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Agricoltura trentina in difficoltà, Degasperi propone: “Provincia cumuli ammortizzatori sociali e assunzioni”

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Mozione proposta da Degasperi per ovviare alla carenza di manodopera nel settore primario

Trento – Per fronteggiare la carenza di manodopera nel comparto agricolo, la Giunta verifichi al più presto la possibilità di consentire, per il periodo dell’emergenza Covid-19, il cumulo tra ammortizzatori sociali (e altri benefici economici gestiti dalla Provincia autonoma di Trento), con la regolare assunzione di personale nelle aziende del settore primario. Questo per garantire la raccolta stagionale di frutta e verdura. E un vero salario da lavoro a chi riceve un sussidio sociale perché non ha un’occupazione.  Ad ipotizzare questa soluzione al più scottante problema che imcombe sul settore primario per effetto dell’epidemia, è una mozione del consigliere provinciale trentino Filippo Degasperi, del gruppo Onda Civica Trentino. 

Degasperi ricorda che “tra le proposte formulate dalle associazioni di categoria e apparentemente accolte dal Ministro Bellanova, c’è quella di impiegare persone beneficiarie di cassa integrazione, indennità di disoccupazione o altri sussidi, senza far perdere loro i diritti in corso di godimento”. Osserva poi il consigliere: “Se a ciò si aggiunge l’affermazione del Ministro che perentoriamente chiarisce: ‘voglio che lavorino gli italiani’, è ragionevole ipotizzare che, vista la contingenza, la percezione di sussidi pubblici possa essere temporaneamente resa compatibile con l’assunzione presso le aziende agricole per far fronte all’emergenza”.

Tanto più, aggiunge l’esponente di Onda Civica, che “una iniziativa simile è già stata codificata in Spagna. Con un recentissimo Regio Decreto infatti, per facilitare l’assunzione della manodopera necessaria alle campagne, l’indennità di disoccupazione e le altre indennità sociali sono divenute cumulabili al salario per chi viene assunto nelle aziende agricole”.

Conclusione? “Se tale principio fosse adottato con riferimento alla batteria di strumenti esistenti e manovrabili in base alle competenze della Provincia, legando l’opzione a stringenti criteri di vicinanza del lavoratore rispetto ai luoghi di coltivazione, oltre al supporto alle imprese, si otterrebbe anche l’aumento del reddito disponibile sui territori in un momento di particolare difficoltà”.

 

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