Primo Piano NordEst

Parigi, Cattedrale Notre Dame “pronta in 5 anni”

Share Button

Macron: “La ricostruiremo”. Pinault dona 100 milioni per i lavori. Perché non sono stati usati Canadair per spegnere l’incendio che ha distrutto il monumento simbolo della città

Parigi (Francia/Adnkronos) – Il cuore di Parigi andato in fumo. Il giorno dopo il devastante incendio che ha distrutto la guglia e parte del tetto di Notre Dame, la città si risveglia con il suo monumento simbolo “salvo nella globalità” della struttura, ma irrimediabilmente sfregiato. Immagini terribili, che hanno fatto il giro del mondo e che raccontano di come sia bruciata insieme alla cattedrale – per dirla con Macron – anche “una parte di noi”.

Ma, ha detto Macron, “siamo un popolo di costruttori”, ricostruiremo la cattedrale di Notre Dame “più bella ancora”. E “voglio farlo in cinque anni, possiamo farlo” ha detto il presidente in diretta televisiva.

Il primo allarme

Sul fronte delle indagini, sono stati due gli allarmi ma solo al secondo sarebbero scattate le procedure d’intervento, dice il procuratore di Parigi, Rémy Heitz, a ‘France Info’. “Il primo alle 18:20, ma non è stato trovato alcun principio d’incendio”. Poi “il secondo alle 18:43 e solo allora sono intervenuti”, evacuando la cattedrale. La Procura ha aperto un’inchiesta per “danneggiamento colposo”. Secondo una fonte citata da ‘Le Figaro’, gli investigatori stanno concentrando la loro attenzione sulla possibilità che l’incendio si sia sviluppato accidentalmente dalle impalcature sul tetto. L’inchiesta per “distruzione involontaria attraverso un incendio” è affidata alla direzione regionale della polizia giudiziaria, la quale ha mobilitato 50 inquirenti.

Smentita intanto l’ipotesi che a provocare le fiamme possa essere stato un lavoro di saldatura. Francois Chatillon, architetto capo per il restauro della guglia, ha spiegato a ‘Le Monde’ che l’ipotesi saldatura “non è quella giusta” perché i lavori di restauro vero e propri non erano ancora cominciati, “era in corso solo il montaggio delle impalcature”. Il montaggio della struttura, composta da migliaia di tubi d’acciaio, era iniziato la scorsa estate e non era finito.

RISCHIO CROLLI – Il ministro francese della Cultura, Franck Riester, si è detto “preoccupato” per il rischio di crolli. “Il timpano del transetto nord” rischia di crollare sulla rue du Cloitre, ha dichiarato all’emittente Rtl, spiegando che per questo motivo sono stati evacuati cinque edifici adiacenti. “C’è anche una seconda parte – ha proseguito – che si trova sulla torre sud, all’interno. E’ stata fortemente attaccata dal fuoco e rischia, se dovesse crollare, di trascinare con sé il timpano triangolare centrale che si trova fra le due torri e si vede quando si guarda la facciata di Notre Dame”.

LE CAUSE – Per quanto concerne le cause, “niente va nella direzione di un atto volontario” ha poi riferito il procuratore Rémy Heitz, facendo il punto sull’inchiesta. Ai restauri stavano partecipando “cinque società” e sono iniziati gli interrogatori dei dipendenti di queste aziende: nel cantiere della cattedrale, lunedì erano presenti “quindici operai”. In questa fase dell’indagine, ha detto il procuratore, viene privilegiata la pista dell’incidente.

GLI AIUTI – Intanto, se il presidente francese ha promesso la ricostruzione, la regione dell’Île-de-France ha già annunciato lo stanziamento di 10 milioni di euro in aiuti di emergenza con lo scopo di “aiutare l’arcidiocesi a fare i primi lavori”, ha spiegato Valerie Pécresse. “Questa ricostruzione, che ovviamente costerà molto, mobiliterà l’intero Paese, i migliori architetti, i migliori artigiani in Francia, forse il mondo; ce la faremo”.

