Primo Piano NordEst

Scorzè, occultate 28 mila tonnellate di amianto

Share Button

Si avvicina la prossima udienza del processo, i capi d’accusa per i sei imputati sono traffico di rifiuti pericolosi e getto pericoloso di cose

amiantoVenezia – Il 30 aprile si terrà la prossima udienza del processo in Tribunale a Venezia per i sei imputati nella vicenda dell’interramento sotto l’autoparco e il centro logistico di via Drizzagno a Scorzè (VE) di oltre 28 mila tonnellate di rifiuti contenenti amianto.
Lunedì 17 febbraio, il giudice monocratico di Venezia, Sara Natto, ha respinto le eccezioni dei difensori che avevano contestato la competenza territoriale del Tribunale di Venezia e la costituzione di parte civile della Provincia.

Delle accuse devono rispondere l’imprenditore padovano Alberto Merlo dell’omonima ditta edile di Borgoricco (PD) e uno dei suoi più stretti collaboratori Silvano Bolzonella, il direttore dei lavori Danilo Michieletto, il titolare della “Carraro Fratelli srl” di Campodarsego (PD) Elio Carraro, il titolare della “Pigozzo Scavi snc” di Salzano (VE) Lino Pigozzo e il responsabile tecnico della ditta “Telve Rigo” di Vedelago (TV) Ennio Telve.

A settembre 2009, il Corpo Forestale dello Stato avevano effettuato controlli nella sede della “Carraro Fratelli” di Campodarsego che, secondo gli inquirenti, avrebbe frantumato e miscelato rifiuti pericolosi contenenti amianto vendendoli alla “Merlo” di Borgoricco che ne aveva utilizzato migliaia di tonnellate per l’autoparco sulla strada Noalese di Scorzè. Carraro avrebbe continuato, da quanto emerso nel corso delle indagini, a utilizzare gli scarti edilizi anche dopo che gli uomini del Corpo Forestale e dell’Agenzia per la Protezione e Prevenzione Ambientale del Veneto (ARPAV) avevano segnalato la presenza di amianto.

Merlo e il suo dipendente Bolzonella, incaricato della valutazione della documentazione tecnica sui materiali riciclati utilizzati dall’impresa, devono rispondere di aver acquistato da Carraro e dagli imprenditori Pigozzo e Telve, rifiuti invece che materie prime secondarie da interrare. Nel 2009, il Pubblico Ministero, Giorgio Gava, aveva disposto il sequestro dell’intera area del cantiere, 110 mila metri quadrati.

La Commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo ha affermato: « Occorre fare chiarezza e individuare le singole responsabilità con assoluta esattezza. Invito i cittadini, le associazioni dei consumatori e l’Associazione italiana esposti amianto (AIEA) a costituirsi parte civile. Siamo di fronte ad uno dei materiali più pericolosi per la salute umana e le ripercussioni potrebbero essere molto pesanti anche a distanza di anni. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) il numero di casi di malattie legate all’amianto nella sola Unione europea è compreso tra i 20.000 e 30.000 all’anno. Tutti i tipi di amianto sono riconosciuti come pericolosi per la salute dell’uomo e gli effetti nocivi a seguito dell’inalazione delle fibre di asbesto, come il tumore al polmone e il mesotelioma pleurico, possono manifestarsi addirittura anche dopo quarant’anni. Il 14 marzo 2013, il Parlamento europeo ha approvato la relazione sulle “Minacce alla salute dei lavoratori dovute all’amianto e prospettive di abolizione totale di tutto l’asbesto esistente” rafforzata dai 12 emendamenti che ho presentato e che erano già stati approvati nelle Commissioni Ambiente e Occupazione e Affari sociali. Attraverso il mio intervento è stata prevista la bonifica di tutti i siti pubblici e privati interessati, comprese le discariche di rifiuti di amianto non sicure e la promozione di processi alternativi ecocompatibili e sicuri, come l’inertizzazione, per la trasformazione di rifiuti contenenti amianto e per il successivo riciclaggio del materiale risultante utilizzabile nel settore delle costruzioni».

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *