Distribuito da “Lucky Red”, è uscito lo scorso 6 dicembre nei cinema italiani il film “Un colpo di fortuna” (Coup de Chance) del regista newyorkese Woody Allen. Opera che era stata presentata con successo, in anteprima e fuori concorso, il 4 settembre nel capoluogo lagunare in occasione della “80^ edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica la Biennale di Venezia 2023” )

di GianAngelo Pistoia
NordEst – L’esclusiva che ricordo con più piacere, è stata quella che ha coinvolto a Venezia, il regista americano Woody Allen e la sua compagna Soon-Yi Previn. Era il febbraio del 1996 e Woody Allen stava compiendo un tour musicale in Europa con la sua New Orleans Jazz Band; una ventina di concerti “raccontati” poi nel documentario “Wild Man Blues” diretto da Barbara Kopple. In una pausa della tournée Woody Allen soggiornò per alcuni giorni anche al Gritti Palace di Venezia. Complice la magia della città lagunare non seppe resistere alla tentazione di fare un romantico giro in gondola con Soon-Yi Previn, sperando di eludere la caccia dei “paparazzi” che lo seguivano ovunque.
E quasi ci riuscì. Allertato però da una agenzia fotografica inglese da solo mi appostai sulla terrazza del Gritti Palace e attesi il rientro della coppia di innamorati dal loro idillico giro in gondola per i suggestivi canali e rii veneziani. Appena Woody Allen mi vide imprecò nei miei confronti ma non poté evitare di essere accolto assieme a Soon-Yi Previn da una raffica di scatti della mia inseparabile “Nikon”. Nella concitazione del momento non mi accorsi che la troupe cinematografica di Barbara Kopple aveva ripreso l’intera scena e quindi a mia insaputa fui inserito nel documentario “Wild Man Blues”.
Inviai quindi il rullino fotografico (si facevano ancora le foto in analogico e non in digitale) all’agenzia “Grazia Neri srl” di Milano che lo sviluppò e distribuii le immagini alle sue consociate europee ed americane. All’indomani le mie foto erano già pubblicate sui principali media di gossip internazionali (“Bild” – “Sun” – People Magazine – Hello! – …). Prova di questa singolare esclusiva, è la pagina dedicata a Woody Allen, la foto che ho pubblicato su “Wikipedia” alla voce “Woody Allen” e la locandina interattiva a ricordo di questo evento.

© movie posters: Metro Goldwyn Mayer / United Artists – Fine Line Features / Time Warner ]
Il nuovo film di Allen
Ho deciso di dedicare questo articolo a Woody Allen perché dallo scorso 6 dicembre è uscito nei cinema italiani il film “Un colpo di fortuna” (Coup de Chance), la cinquantesima opera del cineasta americano. Film che era stato presentato all’European Film Market di Berlino in febbraio ed era poi approdato in anteprima e fuori concorso alla 80^ edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia all’inizio di settembre.
Illustro questa più recente e forse ultima fatica dell’ottantottenne Woody Allen avvalendomi del “press kit” rilasciato da “Lucky Red”, la società cinematografica che ha curato la distribuzione del film “Un colpo di fortuna” in Italia. Questa è in estrema sintesi la sinossi dell’opera. Il film parla dell’importante ruolo che il caso e la fortuna giocano nelle nostre vite. Fanny e Jean sembrano la coppia di sposi ideale: sono entrambi realizzati professionalmente, vivono in un meraviglioso appartamento in un quartiere esclusivo di Parigi, e sembrano innamorati come la prima volta che si sono incontrati.
Ma quando Fanny s’imbatte accidentalmente in Alain, un ex compagno di liceo, perde la testa. Presto si rivedono e diventano sempre più intimi … Lascio agli spettatori scoprire come si dipana la trama di “Un colpo di fortuna” (Coup de Chance). A me interessa soffermarmi sulle tematiche riguardanti la produzione di questa più recente opera di Woody Allen che, a detta di molti, potrebbe essere l’ultimo suo lavoro in considerazione anche dell’età del regista statunitense.
