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A Trento l’ultimo addio a monsignor Rogger, l’Arcivescovo Bressan:”Fu cercatore della verità”

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A Levico, la sepoltura nella tomba di famiglia

rogger

Trento – E’ stato ricordato dall’arcivescovo di Trento, monsignor Luigi Bressan e dal decano del Capitolo del Duomo, monsignor Lodovico Maule. Dei suoi ultimi giorni l’arcivescovo ha spiegato come “ripeteva spesso preghiere solenni e poco prima di morire ha avuto un momento d’inquietudine, non riusciva a terminare una preghiera”.

La scomparsa

Aveva 94 anni monsignor Iginio Rogger. Era nato a Pergine il 20 agosto 1919, ma era cresciuto a Levico. Dopo gli studi a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana laureandosi in filosofia e teologia, era stato ordinato sacerdote nel 1945 e nel 1951 aveva conseguito il dottorato in Storia della Chiesa, iniziando successivamente ad insegnare la materia al Seminario teologico di Trento, e nel 1955 anche Liturgia. Negli anni Cinquanta è stato anche diventato direttore del Museo Diocesano Tridentino di Trento.

Nel 1965 fu il “principale ispiratore” dell’abolizione del culto del Simonino, e nel 1975 fondò l’Istituto di Scienze Religiose presso l’Istituto trentino di cultura . Nel 1998 Trento gli ha conferito l’Aquila di San Venceslao. Nel 1999 in occasione del suo ottantesimo compleanno il Centro per le scienze religiose in Trento dell’ITC ha pubblicato una miscellanea di studi in suo onore. Il 12 aprile 2006 l’Università di Trento gli aveva conferito una laurea honoris causa in giurisprudenza.

L’addio dell’Arcivescovo Luigi Bressan

“La perdita di Monsignor Rogger – ricorda l’Arcivescovo di Trento – è significativa per tutta la Diocesi di Trento. Ha dato contributi determinanti in vari campi. Non sarà mai possibile scrivere la storia della chiesa dagli anni 50 ad oggi senza attingere alla sua opera, al suo sapere. E’ stato lucido fino all’ultimo. Carattere ardimentoso, anche ieri era inquieto perché non riusciva a completare la sua preghiera. Ha detto ieri “Signore affido alle tue mani il mio spirito”, sentendo l’avvicinarsi della fine”.

L’intervento del presidente Ugo Rossi

Il Presidente Ugo Rossi, a Cracovia per una missione assieme all’assessore Tiziano Mellarini, col quale sta visitando il Centro Giovanni Paolo II, è stato raggiunto dalla notizia della morte di mons. Iginio Rogger. Questo il suo ricordo: «Apprendo con sincera costernazione della scomparsa di Mons. Iginio Rogger. Da oggi il Trentino non potrà più contare sull’illuminata lucidità di analisi, sulle riflessioni e anche sulle provocazioni di questo grand’uomo, che ha donato l’intera sua esistenza alla Chiesa, ma anche alla storia, alla filosofia, alla teologia. Di sicuro ci mancherà la sua capacità di leggere gli intrecci complessi della storia della Chiesa tridentina e, di conseguenza, anche l’acume con cui ha saputo indagare gli snodi delle vicende umane della nostra terra.

Mons. Rogger ha avuto il merito di approfondire con mente sgombra i contenuti e gli sviluppi del Concilio tridentino, ad esempio, ma ha anche approfondito le tappe che hanno portato la nostra comunità a vivere in prima persona e poi a vedersi riconosciuta un’Autonomia figlia della cocciutaggine contadina dei nostri nonni, come lui stesso ebbe modo di dire, valore etico e storico quindi, che però – raccomandava – ha sempre bisogno di essere coltivato, adattato, aggiornato, vissuto nella quotidianità. In lui era centrale una visione globale dell’esistenza, con quelle luci e quelle ombre, con quelle contraddizioni che talvolta lo conducevano a considerazioni anche amare e non sempre comode: il suo è sempre stato un contributo prezioso, permettetemi di dire “laico”, alla conoscenza del presente, tenendo sempre in conto le radici che affondano nella storia più lontana, ma anche i sogni e le speranze specie dei più giovani che guardano al futuro con ottimismo.

La sua scomparsa ci lascia un po’ più soli, ma siamo confortati dal ricordo della sua passione religiosa e civile: il suo amore per l’arte lo portò a dirigere con perizia il Museo Diocesano Tridentino; il suo amore per la verità storica lo portò a impegnarsi per l’abolizione del culto del Simonino; il suo desiderio di essere sempre e costantemente “maestro” per i giovani gli diede la forza di fondare l’Istituto di Scienze religiose presso l’Istituto Trentino di Cultura; il suo insopprimibile amore per la propria gente lo indusse a dare un contributo fattivo e concreto di idee per la nascita dell’Euregio Tirolo-Alto Adige/Südtirol-Trentino. I trentini gli sono grati per tutto ciò: l’eredità che ci lascia avrà il compito di riempire il vuoto della sua morte e ci sarà di guida nei passi che la storia ancora ci riserva».

Rogger nel ricordo di Dorigatti

La scomparsa di Mons. Iginio Rogger non rappresenta solo la perdita di una fra le più acute intelligenze del Trentino nella seconda metà del Novecento, ma è una ferita che incide nella profondità del nostro complessivo tessuto sociale e culturale, perché Mons. Rogger è stato, senza dubbio alcuno, uno degli studiosi più attenti e sensibili dell’ intera vicenda storica del Trentino, sapendo però trarre dal passato insegnamenti tali da consentire ad ognuno di noi una lettura intelligente del presente ed una prospettiva forte per il futuro. Accanto ai suoi pregevoli studi sulla Chiesa tridentina e sulla nostra autonomia, non può qui essere taciuto lo sforzo straordinario, compiuto in anni difficili, avviando e portando poi a conclusione, anche in virtù dell’ apporto importante dell’ Arcivescovo Gottardi, il lungo iter di riabilitazione della comunità ebraica di Trento, vittima innocente del pregiudizio nato attorno alla figura del Simonino.

