Saranno anche beni comuni e Patrimonio dell’Umanità, ma Venezia e la sua laguna riceverebbero dalle grandi navi da turismo, secondo i dati degli ambientalisti, emissioni di fumo pari agli scarichi di 14mila automobili.
In seguito agli esposti di diverse associazioni in tema di inquinamento collegato alle navi da migliaia di tonnellate, la procura della Repubblica di Venezia ha aperto un fascicolo sui fumi emessi dai ‘giganti del mare’, mentre Vtp (Venezia Terminal Passeggeri) e Autorità Portuale indicano sulla base di altri studi che il livello di inquinamento negli anni è diminuito.
Italiane e straniere, le compagnie crocieristiche usano come fiore all’occhiello il passaggio su Venezia con piazza San Marco vista dal ponte. Ma il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni in ottobre ha detto basta: "I cittadini non tollerano più il passaggio di navi gigantesche nel centro della loro città".
Intanto Comitato No Grandi Navi e AmbienteVenezia puntano il dito sull’aspetto sanitario, chiedendo – forti di 12.500 firme – che "il sindaco, responsabile per legge della salute, promuova con l’Ulss12 veneziana un’indagine sulla salute dei cittadini in connessione con il crocierismo". La tesa manifestazione di settembre contro le grandi navi non é che l’ultima: dal 2001 che Italia Nostra chiede che "vengano posti limiti al passaggio delle grandi navi da crociera". Per Italia Nostra, "non è Venezia con la sua laguna che deve adeguarsi alle stazze delle navi che entrano nel suo porto ma piuttosto l’inverso". Nel 2003 le associazioni ambientaliste riunite nel comitato ‘Salvare Venezia con la laguna’ chiedono al sindaco di "programmare l’estromissione della laguna del traffico petrolifero e delle grandi navi da crociera".
L’attenzione alle emissioni è del 2004, quando con la campagna ‘Venezia buttata nel gesso’ il Comitato di salute pubblica di Venezia inaugura la lotta contro la ‘gessificazione’ dei marmi veneziani: "l’acido solforico – dice – è devastante per i marmi, mentre l’acido nitrico sgretola i mattoni con un’idrolisi profonda". Nel 2007 gli abitanti del sestiere veneziano di Castello vogliono il controllo delle emissioni in aria, dell’inquinamento acustico, elettromagnetico e degli scarichi.
Nello stesso anno il presidente dell’Autorità Portuale di Venezia, il comandante della Capitaneria di Porto, le agenzie marittime e le compagnie armatoriali stilano un accordo "su base volontaria" per affrontare in modo condiviso la questione dell’inquinamento: allo studio i combustibili adoperati, la legislazione comunitaria vigente prevede infatti che siano utilizzati oli combustibili con un contenuto di zolfo inferiore al 4.5%. Le Compagnie di navigazione si impegnano a ridurre le emissioni. Con l’apertura del fascicolo sull’inquinamento delle grandi navi la parola passa alla magistratura.