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Buon 8 marzo 2023, “Lavoro? Oltre 50% delle donne vengono limitate”. Sindacati Trentino: “Retribuzioni femminili più basse”

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La denuncia dell’Osservatorio InDifesa di Terre des Hommes e OneDay Group: il lavoro è il luogo in cui le ragazze si aspettano più violenza di genere e discriminazione. Sindacati Trentino: donne segmento debole mercato del lavoro. Retribuzioni femminili, anche a parità di ruolo, sono più basse

Buon 8 marzo 2023 dalla redazione, a tutte le nostre lettrici

 

NordEst (Adnkronos) – 8 marzo, Festa della donna, ma l’Italia non sembra essere ancora un Paese per ragazze. Stando infatti a quanto emerge dai dati del dossier dell’Osservatorio indifesa realizzato da Terre des Hommes e OneDay Group, che quest’anno ha coinvolto oltre 2.000 ragazze adolescenti dai 14 ai 26 anni, una su due si sente limitata nelle scelte sul futuro da stereotipi e retaggi maschilisti e il lavoro è percepito come il luogo più a rischio discriminazione.

Se il presente è complesso, spiega Terre des Hommes, le giovani sono consapevoli che in futuro, da adulte, dovranno lottare anche di più. Ritengono, infatti, che il luogo in cui si assiste a più discriminazione o violenza di genere sia il lavoro: è al primo posto nelle loro risposte seguito dal web e dai mass media. Le ragazze di oggi fanno fatica a sognare, ma neanche progettano “in grande” il loro futuro. Più della metà delle intervistate, il 53,96%, ritiene che le scelte riguardo agli studi futuri o alla carriera lavorativa, le ambizioni e le passioni vengano limitate dagli stereotipi e retaggi maschilisti.

Al secondo posto viene indicata l’assenza di una rete di sostegno, al terzo la mancanza di modelli a cui ispirarsi. Una mancanza sottolineata anche dal fatto che per il 20% di loro “non c’è nessun modello di riferimento” e per il 30% il principale modello è la propria mamma. In sostanza una su 2 non ha modelli esterni alla famiglia a cui riferirsi “idealmente” per progettare il proprio futuro.

“C’è molto da fare per il futuro delle giovani donne nel nostro Paese – dichiara Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes –, è urgente un cambiamento culturale che non può che partire dalla scuola. Occorre lavorare affinché genitori e insegnanti incoraggino le ragazze a seguire percorsi di studio che permettono carriere vicine ai loro reali desideri, al netto dei condizionamenti esterni, che arrivano persino dai libri di testo che ancora troppo spesso raffigurano gli uomini come scienziati e ingegneri e le donne come maestre e infermiere. Ogni anno con la nostra campagna indifesa ci impegniamo a diffondere i dati della violenza e delle discriminazioni, ma cerchiamo anche di offrire a ragazze e ragazzi percorsi che possano accrescere la loro consapevolezza su queste tematiche e proporre nuovi modelli per essere davvero leader del cambiamento per una società più equa e inclusiva”.

La mancanza di modelli di riferimento e gli stereotipi non aiutano le giovani Neet (Not in Education, Employment or Training), per cui l’Italia detiene il record europeo negativo: le italiane tra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano sono ben il 25%.

Come racconta il dossier indifesa 2022 di Terre des Hommes, la situazione è determinata da un lato, da convenzioni o vere e proprie pressioni sociali che tendono a dare una maggiore importanza al ruolo delle donne all’interno della famiglia; dall’altro da un mercato del lavoro che privilegia l’assunzione di giovani uomini rispetto alle giovani donne, e rende difficile conciliare l’attività lavorativa con la cura dei figli.

E il divario di genere nell’educazione non finisce qui, denuncia il dossier indifesa 2022. Sebbene le ragazze rappresentino quasi il 60% dei laureati in Italia – una quota stabile da dieci anni a questa parte – la loro presenza all’interno dei corsi di laurea Stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics) è decisamente più ridotta a vantaggio di percorsi di studio in ambito linguistico, medico e umanistico. Secondo il Ministero della Pubblica Istruzione, nell’anno accademico 2020/2021 le studentesse immatricolate nei corsi di laurea Stem sono il 21%, la metà rispetto agli uomini. Eppure, la laurea in una disciplina Ict, come ingegneria o più in generale nelle materie scientifiche, permette di avere migliori sbocchi occupazionali e maggiori possibilità di guadagno.

Un altro gender gap è quello legato a ciò che viene definita “educazione finanziaria”: dal gestire un conto corrente o calcolare il tasso di interesse di un prestito a capire un investimento finanziario. I più recenti test Pisa-Ocse evidenziano come, in media, i livelli di alfabetizzazione finanziaria dei maschi 15enni siano superiori di due punti percentuali rispetto a quelli delle coetanee. Il gap in Italia è addirittura di 15 punti. “Proprio per questo Terre des Hommes nel suo Hub Spazio indifesa di Milano, ha promosso la nascita di corsi di educazione finanziaria per donne in situazione di vulnerabilità grazie alla collaborazione con Global Thinking foundation”, aggiunge il direttore generale di Terre des Hommes Italia.

