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Sait, firmato accordo per piano sociale

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Sì a ricollocazione di almeno 20 degli 80 dipendenti in esubero

Trento – Firmato un protocollo d’intesa per dare attuazione al piano sociale previsto per i lavoratori del Sait e la ricollocazione dei lavoratori licenziati. Il documento, firmato presso l’assessorato allo sviluppo economico e lavoro della Provincia di Trento, impegna Provincia, Agenzia del lavoro, Sait, Cooperazione e sindacati a mettere in campo, assieme, una serie di misure pensate per riportare nel mercato del lavoro i lavoratori coinvolti dal processo di riorganizzazione. In sostanza dovrà essere attuato uno dei punti centrali dell’accordo sui licenziamenti del dicembre scorso, cioè la ricollocazione di almeno 20 degli 80 esuberi.

In base all’accordo la Federazione trentina della cooperazione, in accordo con Sait, si impegna inoltre a individuare uno o più fornitori di servizi di riqualificazione e ricollocazione sostenendo le relative spese, sosterrà l’autoimprenditorialità cooperativa dei lavoratori ed erogherà un bonus alle cooperative che assumono i lavoratori.

 

  • Cgil, ufficio vertenze recupera 3,8 milioni nel 2017 – Supera i 3,8 milioni di euro la somma recuperata dall’Ufficio vertenze e legale della Cgil del Trentino nel corso del 2017. In cinque anni, il totale restituito ai lavoratori è stato pari a 17 milioni di euro. “Cifre importanti che dimostrano come la crisi abbia inciso in negativo sulle condizioni dei lavoratori e sul rispetto dei loro diritti”, dice il sindacato. Il 2017 consegna anche un primo segnale di inversione di tendenza: dopo anni cala il numero delle pratiche aperte per procedure concorsuali. Le vertenze per fallimenti, infatti, sono passate da 454 pratiche del 2016 a 325 del 2017. I lavoratori coinvolti in procedure concorsuali attualmente sono, però, 1.850. Lo scorso anno l’Ufficio vertenze ha preso in carico 2.553 pratiche e ne ha portate a conclusione 2.578. I contenziosi riguardano per il 70% dei casi lavoratori a tempo indeterminato, il numero di quelli con un contratto a tempo determinato è però cresciuto dal 17 al 27%.

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