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Virosi fagioli a Primiero, l’assessore Fontana lancia la campagna

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Comunità in prima linea per combatterla

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Primiero (Trento) – Nella passata stagione 2012 di semina e raccolti, come sperimentato dai coltivatori di fagioli in buona parte delle aree agricole del Nord Est, s’è verificato un fenomeno particolarmente allarmante che ha causato danni al 98% delle coltivazioni: l’attacco e la diffusione di una VIROSI causata dal Mosaico Comune del fagiolo (BCMV)

Il virus, già comparso in passato in aree limitate, mai aveva avuto – a memoria d’uomo – un così vasto ambito di propagazione; complici CONDIZIONI CLIMATICHE e STAGIONALI si è determinata una diffusa e devastante PROLIFERAZIONE DI AFIDI, portatori di una vera e propria epidemia che si è manifestata sulle piante da fagiolo (e non solo) in vari modi.

Come si manifesta

“Il mese di maggio 2012  – spiega l’assessore competente della Comunità di Primiero Giovanni Battista Fontana – è stato freddo e piovoso (con minime anche sotto i 10 gradi) ritardando, in molti casi, le semine. Anche i primi dieci giorni di giugno sono stati freschi e piovosi per passare poi improvvisamente a temperature sopra le medie tipiche del periodo (massime intorno ai 30 gradi dal 15 al 30 giugno).

In luglio le temperature si sono stabilizzate su medie del periodo ma si sono realizzate le condizioni per la manifestazione di numerose malattie fungine e per un attacco molto ampio e prolungato di afidi alati.

Le piante, già debilitate per le condizioni climatiche non favorevoli all’accrescimento del fagiolo, sono quindi state ulteriormente indebolite dagli attacchi parassitari tanto da renderle, in molti casi, incapaci di utilizzare il tutore. Infine eventi piovosi di forte intensità, accompagnati talvolta da grandine più o meno violenta, hanno ulteriormente aggravato una situazione già poco tranquillizzante”.

La questione è stata al centro anche di un documento promosso dalle minoranze in Comunità con Flavio Taufer e Daniele Gubert che si sono occupate della questione in termini locali.

Effetti sulle coltivazioni

Germogliazione e primo insediamento della pianta faticoso; nanismo della pianta; foglie deformate più piccole della norma; decolorazioni più o meno estese sul lembo fogliare che ricordano le tessere di un mosaico con bordature perinervali verde scuro; aspetto cespuglioso, accartocciamento, deformazioni e bollosità delle foglie; difficoltà a risalire lungo i sostegni, fogliame ridotto, presenza di afidinecrosi sulle nervature principali delle foglie e successivamente del fusto e dell’apice; sui baccelli si manifesta con deformazioni e riduzione drastica del numero di semi.

Più sintomi possono essere stati contemporaneamente presenti nella stessa pianta e sintomi diversi possono essere stati osservati su differenti piante della stessa coltivazione. Le piante ammalate possono essere sembrate apparentemente vitali, ma nella maggior parte dei casi risultate poi improduttive; molte sono deperite velocemente fino a seccare. In certi rari casi, piante o coltivazioni, hanno dimostrato una inspiegabile tolleranza al virus e si sono rivelate più o meno produttive.

Non rilevante, comprendendo l’ampio periodo dedicato alle semine alle varie altitudini e gli insuccessi, sembra essere stata la RISEMINA in momenti diversi. Nella maggior parte dei casi le piante hanno faticato e non hanno prodotto.

Come si propaga il virus

Propagazione della malattia: di anno in anno si propaga con la commercializzazione/scambio di semente malata.

Spesso il seme non manifesta anomalie rispetto alle caratteristiche ritenute normali. Il seme non deve illudere il coltivatore che deve tenere in considerazione qual’era lo stato di salute della pianta madre.

Una pianta malata produrrà 200 semi che origineranno altrettante piante malate… e via di seguito.

Si va così incontro ad un progressivo decadimento genetico delle coltivazioni che rischiano così di perdere vigore e produttività.

Il seme contagiato non guarisce dalla virosi che può rimanere latente per anni. Annate particolari contraddistinte da clima anomalo possono accelerarne la diffusione. Solo rare specie di fagioli (Borlotto bianco), tra le tante esistenti, sono rimaste immuni.

Gli afidi sono tra i diffusori principali dell’epidemia

Dal 1997, nella Regione Veneto, si sono fatti dei tentativi per promuovere una strategia di risanamento della semente ma, essendo mancato un approccio territoriale sistematico, nel giro di pochi anni la situazione si è ripresentata in forma accentuata ed estesa. Non è una questione da sottovalutare dato che può compromettere grandi e piccole economie e decretare un addio ai sapori e culture antiche.

Cosa fare?

La massiccia invasione del virus del Mosaico porterà conseguenze a lungo termine se non riusciremo ad arginare in fretta il fenomeno.

  • Per un’attenta e accurata selezione in campo della semente… ormai è tardi (a tempo debito era necessaria semmai una accurata selezione delle sementi dalle piante sane!)
  • NON UTILIZZARE LA SEMENTE PRODOTTA NEL 2012!!!

I fagioli sono commestibili ma inadatti alla risemina.

  • PRESERVARE con cura LE SEMENTI DI FAGIOLI DI ANNATE PRECEDENTI (DUE, TRE ANNI ADDIETRO) e nel caso di abbondanza cedere la semente ad altri coltivatori.
  • Ricorrere a sementi controllate presso i Consorzi Agrari (anche se probabilmente le sementi non saranno più le medesime!).
  • Consultare i siti web di riferimentowww.coltivarcondividendo.blogspot.com ,www.fagiolodilamon.it

Nel giro di qualche anno possiamo risanare le nostre culture responsabilizzandoci e rendendo responsabili amici e conoscenti sulle particolari attenzioni da adottare.

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