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Cesare Battisti geografo a Primiero: la sua guida raccontò la valle nel 1912

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Una grande guida scritta da un personaggio molto discusso in Trentino Alto Adige

Cesare Battisti, tra cronaca e storia

di Ervino Filippi Gilli
Primiero (Trento) – Scrivere di Cesare Battisti equivale, anche ad oltre cent’anni dalla sua morte, ad addentrarsi in un campo minato.

Battisti è l’irredentista che voleva “liberare” il Trentino dal giogo austriaco (così la pensava mio nonno, Marquardo Gilli – irredentista espatriato da Primiero durante la Prima Guerra Mondiale) o il “traditore della patria” (definizione della moglie, mia nonna Maria Plank, rimasta in “Patria” anche durante la prima occupazione italiana).

Ma non è nostra intenzione addentrarci nella ‘querelle’ storica, ma piuttosto intendiamo analizzare invece il lavoro di geografo che Cesare Battisti ha svolto a Primiero (rimanendo comunque il lecito dubbio su quante delle informazioni raccolte abbia poi passato all’Esercito Italiano, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale).

Perchè Battisti?

Come ho scritto in un precedente articolo, il marketing turistico della Valle di Primiero era gestito dalla Società d’abbellimento e per l’incremento turistico dei forestieri in Primiero nata nel 1905 ed operante dal 1906. Tra le tante iniziative della Società ci fu quella di affidare a Cesare Battisti il compito di redigere una Guida di Primiero.

Che Battisti fosse l’uomo giusto per l’incarico è evidente: nella sua vasta bibliografia troviamo infatti la Guida di Mezzolombardo (1905), la Guida di Levico (1907), Da Trento a Malè (1909), la Guida dell’Altopiano di Folgaria e Lavarone (1909), la Guida delle Giudicarie (1909), Il Trentino, guida pratica (1910).

La Guida di Primiero

Edita nel maggio 1912

E’ un libriccino (12×15 cm) composto da 135 pagine a cui ne devono essere aggiunte altre 26 occupate dai vari sponsor.

Il libretto, era messo in vendita a 1,80 corone nella versione brossurata, a 2,50 nella versione in tela. L’opera contiene due cartografie: una schematica delle direttrici stradali nel quadrilatero Venezia – Verona – Passo del Brennero – Dobbiaco, l’altra (disegnata da G. Guadagnini) denominata Strade e sentieri nei dintorni di Primiero.

Il lavoro racchiude tutto quello che ci si può aspettare da una guida: cenni storici sulla valle, elenco degli uomini illustri, un capitolo sul dialetto e la toponomastica, uno sugli usi e costumi, l’analisi socio – economica del distretto, le vie d’accesso a Primiero, le descrizioni dei paesi. L’opera, termina analizzando le salite alle varie cime che si possono compiere dai quattro rifugi descritti.

Se proprio devo trovare nell’opera un aspetto negativo, questo è rappresentato dall’astio di Battisti nei confronti dell’Impero Austroungarico che traspare in più parti di questa guida. Parlando dei personaggi illustri, l’autore segnala l’assenza di personaggi importanti fino al 1700 dando di ciò la colpa alla famiglia Welsperg:

Parlando dei personaggi illustri, l’autore segnala l’assenza di personaggi importanti fino al 1700 dando di ciò la colpa alla famiglia Welsperg:

“Che non poteva ben evidentemente profittare in largo modo della cultura, né portare ad essa speciale contributo.”

Continua poi: “Si aggiunga l’importante circostanza che a sfruttare le miniere vennero lavoratori tedeschi, diretti da capitani tedeschi […]
Parlando dei personaggi illustri, l’autore segnala l’assenza di personaggi importanti fino al 1700 dando di ciò la colpa alla famiglia Welsperg: “che non poteva ben evidentemente profittare in largo modo della cultura, né portare ad essa speciale contributo.”

Fu già molto che l’azione di costoro, inevitabilmente deleteria allo sviluppo nazionale e quindi alla cultura, sia stata paralizzata dall’elemento indigeno che non subì nessun imbastardimento”.

Una seconda citazione merita di essere riportata; parlando dei rifugi il Battisti scrive: “Il rifugio Pradidali (erroneamente chiamato sulle carte Pravitali per colpa di certi stranieri che non hanno capito la significazione di Prati gialli)…”

Soprassedendo su queste affermazioni, bisogna ammettere che la guida di Battisti è ricca di informazioni sia per chi ai primi del Novecento raggiungeva le nostre valli, sia per chi oggi vuole riscoprirla.

Nella biblioteca di Primiero, il libro è presente in edizione cartacea, ma da alcuni giorni anche in formato digitale.

Numeri e curiosità

Tra le tante curiosità raccolte nella Guida si viene a conoscere che a Primiero esistevano 17 scuole frequentate complessivamente da 1800 alunni, che a Canal San Bovo gli abitanti erano nel 1910 ben 3833 e dopo un decremento tra il 1860 ed il 1880 la popolazione era in netta crescita. Si scopre ancora, che la densità della popolazione (29.1 abitanti a chilometro quadrato) era la metà di quella media trentina, che esistevano 675 ettari di arativi (campi), che nel distretto i capi bovini erano 5784 mentre gli ovini 1100.

Si scopre ancora, che la densità della popolazione (29.1 abitanti a chilometro quadrato) era la metà di quella media trentina, che esistevano 675 ettari di arativi (campi), che nel distretto i capi bovini erano 5784 mentre gli ovini 1100.

Insomma una miniera di informazioni notevolissima. Se dovessi dare un voto a questa guida, anche alla luce delle altre che ho fin qui presentato, darei un bel 9 su 10 in quanto, se è vero che il libro migliore (da 10 e lode) non è ancora stato scritto, la Guida di Primiero di Cesare Battisti merita di essere annoverata tra le prime per completezza delle informazioni e per il modo in cui è impostata.

La copia digitale

Per finire due parole sulla copia digitale depositata in biblioteca: l’osservatore più attento noterà che nella pagina successiva alle note dell’autore compare la scritta Ristampa anastatica a cura della Cassa Rurale locale.

Ciò è dovuto alla circostanza che la copia in mio possesso, un originale, non si trovava in condizioni ottimali e pertanto alcune parti (quelle con le pagine più deteriorate) sono state scansionate dalla riedizione che venne data alle stampe alcuni anni fa.

“Ovunque dimandate il Fernet Primiero”

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