Se il futuro è in pericolo, il presente è già compromesso. Basti pensare che il 47,78% delle giovani ha dichiarato all’Osservatorio indifesa di aver assistito a una violenza fisica. Non va meglio con la violenza psicologica: 7 ragazze su 10 ha assistito ad episodi di questo tipo. La realtà non è rassicurante per le nuove generazioni: le giovani percepiscono il rischio della solitudine e dell’isolamento sociale (23,14%), il pericolo della violenza psicologica (19,72%), del bullismo (17,90%) e della violenza sessuale (17,39%). Per l’82,90% il web non è un ambiente sano e sicuro. Tra i rischi mettono al primo posto il cyberbullismo.

Non migliora la situazione nella vita offline: il 23,14% sente il pericolo della solitudine e dell’isolamento sociale il 19,72% quello della violenza psicologica, il 17,70% del bullismo e il 17,39% della violenza sessuale. Per quasi il 34% delle intervistate, d’altra parte, non si stanno facendo passi avanti nella parità di genere.

La campagna indifesa è una grande campagna di sensibilizzazione con cui Terre des Hommes ha messo al centro del proprio intervento la promozione dei diritti delle bambine nel mondo a partire da interventi sul campo volti a dare risultati concreti per rompere il ciclo della povertà e offrire migliori opportunità di vita a migliaia di bambine e ragazze nel mondo.

All’interno di questa cornice, dal 2014 Terre des Hommes, in collaborazione con OneDay e ScuolaZoo, porta avanti l’Osservatorio indifesa, con cui ad oggi ha coinvolto più di 64.000 ragazzi e ragazze di tutta Italia, per un totale di più di 10 milioni di contatti. L’Osservatorio è uno strumento per ascoltare la voce dei ragazzi e delle ragazze italiane su violenza di genere, discriminazioni, bullismo, cyberbullismo e sexting ed è a oggi, l’unico punto d’osservazione permanente su questi temi.

L’Osservatorio indifesa 2022-23 e le attività di coinvolgimento dei ragazzi e delle ragazze sono stati realizzati grazie al prezioso supporto di RAI per la Sostenibilità ESG e di BIC che è a fianco di Terre des Hommes attraverso il progetto Network indifesa la prima rete italiana di WebRadio e giovani ambasciatori contro la discriminazione, gli stereotipi e la violenza di genere, bullismo, cyber-bullismo e sexting per promuovere la partecipazione e il protagonismo dei ragazzi e delle ragazze attraverso il loro coinvolgimento attivo in tutte le fasi del progetto per realizzare programmi radio mirati alla conoscenza e alla riflessione su violenza, discriminazioni e stereotipi di genere.

Inoltre, nel 2020 Terre des Hommes insieme a Junior Achievement Italia ha avviato #IoGiocoAllaPari – Palestra di Diritti e Competenze, un percorso di empowerment generazionale e parità di genere rivolto a ragazze e ragazzi di scuola secondaria di II grado. Un progetto che unisce la consapevolezza dei diritti con quella delle competenze grazie a un percorso di formazione innovativo e basato sul role modeling, articolato in 15 workshop online, tenuti da altrettante «Dream Coach», esperte e professioniste, voci sono di riferimento nei rispettivi settori professionali.


 

Sindacati: donne segmento debole


Il Trentino ha fatto importanti passi in avanti in termini di occupazione femminile. Con una percentuale che si attesta al 62% oggi il nostro territorio ha un tasso di occupazione tra le donne al di sopra della media nazionale, che non supera il 50%. Il Trentino fa peggio della provincia di Bolzano, ma comunque è sopra la media del NordEst. Non mancano, però, le criticità. Le donne restano ancora un segmento debole del mercato del lavoro. Lo riferiscono Cgil, Cisl e Uil del Trentino. “Ci sono sicuramente margini per aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, ma gli scogli maggiori riguardano oggi la qualità dell’occupazione femminile e le politiche di conciliazione – fanno notare Maurizio Zabbeni, Lorenzo Pomini e Walter Largher che seguono il mercato del lavoro per Cgil Cisl Uil -. E’ indubbio che un tasso più alto di occupazione femminile avrebbe un impatto positivo su Pil e produttività. Non è pensabile, però, aumentare la partecipazione delle donne se non si rimuovono alcuni ostacoli. A cominciare dal part time volontario e involontario”. Sul totale dei contratti part time attivi l’80% è rappresentato da lavoratrici, una percentuale che resta costante nel tempo. Sul totale delle occupate circa il 40% ha un orario ridotto. Per gli uomini la soglia si riduce al 7%. Il problema maggiore è rappresentato dal part time involontario: oggi la percentuale di donne che in provincia ha un impiego part time, perché non ne ha trovato uno a tempo pieno, è del 17,7%. Il gap con gli uomini è di 14,1 punti. Il che vuol dire redditi più bassi, minori possibilità di carriera e pensioni più basse. Il part time incide anche sulle retribuzioni. Oggi quelle femminili, anche a parità di ruolo, sono più basse, perché le donne hanno spesso occupazioni a tempo determinato o parziale e la presenza femminile è più diffusa in segmenti poveri del mercato del lavoro.

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