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Smettere di fumare per chi ci sta attorno: dall’impatto ambientale al fumo di terza mano

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Spesso chi fuma sa benissimo che le sigarette fanno male, e che possono produrre una serie di conseguenze molto serie sulla salute di diversi organi interni, oltre che sulla pelle

NordEst – Eppure, nonostante questa piena consapevolezza, tanti fumatori faticano e non riescono a dire basta alle sigarette.

Non c’è dubbio di quanto serva una grande forza di volontà per riuscirci, ma nella maggior parte dei casi questa inevitabilmente si scontra con gli effetti dell’astinenza da nicotina, e della dipendenza psicologica. Oggi però è bene spostare il focus anche su ciò che accade intorno a noi, ovvero sugli effetti che le tradizionali sigarette hanno sia sull’ambiente che sulle persone e sugli animali che ci circondano.

L’impatto ambientale del fumo delle sigarette

L’impatto ambientale portato dalle sigarette parte innanzitutto dalle tecniche produttive, che spesso contribuiscono ad esempio alla fenomeno della deforestazione, oltre a problemi legati alle emissioni tossiche di gas serra e ai danni per le biodiversità.

Naturalmente le sigarette provocano danni su più livelli, e questa volta si fa riferimento ai rifiuti generati dalle cicche, che sono tutto fuorché biodegradabili, e che possono causare molti problemi se non smaltiti in maniera corretta. Alcuni animali tendono infatti ad ingerire i mozziconi, scambiandoli per insetti o vermi, mentre in linea generale le cicche inquinano il loro habitat e rovinano quindi l’ecosistema che consente loro di sopravvivere.

Oggi, però, è possibile ovviare al problema annoso dei mozziconi con alcune soluzioni tecnologiche, ad esempio scegliendo di passare ad una e-cig, come quella creata da Blu che permette anche di scegliere tra un’ampia gamma di aromi per sigaretta elettronica.

Questa scelta permette al fumatore di contribuire alla tutela dell’ambiente: riducendo il numero di mozziconi in alcune aree molto particolari come ad esempio le spiagge, è possibile salvaguardare la sopravvivenza di animali come gli uccelli marini che, come detto, potrebbero scambiare le cicche per vermi.

Il problema del fumo di terza mano e delle emissioni

Il fumo passivo causa tanti danni quanto quelli prodotti dal fumo diretto, ma c’è un ulteriore aspetto che ultimamente è finito al centro di diversi studi, soprattutto negli USA. Si fa riferimento al cosiddetto “fumo di terza mano”, ovvero agli odori e alle sostanze rilasciate dalle sigarette, che tendono ad accumularsi sui vestiti, sugli oggetti e sulla pelle delle persone e non solo dei fumatori, è chiaro. Gli odori residui di nicotina, secondo alcune ricerche, sono pericolosi in quanto risulterebbero cancerogeni. Ciò avverrebbe per via della reazione chimica scaturita dall’unione delle sostanze rilasciate dalle sigarette con l’acido nitroso, spesso presente negli ambienti chiusi.

Come se non bastasse già questo, le sostanze prodotte dalle sigarette non vanno d’accordo nemmeno con gli animali, che rischiano parecchio se sottoposti al fumo passivo. Intanto per una questione di olfatto, dato che cani e gatti sono decisamente più sensibili agli odori, e in secondo luogo per un’ovvia questione di salute (basti pensare ad una conseguenza come la congiuntivite).

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