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Catalogna, Governatore Alto Adige Kompatscher: “Soluzione è autonomia non secessione”. Sospesa indipendenza: “Ora il dialogo”

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Bruxelles – “Un dialogo sull’ampliamento dell’autonomia della Catalogna e non la secessione è la strada da seguire”. Lo ha detto il governatore altoatesino Arno Kompatscher, governatore dell’Alto Adige, durante una riunione del Ppe in vista della plenaria del Comitato delle Regioni a Bruxelles.

“L’unica strada percorribile – ha sottolineato – è un’Europa unica con delle autonomie regionali forti e meno peso agli Stati nazionali”. Kompatscher ha sottolineato che il referendum in Catalogna “è stato incostituzionale”, ma – ha aggiunto – “è il risultato di anni di stallo nelle trattative sull’ampliamento dell’autonomia”.

Il governatore altoatesino ha ricordato che il diritto all’autodeterminazione “è un principio fondamentale e per questo si trova anche nello Statuto della Suedtiroler Volkspartei”. “L’autodeterminazione – ha aggiunto – non significa però automaticamente secessione, che potrebbe arrivare solo dopo anni di violazioni dei diritti umani, ma questo non sembra essere il caso della Catalogna”.

Kompatscher ha comunque espresso preoccupazione “per le immagini che tutti noi abbiamo visto”. Secondo il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, sarebbe stato meglio “contestare a livello istituzionale la regolarità di questo referendum e di conseguenza non accettare il suo esito”.

“La Provincia autonoma di Bolzano è un esempio di come sia possibile superare conflitti etnici, come la convivenza possa funzionare e come una Provincia possa uscire dalla povertà”, ha poi detto il governatore altoatesino. Kompatscher ha ricordato che il referendum è stato dichiarato incostituzionale e il suo esito non è stato riconosciuto.

“Violare la costituzione è pericoloso per le minoranze che sono protette da molte costituzioni”, ha aggiunto. “Ora però – ha sottolineato – ci troviamo in un vicolo cieco. Molti catalani hanno l’impressione che negli ultimi non siano stati fatti progressi in merito allo sviluppo della loro autonomia. Il dibattito deve ripartire da un livello politico”.

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