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Val di Fassa: cent’anni dopo la montagna restituisce il cadavere di un alpino morto in guerra

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Quasi certamente si tratta di un soldato italiano: nella zona era schierata la 56^ divisione

fassa

Trento – A cento anni dall’inizio della guerra italo-austriaca, la montagna restituisce i resti quasi intatti di un giovane soldato: in Val di Fassa in prossimità della cresta di Costabella è stato rinvenuto lo scheletro ben conservato di un giovane Alpino.
Protagonista del ritrovamento Livio De Francesco di Moena «recuperante» sulle montagne della Grande Guerra, presidente dell’associazione “Sul fronte dei ricordi” che cura a Someda (comune di Soraga) un museo di cimeli e reperti provenienti dal settore di fronte Costabella-Cima Bocche.
Quasi certamente si tratta di un soldato italiano: in questo settore del fronte era schierata la 56esima divisione, ed i resti delle calzature, le munizioni e la bomba a mano modello Sipe ritrovati nei pressi del corpo paiono fugare tutti i dubbi.
E’ probabile che il giovane soldato del Regio esercito sia morto negli attacchi del giugno-luglio 1915, in cui i comandi italiani cercavano di attestarsi sulle cime e le creste più alte che controllavano la Val Cordevole e potevano aprire un eventuale passaggio di avanzata verso il Brennero.

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