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Stati Uniti nel caos: Ferguson, poliziotto non sarà incriminato e riesplodono proteste con un agente ferito a colpi di pistola (VIDEO)

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Riesplode la rabbia a Ferguson, nel Missouri, e in altre città americane, dopo la decisione del Grand Jury di non procedere all’incriminazione di Darren Wilson, il poliziotto che il 9 agosto scorso sparò e uccise il 18enne nero Mike Brown

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New York (Adnkronos) – Un poliziotto è stato ferito a colpi di pistola nel corso delle violente proteste scoppiate dopo l’anuncio. L’episodio è avvenuto a University City, sobborgo di St. Louis. L’agente non è in pericolo di vita. Per i giudici non ci sono prove sufficienti per il rinvio a giudizio di Wilson. Dopo l’annuncio del procuratore della contea Robert McCulloch sono iniziati gli scontri tra i manifestanti e la polizia. La famiglia di Brown si è detta “profondamente delusa”, ma l’appello alla calma, che si univa a quello lanciato dalle autorità, non è stato ascoltato.

“Non ci sono prove sufficienti” per incriminare o mandare a processo l’agente, ha detto McCulloch, alle 20.15 locali di ieri (le 3.15 di stamattina in Italia) leggendo il verdetto del Grand Jury convocato per giudicare il caso. Alcuni dei manifestanti che si erano radunati fuori dall’edificio del dipartimento di polizia della cittadina, all’annuncio della decisione del Grand Jury hanno iniziato a lanciare oggetti contro gli agenti. E’ stato quello il segnale che ha scatenato le nuove violenze.

Colpi di arma da fuoco, auto della polizia prese d’assalto, edifici in fiamme e il lancio di lacrimogeni hanno nuovamente riempito la cronaca della vita di questo sobborgo di St Louis, per molti divenuto il simbolo di un’America nella quale i rapporti razziali, nonostante la presidenza di Barack Obama, rimangono tesi. Il presidente ha lanciato un appello alla calma: “Siamo una nazione fondata sullo stato di diritto – ha detto Obama- dobbiamo accettare la decisione del Grand Jury”.

 La Federal Aviation Authority, per prevenire l’arrivo di manifestanti da fuori città, ha annunciato la cancellazione di alcuni voli diretti a St. Louis. Migliaia di persone hanno però dato vita a proteste in tutto il Paese, scendendo in strada in città come Los Angeles, Philadelphia e New York.

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