Tuttavia, originariamente aveva preso in considerazione di realizzare “Coup de Chance” in inglese e scegliendo come protagonisti una coppia di americani che vive a Parigi. «A dire il vero io non parlo francese e lo capisco ancora meno, ma mentre finivo di scrivere la sceneggiatura ho pensato che sarebbe stata una splendida esperienza girare il film interamente in francese – chiosa Allen e aggiunge – sono sempre stato molto innamorato del cinema europeo e francese e quando ho proposto ai miei produttori di realizzare il film in francese, hanno accolto questa mia idea con entusiasmo».
Più di ogni altra cosa desidera avere il controllo assoluto sulle cose, arrivando a volte a modellare la sua fortuna. «Molti uomini di affari di successo ritengono di essere gli artefici della loro fortuna e di non essere alla mercè del caso – continua il regista – di sicuro la fortuna non è tutto, ma Jean è talmente maniaco del controllo che, come scopriamo quasi subito, può aver fatto ricorso all’illegalità per sbarazzarsi del suo socio».
Fanny si rende gradualmente conto di non sentirsi a suo agio in compagnia del superficiale entourage di suo marito e di annoiarsi a trascorrere i fine settimana nella sua casa in campagna andando a caccia e giocando a golf. «È una giovane donna intelligente e colta che ha sempre avuto un’inclinazione artistica e aveva immaginato di sposare un musicista, un pittore o uno scrittore – aggiunge il cineasta – ed effettivamente ne aveva sposato uno che si era rivelato stimolante sul piano creativo e se il suo primo marito non fosse stato un tossico, avrebbe continuato a frequentare il mondo dell’arte».
«Alain apprezza l’influenza del caso e della fortuna nella vita, l’ha osservata e l’ha sperimentata, diversamente da Jean che ha una personalità molto più rigida e maniaca del controllo – aggiunge il regista e precisa – io penso che la fortuna e il caso svolgano un ruolo molto più grande di quanto le persone siano disposte ad ammettere. Amano credere che lavorando sodo, applicandosi e seguendo una stretta disciplina saranno in grado di controllare la propria esistenza. Ma è vero soltanto in parte, malgrado sia un pensiero vagamente inquietante».
Jean non ha affascinato soltanto Fanny, ha anche letteralmente conquistato sua madre Camille (Valérie Lemercier) che ha molte cose in comune con lui e che è sollevata all’idea che sua figlia sia al sicuro con un uomo solido e ricco. «Le piace molto – ammette il regista – amano entrambi la vita all’aria aperta, andare a pescare, a cacciare e a passeggiare e Camille è felice che sua figlia abbia sposato un uomo stabile. A dire la verità, Jean e la madre di Fanny sono due persone molto simili». Tuttavia, l’istinto materno prende il sopravvento quando sente un commento e percepisce che sua figlia possa essere in pericolo, iniziando a nutrire forti sospetti su Jean. «Sente dire delle cose su suo genero e, contrariamente a Fanny, è una che vuole verificare le dicerie – osserva Allen – all’inizio prova solo una vaga sensazione di sospetto, ma diventa sempre più inquieta e decide di indagare quando sente che qualcosa non quadra».
Allen ammette che non conosceva nessuno degli attori che recitano in “Coup de Chance”, ma che tutti i componenti del cast che ha scelto dai videotape erano professionisti di prim’ordine e perfettamente in sintonia con i loro ruoli. Prima dell’inizio delle riprese gli sono stati brevemente presentati e, come fa con tutti i suoi collaboratori, Woody Allen ha accordato loro un enorme spazio di libertà creativa. «Volevo che fossero in grado di esprimersi con parole loro e di parlare come normali cittadini francesi – aggiunge il regista – Non erano costretti ad attenersi strettamente alla mia sceneggiatura, potevano rilassarsi e improvvisare parlando come parlerebbero in circostanze analoghe nella vita reale. Quando lasci a un attore questa libertà, ti regala interpretazioni eccellenti».
«Per fare un buon film è essenziale circondarsi di collaboratori di prima categoria – precisa Allen e aggiunge – È importante scegliere quelli più adatti e poi non sovrastarli, ma al contrario lasciarli liberi di esprimersi artisticamente. Con Vittorio lavoriamo sempre allo stesso modo. Lui legge la sceneggiatura, parliamo di quale deve essere il sentimento del film e poi, come con tutti i miei collaboratori, gli lascio un enorme margine di manovra. È un grande artista e quasi tutto quello che fa è naturalmente bello».
