Dopo Verona e Trieste, anche a Trento il primo caso
NordEst – Si tratta – secondo quanto comunicato dall’Azienda sanitaria trentina – di una persona rientrata dalle Isole Canarie, attualmente in buone condizioni di salute e isolata a domicilio. Apss del Trentino conferma che: “La conferma diagnostica è avvenuta all’ospedale Santa Chiara di Trento ed effettuata, come previsto in questi casi, tramite un tampone del liquido contenuto in una vescicola cutanea”.
È in corso l’indagine epidemiologica per individuare eventuali contatti a rischio e adottare, se necessario, le misure preventive previste. L’azienda ricorda che “perché possa avvenire il contagio sono necessari contatti molto stretti, come ad esempio un contatto diretto faccia-faccia, pelle-pelle o bocca-pelle, o un contatto con oggetti contaminati (biancheria da letto). Allo stato attuale il rischio per la salute pubblica è basso”.
Si tratta di una infezione causata da un orthopoxvirus, parente del vaiolo umano, ma meno grave e contagioso. Scoperto nelle scimmie nel 1958, nel 1970 fu identificato in un bambino congolese e da allora è presente nell’Africa centrale e occidentale in forma endemica. Secondo l’OMS il vecchio vaccino contro il vaiolo ha un’efficacia dell’85%.