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Coldiretti Trentino Alto Adige, Barbacovi: “Regione di piccoli comuni e agriturismi, realtà fortemente penalizzate dal nuovo Decreto”

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Si moltiplicano le prese di posizione delle categorie dopo il nuovo Dpcm nazionale

Trento/Bolzano – “La nostra regione è terra di piccoli comuni e di agriturismi, realtà fortemente penalizzate dal nuovo DPCM. E’ un vero paradosso se si considera che i paesini di montagna e gli agriturismi situati in zone defilate e in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono i luoghi più sicuri per affrontare l’emergenza poichè è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche”. Così Gianluca Barbacovi, presidente di Coldiretti Trentino Alto Adige, commentando il nuovo Decreto che fissa le regole per le feste di Natale 2020.

A pesare –sottolinea la Coldiretti- è anche la decisione del coprifuoco di fine anno dalle 22 alle 7 del mattino seguente, che di fatto impedisce ogni forma di socialità a tavola ostacolata peraltro durante tutte le feste dall’obbligo di chiusura alle 18 per tutte le attività di ristorazione, anche nelle regioni gialle. Peraltro la decisione di blindare gli italiani nel proprio comune nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno –denuncia la Coldiretti- mette ko le 24mila strutture agrituristiche nazionali che sono principalmente situate in piccoli centri rurali con una clientela proveniente dalle grandi città e dai paesi limitrofi.

In Italia i centri sotto i 5mila abitanti sono, infatti, 5.498, quasi il 70% del totale, secondo un’analisi Coldiretti dalla quale si evidenzia che ben il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce nei piccoli borghi italiani che rischiano di essere duramente colpiti dallo stop agli spostamenti e al turismo in montagna.

La situazione di difficoltà si trasferisce a cascata sull’intera filiera agroalimentare, dall’industria all’agricoltura, con un drastico taglio degli acquisti di prodotti alimentari e bevande da portare in tavola. La chiusura dei locali è infatti destinata a provocare un forte ridimensionamento – conclude la Coldiretti – nei consumi di 70 milioni di chili tra pandori e panettoni, 74 milioni di bottiglie di spumante, 6 milioni di chili tra cotechini e zamponi e frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci spariti dalle tavole lo scorso anno solamente nelle feste di fine anno.

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