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Coldiretti, la deflazione taglia prezzi di frutta e verdura fino a – 43%

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​Crollo dal -43% pomodori a -27% grano fino al -30% arance

verdureSupermercato

NordEst – Crollano i prezzi nelle campagne italiane, dal -43% per cento dei pomodori al -27 % per il grano duro fino al -30% per le arance rispetto all’anno scorso. E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti su dati Ismea a febbraio 2016 dai quali si evidenzia che la deflazione taglia le quotazioni al di sotto dei costi di produzione e mette a rischio il futuro dell’agricoltura italiana, in occasione della divulgazione dei dati Istat sull’inflazione a febbraio. Anticipo dei calendari di maturazione, accavallamento dei raccolti, varietà tardive diventate precoci, con eccesso di offerta prima e crollo della disponibilità poi, sono questi -sottolinea la Coldiretti – solo alcuni degli effetti dell’andamento climatico anomalo sulle verdure che subiscono anche la pressione delle importazioni, determinate dall’accordi agevolati stipulati dall’Unione Europea. L’accordo commerciale tra Unione Europea ed il Marocco ha provocato l’invasione di pomodori con una crisi senza precedenti della produzione nazionale, che si concentra in Puglia e Sicilia, dove si coltiva il pregiato pomodoro Pachino.

L’accordo con il Marocco – sottolinea la Coldiretti – è fortemente contestato dai produttori agricoli perché nel paese africano è permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa ma anche perché le coltivazioni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera. Ma a pesare – continua la Coldiretti – sono anche gli effetti dell’embargo Russo che ha azzerato le esportazioni verso il Paese di Putin. In difficoltà – precisa la Coldiretti – anche gli agrumi con una pianta di arance su tre (31%) che è stata tagliata negli ultimi quindici anni, ma si sono anche verificati il dimezzamento dei limoni (-50%) e una riduzione del 18% delle piante di clementine e mandarini.

Sotto accusa è il fatto che “a distanza di un anno e mezzo dall’approvazione da parte del Parlamento italiano della legge che aumenta la quantità’ minima di succo nelle bibite a base d’arancia dal 12 al 20% non è stato ancora emanato il decreto applicativo. Ma manca trasparenza anche sulla reale origine dei succhi di frutta in etichetta. Un problema che – conclude la Coldiretti – riguarda anche il grano con un pacco di pasta su tre che viene dall’estero senza alcuna informazione per il consumatore.

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