NordEst

Vicenza, maltrattano compagno credendolo gay

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E’ l’odissea, condita di battute e scherzi pesanti, subita da uno studente vicentino di 16 anni, i cui genitori si sono alla fine rivolti ai Carabinieri: i cinque compagni di scuola sono stati convocati e convinti a desistere dalla persecuzione.
 
Dalla fine dell’anno scolastico al settembre scorso, il ragazzo, un sedicenne che vive in una località della provincia berica, era diventato il bersaglio dei compagni per il suo modo di vestire eccentrico e i gusti considerati troppo femminili.
Lo studente è stato prima chiuso nel bagno delle ragazze, poi gli sono state infilate delle riviste gay nello zaino e infine il suo numero di cellulare è stato apposto alle fermate dell’autobus con profferte omosessuali esplicite. I militare, dopo la denuncia dei genitori, hanno deciso di convocare in caserma i cinque, convincendoli a desistere dalle vessazioni.
 "Il caso del ragazzo di Vicenza vittima di azioni di bullismo omofobo che hanno chiamato in causa anche i carabinieri su denuncia dei genitori, è l’ennesimo caso che dimostra come ci sia un’allerta omofobia che riguarda le scuole" afferma Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center. "Questo caso è emblematico di come possano esserci tra i giovani alcune forme di discriminazione verso quei compagni gay o ritenuti tali – sostiene -. E’ urgente e necessario che sulle scuole si faccia un lavoro di educazione alla diversità e all’affettività".
I sondaggi effettuati dal Gay Center tra gli studenti, rileva Marrazzo, "dicono che c’é una grande maggioranza di ragazzi e ragazze gay che sono state vittime di azioni omofobe a scuola". "Per questo è importante non abbassare la guardia ed è opportuno che le istituzioni intervengano con campagne adeguate anche a sostegno dell’azione che svolgono le associazioni – conclude -. La lotta e il contrasto all’omofobia può e deve partire anche dai banchi di scuola per favorire una convivenza civile tra i giovani nel rispetto delle diversità".
 
La Rete degli studenti, da parte sua, chiede la rapida approvazione di una legge per contrastare il fenomeno. "Apprendiamo a mezzo stampa di un ragazzo vicentino vessato da dei compagni di classe e ‘accusato’ di essere omosessuale. Questo fatto gravissimo si verifica a pochi giorni dal suicidio di un 15enne omosessuale. E’ solo l’ultimo di tantissimi episodi che negli ultimi periodi si sono susseguiti nelle nostre scuole. Fatti come questi sono la dimostrazione – afferma Daniele Lanni, Portavoce della Rete – che quella malattia che si chiama omofobia è entrata anche nelle nostre scuole. Fatti del genere sono gravissimi e da condannare, ancora di più se avvengono in una scuola che dovrebbe essere il luogo dell’apprendimento, dell’integrazione e della cultura. L’omofobia non ha nulla a che fare con la cultura ed è un fenomeno da estirpare dalle nostre scuole. Dobbiamo stare molto attenti alle derive culturali che portano a fatti di questa gravità. Il nostro governo – conclude Lanni – dovrebbe dare una risposta forte a questo fenomeno, approvando con urgenza una legge contro l’omofobia, per lanciare un messaggio forte per chiarire che l’omofobia è una malattia e dare l’esempio positivo anche a noi giovani generazioni". 

Giovane umiliato: Zaia, atti vomitevoli. Governatore, spero punizione esemplare per i 5 bulli/VENEZIA – ‘Non entro nel merito, ma tutte le azioni di discriminazione sono la piu’ alta e vomitevole dimostrazione di incivilta’ che una comunita’ puo’ dare’. Lo dice il presidente veneto Luca Zaia, condannando le umiliazioni inflitte da 5 bulli ad un compagno 16enne da loro ritenuto gay.
 
Zaia ha detto di augurarsi ‘che ci sia una punizione esemplare per questi fatti e che sia soprattutto educativa per far capire ai giovani la vita e come funziona il mondo’.
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