NordEst

Belluno, 7 cinesi in nero e 4500 prodotti sotto sequestro (VIDEO)

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Continua senza sosta la lotta delle fiamme gialle bellunesi a contrasto del sommerso da lavoro e a tutela della sicurezza dei prodotti, in attuazione delle direttive strategiche emanate dal comandante regionale veneto della guardia di finanza.

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L’ultimo blitz e’ scattato nei giorni scorsi: i finanzieri del comando provinciale di belluno hanno passato al setaccio un supermercato e un negozio, di nuova apertura a Belluno e un laboratorio tessile di Limana, avviato solo lo scorso anno, tutti gestiti da cittadini cinesi.

Nel corso dei primi due interventi, che hanno permesso di identificare 4 lavoratori in nero, l’attenzione dei militari e’ stata attratta da calzature, bigiotteria, cosmetici e profumi posti in vendita: accativanti erano le confezioni cosi’ come lo era il prezzo, particolarmente basso.

La merce, risultata proveniente in parte da società cinesi del padovano ed in parte direttamente importata dal paese asiatico dagli stessi esercenti controllati, era offerta agli inconsapevoli consumatori a prezzi vantagiosissimi, ma in completa violazione del codice del consumo – d.lgs 206/2005.

Tutto era fuori norma. Sono stati cosi’ sequestrati 4500 prodotti di provenienza cinese privi delle prescritte etichettature in merito alla loro fabbricazione ed esatta composizione.

Parte della merce sequestrata – monili, smalti e profumi – sara’ sottoposta a specifiche analisi di laboratorio per accertarne la composizione ed il potenziale livello di tossicita’ causato, ad esempio, dall’eventuale rilascio di sostanze dannose per la salute quali il nichel e il cromo.

I due commercianti cinesi sono stati multati per la vendita di prodotti non sicuri. uno rischia la chiusura per l’impiego di manodopera in nero.

Nel corso del terzo intervento, in limana, i finanzieri si sono trovati davanti l’ennesima desolante situazione: in un capannone sono stati trovati, intenti a lavorare in nero, 3 soggetti di etnia cinese, dei quali 2 clandestini.

Il luogo di lavoro, dove venivano confezionati abiti per adulti, era anche il dormitorio dei lavoratori. Infatti, tra le cataste dei rotoli di tessuto, sono stati trovati lettini e una cucina a gas.

Ai due clandestini e’ stato notificato il decreto di espulsione, mentre per il titolare dell’opificio, un imprenditore cinese trentenne di roma, e’ scattata una denuncia all’autorita’ giudiziaria per sfruttamento di manodopera clandestina.

Vista la gravita’ della situazione i finanzieri hanno segnalato la ditta alla direzione provinciale del lavoro di Belluno per la sospensione dell’attività.

Da parte delle Fiamme gialle sono tutt’ora in corso gli accertamenti nei confronti di tutte le attivita’ cinesi controllate al fine di verificare il corretto adempimento a tutti gli obblighi fiscali vigenti.

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