, uno è in rianimazione. Tutti i ricoverati, a quanto apprende ancora l’Adnkronos, sono giovani sotto i trent’anni e la metà di loro minorenni.

Secondo le fonti i migranti “non hanno fatto in tempo a chiedere aiuto” e alcuni dei sopravvissuti avrebbero raggiunto la costa con i propri mezzi.

Il soccorritore: “Barcone è esploso, un’ecatombe”

Anche la Croce Rossa Italiana, Comitato di Crotone, è intervenuta a Cutro questa mattina allertata dalla Prefettura con ambulanze e mezzi. Oltre 20 volontari, soccorritori e logisti stanno dando supporto per il recupero dei superstiti tra cui ci sono adulti, nuclei familiari e bambini, e per il recupero delle vittime. “È una notizia drammatica – ha commentato Rosario Valastro, Presidente della CRI – un brutto risveglio che dovrebbe destare la comunità tutta affinché simili tragedie non accadano. La CRI ha attivato inoltre il Servizio Psicosociale (SEP) e il Restoring Family Links (RFL).

Il barcone – probabilmente partito da Izmir (Turchia) circa 4 giorni fa – era stato avvistato nella serata di ieri da un velivolo Frontex in attività di pattugliamento. A quanto si legge in una nota della Guardia di Finanza Roan di Vibo Valentia, il barcone è stato avvistato a circa 40 miglia dalle coste crotonesi ed è stato immediatamente attivato il dispositivo per intercettarlo, con la vedetta V.5006 della Sezione Operativa Navale Gdf di Crotone e il Pattugliatore Veloce P.V. 6 “Barbarisi” del Gruppo Aeronavale Gdf Taranto, che, nonostante le proibitive condizioni del mare che questa notte insistevano lungo le coste, si sono impegnati nella ricerca.

Tuttavia, “le unità del Corpo, nonostante gli sforzi operati per raggiungere il target, considerate le difficili condizioni meteomarine e l’impossibilità di proseguire ulteriormente in sicurezza, facevano rientro agli ormeggi di base. Veniva così attivato il dispositivo di ricerca a terra, lungo le direttrici di probabile sbarco, coinvolgendo anche le altre forze di polizia nelle ricerche lungo la costa. Successivamente, le pattuglie e i soccorsi nel frattempo giunti sul posto, non potevano far altro che constatare lo spiaggiamento dell’unità ormai completamente smembrata. Purtroppo al momento non è certo il bilancio delle vittime, in quanto le ricerche sono ancora in corso, sia sul mare che via terra, lungo tutto il tratto costiero”.

“E’ qualcosa che non si vorrebbe mai vedere. Il mare continua a restituire corpi. Tra le vittime ci sono donne e bambini“, spiega all’Adnkronos Antonio Ceraso sindaco di Cutro, il comune del crotonese dove è avvenuto il naufragio. L’imbarcazione a causa del mare in tempesta si è spezzata e come racconta il sindaco “si vedono i resti del barcone su 200-300 metri di costa. In passato c’erano stati sbarchi ma mai una tragedia così. Ora sto andando in prefettura per fare il punto con le autorità”, spiega il sindaco.

PIANTEDOSI: “TRAGEDIA IMMANE” – “Il naufragio avvenuto al largo delle coste calabresi mi addolora profondamente e ci impone innanzitutto il profondo cordoglio per le vite umane spezzate. È una tragedia immane che dimostra come sia assolutamente necessario contrastare con fermezza le filiere dell’immigrazione irregolare, in cui operano scafisti senza scrupoli che pur di arricchirsi organizzano questi viaggi improvvisati, con imbarcazioni inadeguate e in condizioni proibitive. È fondamentale proseguire in ogni possibile iniziativa per fermare le partenze e che non vengano in alcun modo incoraggiate traversate che, sfruttando il miraggio illusorio di una vita migliore, alimentano la filiera dei trafficanti e determinano sciagure come quella di oggi”. Lo dichiara il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

MELONI: “PROFONDO DOLORE” – La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, esprime il “suo profondo dolore per le tante vite umane stroncate dai trafficanti di uomini. E’ criminale mettere in mare una imbarcazione lunga appena 20 metri con ben 200 persone a bordo e con previsioni meteo avverse. E’ disumano scambiare la vita di uomini, donne e bambini col prezzo del ‘biglietto’ da loro pagato nella falsa prospettiva di un viaggio sicuro”. E’ quanto si legge in una nota di palazzo Chigi.

Il governo, continua la nota, ”è impegnato a impedire le partenze, e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione agli Stati di partenza e di provenienza. Si commenta da sé l’azione di chi oggi specula su questi morti, dopo aver esaltato l’illusione di una immigrazione senza regole”.

VON DER LEYEN: “RADDOPPIARE TUTTI SFORZI PER PIANO” – “Sono profondamente rattristata per il terribile naufragio di fronte alle coste della Calabria: la perdita di vita di migranti innocenti è una tragedia”. E’ quanto scrive su Twitter la presidente della commissione Europea, Ursula von der Leyen. “Tutti insieme dobbiamo raddoppiare gli sforzi per il Patto Europeo per l’immigrazione e l’asilo e per il Piano d’azione per il Mediterraneo Centrale”, conclude.

MEDICI SENZA FRONTIERE: “INACCETTABILE” – “È umanamente inaccettabile e incomprensibile perché siamo sempre qui ad assistere a tragedie evitabili. È un pugno nello stomaco”. Così Sergio Di Dato, capo progetto Msf, in un tweet. Il Team Msf, si legge sul profilo della ong, “ha dato la disponibilità alle autorità per attivare un primo soccorso psicologico per i sopravvissuti”.

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