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Sindacati medici, cauto ottimismo dopo incontro con Regioni

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E’ un “cauto ottimismo” quello che segue l’incontro tra i rappresentanti della medicina convenzionata e Sergio Venturi, presidente del Comitato di Settore Regioni-Sanità. L’incontro era stato chiesto dalla Federazione Italiana di Medici Pediatri (Fimp), la Federazione dei Medici di Medicina Generale (Fimmg) e il sindacato degli specialisti ambulatoriali (Sumai), con l’intento di sbloccare quanto prima lo stallo sulle trattative per il rinnovo degli accordi collettivi nazionali


NordEst – Il presidente del Comitato di Settore Regioni-Sanità, Sergio Venturi (assessore alla salute dell’Emilia-Romagna), il coordinatore della commissione affari finanziari, Davide Carlo Caparini (assessore al bilancio della Regione Lombardia) e il coordinatore della commissione Salute, Antonio Saitta (assessore alla salute della Regione Piemonte) della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome hanno incontrato nella sede dell’ufficio di Roma della Regione Lombardia, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali della dirigenza medica e sanitaria.

“E’ stato un incontro utile – ha spiegato Venturi – perché ha consentito un confronto approfondito e nel merito delle questioni sollevate dalle organizzazioni sindacali. Ci siamo concentrati sui fattori che ostano al rinnovo del contratto della dirigenza medica, cercando di distinguere le responsabilità che competono ai diversi livelli istituzionali. Ci sono tre condizioni su cui le Regioni si impegneranno ed un corollario che possono far tornare le organizzazioni sindacali al tavolo Aran per sbloccare l’ultimo fra i contatti del comparto, quello della dirigenza medica e sanitaria, che ancora resta da firmare. La prima condizione è che si faccia maggiore chiarezza sul comma 687 della legge di Bilancio 2019 che riporta la dirigenza Pta del Servizio Sanitario all’interno del Comparto Sanità. Possiamo lavorare su questo ‘contenitore’ e sulla sua decorrenza.

La seconda condizione fa riferimento alle risorse stanziate dal c.d. comma Gelli rispetto alla quale occorre lavorare per trovare la strada ed applicarne il dispositivo già nell’attuale contratto. La terza ed ultima condizione è quella relativa ad una applicazione puntuale della parte economica e una gestione efficace della parte normativa. Il corollario infine è che un eventuale ampliamento di quanto previsto per la Ria, retribuzione individuale di anzianità, non può che essere discusso con il Governo. Noi continueremo a fare la nostra parte fino in fondo, l’aspettativa è che i nostri interlocutori sappiano distinguere le competenze e l’impegno dei diversi livelli istituzionali. E’ un momento – ha concluso Venturi – in cui sono opportune e necessarie la massima chiarezza a una grande responsabilità nell’interesse del servizio sanitario e della tutela del diritto alla salute”.

Nella categoria convenzionata “regna uno stato di grande agitazione legata al fatto che le trattative per il completamento del rinnovo convenzionale 2016 – 2018 sono ormai arenate da mesi e devono trovare soluzioni anche aspetti economici non più rimandabili”, fanno sapere i sindacati in una nota. Di “incontro positivo” parla Antonio Magi, segretario del Sumai, fiducioso per le rassicurazioni rispetto alla “celerità con la quale verrà definita la governance della Sisac”.  “L’intera categoria dei medici convenzionati – avverte Paolo Biasci, presidente Fimp – si sente, a giusto titolo, gravemente frustrata visto il mancato adeguamento degli emolumenti, bloccato ancora al 2010”. Nel dibattito sono poi centrali le questioni che riguardano la medicina generale e l’esigenza, precisa il segretario Fimmg Silvestro Scotti, di “definire quanto previsto in finanziaria in merito all’Inail, ma anche quanto verrà fuori dal decreto semplificazioni per l’accesso dei medici all’area della medicina generale. Temi su cui, in assenza di risposte, porteremo avanti azioni rivendicative”.

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