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Caso Schwazer: niente Giochi per Schwazer Lo stop dura fino al 2024

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Secondo la ex Iaaf, federazione mondiale della disciplina regina delle Olimpiadi, “il signor Schwazer non potrà partecipare a competizioni internazionali fino al 2024”. “Rifiutiamo qualsiasi intento da parte dell’atleta o altre persone di minare o annullare la decisione finale e vincolante del Tas”

Bolzano – L’agenzia mondiale antidoping Wada si dice “inorridita” dalla sentenza di ieri del tribunale di Bolzano sul caso del marciatore Alex Schwazer, respinge le accuse e minaccia azioni legali. In un tweet diffuso nella notte la Wada ha così preso posizione sulla vicenda.

a Wada “ha preso atto con grave preoccupazione dei commenti fatti da un giudice del tribunale di Bolzano nella decisione sul caso penale nei confronti del marciatore Schwazer. Il dispositivo della sentenza è lungo e articolato, e necessiterà di essere valutato nella sua completezza, la Wada è inorridita dalle numerose accuse spericolate e prive di fondamento”.
“Nel corso del dibattimento -si legge nel tweet diffuso stanotte dall’agenzia mondiale antidoping- Wada ha fornito prove travolgenti corroborate da esperti indipendenti che il giudice ha rigettato in favore di teorie prive di sostanza”. Wada “era parte civile in questo procedimento ed era impegnata nel compito di assistere la Corte nella definizione della sua sentenza. L’agenzia resta ferma nelle prove che ha fornito e rigetta nei termini più decisi le critiche diffamatorie contenute nella sentenza. Una volta che tutto il provvedimento sarà stato analizzato, Wada valuterà tutte le opzioni disponibili inclusa l’azione legale che sarà possibile intraprendere”.

Bolzano archivia il caso

“Archivazione per non aver commesso il fatto”. Cosi’ il Tribunale di Bolzano pone fine al processo di primo grado per doping ad Alex Schwazer. Il giudice ha accolto la richiesta del pm contestandone la tesi di “opacità” da parte di Iaaf e Wada nelle analisi che portarano alla positivita’ e alla squalifica del marciatore, e rilancia dure accuse contro le due associazioni. Il giudice ritiene “accertato con altro grado di credibilità” che i campioni di urina nel 2016 furono alterati per far risultare l’atleta positivo.

La decisione del Gip fa seguito alla richiesta della procura, dello scorso 3 dicembre, di archiviazione del procedimento penale per Schwazer. L’inchiesta si riferiva al presunto caso di doping di Alex, risalente al 2016, e non al primo caso, del 2012 (quello ammesso dallo stesso marciatore).

Tutto era nato da un controllo del primo gennaio 2016, in seguito al quale il tribunale di arbitrato sportivo aveva condannato il marciatore a una squalifica di 8 anni, che sta ancora scontando. L’atleta ha sempre contestato la validità di questo secondo caso di presunta positività, puntando il dito sugli anomali valori, altissimi, del Dna contenuto nella provetta, dichiarandosi vittima di un complotto.

“Falso ideologico, frode processuale e diffamazione”, sono questi i reati che il gip del Tribunale di Bolzano, Walter Pelino, ipotizza nei confronti di chi avrebbe manipolato le provette di Alex Schwazer, nella sentenza sul processo doping nella quale la posizione del marciatore e’ archiviata per “non aver commesso il fatto”.

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