In modo analogo, ha voluto dare allo splendido appartamento parigino – territorio esclusivo di Jean – una tonalità azzurrognola che si intensifica quando monta la tensione. «In realtà, le pareti dell’appartamento erano bianche – aggiunge Storaro – ma mi sono reso conto che lasciando filtrare la luce naturale attraverso le finestre e impostando la videocamera in “modalità artificiale”, le pareti apparivano azzurrognole. Woody ha abbracciato l’idea anche se voleva un azzurro chiaro all’inizio e un colore più scuro in un frangente successivo. Gli ho mostrato che non doveva preoccuparsi perché era possibile aumentare la tonalità bluastra intensificandola».
Le molte opere d’arte che si possono osservare nell’appartamento sono state o create dalla troupe – che si è ispirata a pezzi classici – o prestate da collezionisti privati. I ristoranti, che svolgono un ruolo essenziale nel film sono stati scelti perché il regista li conosce e li ama. «Alcuni sono tipici bistrot parigini, altri sono locali alla moda che offrono una vista panoramica sulla città – rammenta Mélery – altre location sono state trovate per puro caso, in linea con il tema principale del film! Avevo visitato il Museo Guimet per le gallerie espositive e le terrazze sul tetto e sono passata per gli uffici per evitare di avere rimpianti in seguito – aggiunge – ma quando ho visto le scatole dell’archivio, l’ufficio del detective è apparso come una scelta ovvia; era possibile filmare un’impresa famigliare con documenti investigativi archiviati nei faldoni da generazioni e generazioni! Woody aveva in mente un ufficio più modesto, ma gli piaceva la bellezza naturale della location. Lo studio di Jean è stato trovato nello stesso edificio, anch’esso scelto perché ce ne siamo innamorati a prima vista».
Se consenti a un collaboratore come lei di fare quello che ha in mente, dal momento che comprende così a fondo la sceneggiatura, nove volte su dieci le scelte che compie sono istintivamente corrette». Per Jean e Fanny, si è trattato di mostrare lo status sociale e il buon gusto della coppia attraverso i loro abiti, le loro calzature e i loro gioielli. Per quanto riguarda Fanny, in un primo momento sfoggia un look elegante e sofisticato che diventa sempre più semplice e modesto via via che si avvicina ad Alain. «Il suo look appare più rilassato come se per certi versi stesse tornando a vestire i panni della ragazza che era prima di sposare Jean – precisa Grande – di converso, Jean è molto attento alla sua immagine e vuole che il suo stile trasmetta la percezione che lui ha del suo potere. Abbiamo lavorato con marchi di alta moda tra i quali Hermès, Zegna e Ralph Lauren per vestire il suo personaggio» aggiunge Sonia Grande.
Per Woody Allen l’esperienza di girare un film in francese a Parigi è stata meravigliosa e sarebbe felice di ripeterla. Benché abbia mantenuto gli stessi metodi che utilizza quando gira negli Stati Uniti e abbia lavorato con molti dei suoi collaboratori storici, ha fatto un’eccezione per la colonna sonora. «Di solito in tutti i miei film c’è una musica jazz molto più vecchia che è quella che piace a me – chiosa Woody Allen e aggiunge – ma poiché stavo realizzando un film francese, ho reso omaggio al cinema francese degli anni Cinquanta e Sessanta. I cineasti francesi di quell’epoca usavano la musica di Miles Davis, il “Modern Jazz Quartet” e in generale una specie di jazz moderno. Quindi, questo è lo stile che ho adottato per “Coup de Chance” e ha funzionato molto bene».

Ho rimarcato nel titolo dell’articolo la preoccupazione che assilla molti cinefili che apprezzano in toto il lavoro del cineasta americano. Con “Coup de Chance” sono cinquanta i film finora diretti da Woody Allen che in cinque decenni è riuscito a tratteggiare con maestria per il grande schermo le nevrosi dell’animo umano.