Con Mons. Rogger se ne va quindi un tempo, oltreché un intellettuale ed un uomo di fede, perché Egli seppe essere interprete acuto di una cultura di frontiera, come quella trentina, una cultura ghibellina, perciò laica e sicuramente mitteleuropea. Nell’accompagnarlo all’eterna dimora, porgo l’estremo ed addolorato saluto del Consiglio della Provincia autonoma di Trento, conscio che nel chiudere il suo sguardo ha anche segnato la definitiva conclusione del “secolo breve”.

Per Lorenzo Dellai: “Pilastro della Comunità”

Scompare con mons Rogger un pilastro ” fondante ” della nostra comunità, la persona di gran lunga più capace di trasmettere la sintesi della nostra storia e della nostra cultura: quel ” comune sentire “, come lui spesso diceva, che connota le genti che vivono nelle terre tra i monti a Nord e a Sud del Brennero. Ho avuto l’onore e il privilegio di beneficiare della sua vicinanza in tanti momenti del mio percorso, dai primi anni di formazione alla politica fino agli ultimi tempi e credo veramente che il Trentino gli debba un grandissimo grazie per quanto ha egli ha fatto e rappresentato come sacerdote e uomo di cultura.

Rogger, una vita intensa per la chiesa e la cultura

(Wikipedia) – Era nato a Pergine ma era cresciuto a Levico[1], primo dei nove figli di Francesco e Faustina Persiali, originaria di Armo in Val Vestino. Ha studiato a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana laureandosi in filosofia e teologia. Nel 1945 è stato ordinato sacerdote e nel1951 ha conseguito un dottorato in Storia della Chiesa. Ha quindi iniziato ad insegnare la materia al Seminario teologico di Trento, e nel1955 anche Liturgia. Nel 1960 ha conseguito la libera docenza.

Negli anni cinquanta è anche diventato direttore del Museo Diocesano Tridentino di Trento. Nel 1965 fu il “principale ispiratore” dell’abolizione del culto del Simonino.[2] Nel 1975 ha fondato l’Istituto di Scienze Religiose presso l’Istituto trentino di cultura (ITC).[1][3]Ha fatto parte per il Trentino della tavola rotonda formata per l’istituzione della Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino.[4]

Nel 1998 Trento gli ha conferito l’Aquila di San Venceslao.[5] Nel 1999 in occasione del suo ottantesimo compleanno il Centro per le scienze religiose in Trento dell’ITC ha pubblicato una miscellanea di studi in suo onore.[6] Il 12 aprile 2006 l’Università di Trento gli ha conferito una laurea honoris causa in giurisprudenza.[7] L’elogio è stato tenuto dal prof. Diego Quaglioni.[8] È morto il 12 febbraio 2014 all’età di 94 anni.[9]

Lista parziale delle opere[modifica | modifica sorgente]

  • (con Antonio Quacquarelli et al.) I Martiri Della Val Di Non E La Reazione Pagana Alla Fine Del IV secolo: Atti Del Convegno Tenuto a Trento Il 27-28 marzo 1984EDBISBN 8810403592
  • (curato insieme a Marco BellaBarba) Il principe vescovo Johannes Hinderbach (1465-1486) fra tardo Medioevo e Umanesimo, Comune di Trento – Istituto di Scienze Religiose in Trento, Edizioni Dehoniane, Bologna 1992 (Atti del Convegno promosso dalla Biblioteca Comunale di Trento 2-6 ottobre 1989)
  • Il Duomo di Trento, Museo diocesano, Trento 1982 (II ed.).
  • Celestino Endrici” in Dizionario Biografico degli Italiani (1993) Istituto dell’Enciclopedia italiana, vol. 42, pp. 660-663.
  • “Riconsiderazioni sulla storia della Chiesa locale trentina” in Storia del Trentino a cura di Lia de Finis, Didascalibri, Trento, 1994.
  • (con Giuseppe Alberigo), Il Concilio Di Trento: Nella Prospettiva Del Terzo Millennio. Atti Del Convegno Tenuto a Trento Il 25-28 settembre 1995MorcellianaISBN 8837216556
  • “Un ricordo di Hubert Jedin a vent’anni dalla morte” (2001) 22(2) Cristianesimo nella storia pp. 307-313.
  • (curato insieme a Enrico Cavada) L’antica basilica di San Vigilio in Trento – Storia – Archeologia – Reperti, (2 voll.), Museo Diocesano Tridentino, Trento 2001.
  • “Archeologia e agiograpia sulla basilica di San Vigilio en Trento” (2004) 21 Antigüedad y cristianismo: Monografías históricas sobre la Antigüedad tardía pp. 437-446.
  • Iginio Rogger, 1965: Trento cancella il rito del Simonino il bambino martirizzato dai «giudei»l’Adige, 22 marzo 2007. URL consultato il 6/6/2008.
  • “In margine al caso Simonino di Trento. Aspetti istituzionali e morali della questione” [Lectio magistralis] in Diego Quaglioni & Fulvio Zuelli (ed), Omaggio a Iginio Rogger. Conferimento della laurea honoris causa in Giurisprudenza. Trento, 12 aprile 2006CEDAM, 2008.
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