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Caso Pedri, dopo l’incertezza di queste ore, ormai è ufficiale: Benetollo lascia Apss e scrive ai dipendenti

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Si attendono nele prossime ore risultati commissione interna all’Azienda sanitaria

Trento – Il direttore Pier Paolo Benetollo ha confermato il suo intento di rimettere l’incarico con una mail inviata sabato mattina alle 7. La lettera arriva dopo le tensioni sul caso Sara Pedri e ginecologia, ribadisce in una lettera la propria volontà di lasciare il mandato, dopo una settimana di incertezza da parte della giunta provinciale sulle annunciate dimissioni.

Nel testo, in cui richiama l’impegno richiesto nei lunghi mesi della pandemia e ringrazia tutti, Benetollo spiega ai dipendenti che continuerà a lavorare in azienda “nel ruolo che mi sarà assegnato”. Il direttore dimissionario parla anche della drammatica vicenda di Sara Pedri e dei riflessi sull’Apss.

Ora manca la definitiva formalizzazione, si attende in proposito anche una comunicazione da parte della Provincia sulle dimissioni e sulla successione a Benetollo.

La conferenza stampa della Provincia

Sara Pedri

 

Il direttore generale dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento, Pier Paolo Benetollo, resta, per ora, in carica e con le sue funzioni. Lo aveva comunicato venerdì mattina  il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, in conferenza stampa. Benetollo aveva rimesso verbalmente il proprio mandato nella mani della Giunta provinciale perché aveva riconfermato Saverio Tateo, il primario del reparto dove lavorava Sara Pedri, la ginecologa scomparsa il 4 marzo in Trentino, informando tardivamente il presidente della Provincia Fugatti, come lo stesso governatore aveva sottolineato in conferenza stampa venerdì scorso.

L’incontro con Benetollo

La posizione di Benetollo è rimasta “congelata” sul tavolo della Giunta provinciale per tutta la settimana e lo rimarrà anche nelle prossime ore. “Abbiamo incontrato Benetollo, il quale conferma la volontà di rimettere il proprio mandato, non ci sono dimissioni sottoscritte, è e rimane in carica”, ha detto Fugatti annunciando che in queste ore la Giunta provinciale avrà i risultati del lavoro della commissione interna presieduta da Antonio Ferro, direttore del Dipartimento prevenzione dell’Azienda sanitaria, “e questo sarà un tema interessante per dare una valutazione generale concreta e realistica”, ha aggiunto il governatore del Trentino.

La richiesta di alcuni dipendenti

Settanta ostetriche della sala parto e del reparto di ostetricia dell’ospedale Santa Chiara avevano scritto una lettera al direttore sanitario Antonio Ferrochiedendo di essere ascoltate in merito alla triste vicenda della dottoressa Pedri e al clima lavorativo di gravi tensioni, intimidazioni e vessazioni che sembra essersi determinato nel reparto di ginecologia nel corso di questi anni”. Lo scrivono Luigi Diaspro e Marco Cont, della Funzione pubblica Cgil del Trentino, sottolineando che al momento non risulta che tutte e settanta le professioniste siano poi state sentite dalla commissione.

Caso Pedri, continuano indagini

La Procura di Trento ha ricevuto la copia forense del telefono di Sara Pedri, la ginecologa di 31 anni scomparsa in Trentino lo scorso 4 marzo che – secondo la famiglia – avrebbe subìto pressioni psicologiche sul posto di lavoro, a Trento. I contenuti del cellullare della donna saranno ora valutati dal pubblico ministero, Licia Scagliarini.

Il telefono di Sara Pedri era stato trovato nella sua auto parcheggiata al confine tra il comune di Cis e quello di Cles, nelle vicinanze del ponte sopra il torrente Noce, che con la sua corrente porta al lago di Santa Giustina. La zona è tristemente nota per i suicidi ed è sul fondale fangoso del lago che si concentrano le operazioni, rese però difficoltose dal basso livello dell’acqua nel periodo estivo.

Tra marzo e aprile, per cercare la ginecologa di Forlì che lavorava all’ospedale Santa Chiara di Trento, erano stati impiegati anche i cani specializzati nella ricerca di cadaveri in acqua. Da Genova, inoltre, era intervenuto il Nucleo dei carabinieri subacquei con un eco-scanner e anche i sommozzatori dei vigili del fuoco erano stati impegnati nelle ricerche. Il fiuto dei cani molecolari aveva portato all’inizio del ponte di Mostizzolo, poco distante dal luogo dove il 4 marzo scorso era stata trovata l’auto di Sara Pedri. Le unità cinofile si sono fermate nei pressi di un dirupo alto una cinquantina di metri a cui si accede dalla pista ciclabile ma nessun corpo è stato trovato.

Concluse ispezioni da Roma

Intanto si è conclusa la visita visita degli ispettori mandati dal ministro Speranza nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Trento e si attendono le audizioni dell’Ordine dei medici di Trento, previste alla fine di luglio, ed i risultati della commissione interna costituita dall’Azienda sanitaria per chiarire le dinamiche interne al reparto dove lavorava la giovane ginecologa.

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