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Carabinieri Belluno, da venerdì 13 marzo operazione “State a casa” su tutte le strade

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Capillare servizio di controllo del territorio battendo a tappeto la viabilità primaria e secondaria, sfruttando anche l’ausilio degli elicotteri

Belluno – Da venerdì 13 marzo, per tutto il weekend, il Comando provinciale dei Carabinieri, sotto il coordinamento della Prefettura e in piena collaborazione con le altre Forze di Polizia, realizzerà un capillare servizio di controllo del territorio provinciale battendo a tappeto la viabilità primaria e secondaria, sfruttando anche l’ausilio degli elicotteri del 14° Elinucleo Carabinieri.

L’attività che inizierà alle prime luci dell’alba, si protrarrà per le 72 ore successive e avrà come scopo primario l’attuazione di un dispositivo di sicurezza teso a intercettare tutti i contravventori delle disposizioni appena emanate, applicando le sanzioni previste.

Non verrà tralasciato nulla, spiegano i dirigenti dell’Arma. Ci saranno pattuglie di Carabinieri Rocciatori per il controllo di rifugi, malghe e luoghi impervi ove si potrebbe pensare di trascorrere il fine settimana lontani dalle proprie abituali residenze. Anche le strade secondarie e gli accessi alla Provincia meno frequentati (passo San Boldo – passo Sant’Osvaldo – Passo loc. Forcelletto di Seren del Grappa) saranno oggetto di specifici controlli

L’azione che verrà messa in campo, che potrà contare su circa 140 pattuglie dell’Arma territoriale, nonché sul supporto di un Team con prerogative di antiterrorismo e di 2 Squadre operative speciali, che sono altamente specializzate nei controlli urbani e in ambienti rurali, ha le potenzialità per intercettare buona parte dei trasgressori.

 

In breve

Ottanta milioni di euro all’anno per i territori al confine con Trentino e Alto Adige–Sudtirolo. Questa la cifra messa a disposizione dal Fondo Comuni Confinanti con il rinnovo dell’intesa, avvenuto giovedì mattina a Roma. L’accordo è stato siglato tra il Ministero dell’Economia e Finanze, il Dipartimento per gli Affari Regionali, le Regioni Lombardia e Veneto e le Province Autonome di Trento e Bolzano. La firma dell’Intesa è avvenuta per via digitale, nel pieno rispetto delle attuali restrizioni utili a fronteggiare l’emergenza coronavirus.

Coronavirus, nelle case di riposo del Veneto mancano dispositivi e personale. La segnalazione arriva da Uripa (Unione regionale istituzioni e iniziative pubbliche e private di assistenza anziani), che ha scritto all’assessore regionale Manuela Lanzarin e al direttore generale dell’Area sanità e sociale Domenico Mantoan.

Coronavirus, consegna della “spesa” a domicilio per persone anziane e sole. Le associazioni di volontariato e gli esercenti (negozi, supermercati, rivenditori) che fossero intenzionati a mettersi a disposizione per questo servizio, o lo hanno già fatto, possono manifestare la propria disponibilità a mezzo mail o telefonata al Coc di Feltre (mail: protezionecivile@comune.feltre.bl.it -Tel. – 0439/885385 dalle ore 8 alle 16).

Lettera a Zaia: medici veneti chiedono più sicurezza e trasparenza con la stampa. I sindacati dei medici del Veneto, insieme, hanno scritto un appello al presidente della Regione Luca Zaia perché disponga che negli ospedali si provveda a trattare solo i casi urgenti e non rimandabili. I turni sono pesanti e la protezione dai rischi non pare sufficiente. «Deve essere dato il massimo supporto in termini di turnistica e protezione a tutti gli operatori a vario livello privilegiando i reparti che sopportano il massimo impatto da questa situazione: Pronto Soccorso, Terapie Intensive, Medicina d’Urgenza, Suem – 118 , Malattie Infettive, Medicina Interna, Geriatria, Otorinolaringoiatria, Pneumologia e chi fa attività diagnostiche e interventistiche a livello Cardiovascolare, di Angiologia , di Chirurgia Generale, di Gastroenterologia e Diagnostica per Immagini con particolare esposizione. Quanto alle cause di morte dei pazienti, in tema di Coronavirus, si richiede che le dichiarazioni alla stampa, in particolare da chi ha rappresentanza istituzionale, siano improntate alla massima trasparenza e conseguenza logica. In qualità di Rappresentanti delle nostre categorie professionali ci riserviamo la decisione di ogni azione, anche di tipo legale, a tutela della cittadinanza e dei nostri colleghi».

Si chiudano anche le fabbriche. A sottolineare la necessità di chiudere anche le fabbriche è il sindaco di Calalzo di Cadore, deputato e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Luca De Carlo. Non capisco in base a quale criterio sarebbe più facile infettarsi dal parrucchiere piuttosto che in fabbrica. Lo vediamo in tutta Italia, in tutto il Veneto, da Cibiana di Cadore a Marghera: operai che lavorano ore nello stesso locale, e prima e dopo affollano le stazioni e i mezzi pubblici. Serve un blocco totale per tutelare la salute dei lavoratori, e anche per rispetto a quelle migliaia di operatori della sanità da oltre un mese in prima linea in questa enorme battaglia».

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