CAPOCANTIERE – Parlando con l’emittente ‘Bfmtv’, uno dei responsabili del cantiere, Julien Le Bras, ha spiegato che “tutte le procedure di sicurezza” nel cantiere “sono state rispettate”. E “tutto quello che posso dire al momento – ha sottolineato – è che, quando è cominciato l’incendio, nessun dipendente della mia azienda era sul posto. Tutte le procedure di sicurezza sono state rispettate” ha aggiunto, evidenziando che i dipendenti collaborano all’inchiesta “senza alcuna riserva”.

IL TESORO – La struttura principale, ha spiegato il ministro della Cultura, Franck Riester, “è salva ma resta una grossa instabilitàla situazione è ancora precaria. La notte scorsa – ha detto – i due terzi del tetto sono bruciati, la guglia è crollata aprendo un buco nella volta, una parte del transetto è crollata”. Il ministro ha espresso cautela, volendo essere ‘prudente’ anche se si dice ‘ottimista’. “Le due torri e le opere sono state messe al sicuro, in particolare il tesoro, grazie al coraggio dei vigili del fuoco di Parigi. La Corona di Spine, la tunica di San Luigi sono ora custoditi nel municipio della capitale. I grandi dipinti teoricamente hanno subito danni a causa dell’acqua. Bisognerà restaurarli”. L’organo della cattedrale è rimasto intatto, ha poi riferito il vice sindaco di Parigi, Emmanuel Gregoire, all’emittente Bfmtv. Rsalente al XVIII secolo, venne costruito da Francois Thierry e ha circa ottomila canne.

“VULNERABILE MA TIENE” – “L’incendio è stato spento. Ormai è il tempo delle perizie” ha detto Gabriel Plus, portavoce dei vigili del fuoco parigini. “Tutta la notte abbiamo sorvegliato i focolai residui per essere certi che il fuoco non si ravvivasse e sorvegliato le strutture dell’edificio per essere certi che non crollassero”. La priorità, ha aggiunto, “era salvare le torri nord e sud oltre che salvaguardare le opere”.

“Globalmente la struttura tiene, ma sono state identificate alcune vulnerabilitàin particolare a livello della volta” ha dichiarato il sottosegretario francese all’Interno Laurent Nunez, con riferimento alla perizia fatta durante una riunione di esperti. “Un timpano del transetto Nord deve essere messo in sicurezza” ha aggiunto, spiegando l’evacuazione di cinque edifici Rue du cloître, per almeno 48 ore, il tempo necessario a realizzare i lavori di messa in sicurezza interni.

IL SINDACO – Il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ha proposto l’organizzazione di una “conferenza internazionale dei donatori”, sottolineando che l’obiettivo sarà quello di riunire “esperti” per “essere in grado di raccogliere i fondi” necessari per ricostruire Notre Dame.

L’ARCIVESCOVO – “Ha rischiato di collassare. Poteva crollare. La torre Nord era in fiamme” ha poi raccontato l’arcivescovo di Parigi, monsignor Aupetit, intervenendo su BFMTV e RMC. Solo verso mezzanotte, ha ricostruito, e dopo lunghi minuti di incertezza, ha capito che la torre sarebbe stata salvata e così le ogive. “C’era vera paura sulle 500 tonnellate di ponteggi, bisognava raffreddarli ma non troppo velocemente, andava fatto con estrema delicatezza”, ha spiegato sottolineando che “i danni sono difficili da valutare”.

“Alcuni dipinti sono fissati alle pareti e quindi non si è potuto portarli via” ha aggiunto. “Si è distrutta Notre Dame ma non l’anima della Francia”, ha concluso, salutando il lavoro dei vigili del fuoco.

IL CANONICO – “E’ una catastrofe per tutti che riguarda tutti: cattolici e non cattolici. Per me non è solo un luogo sacro ma un luogo fondamentale per la storia della Francia e personalmente mi è particolarmente caro perché è il luogo dove ha avuto luogo la mia ordinazione sacerdotale” ha detto all’AdnKronos Jean Marie Dubois, uno dei canonici, Cancelliere della Capitolo della Cattedrale di Notre Dame. “Sono state immagini sconvolgenti”, ha sottolineato, evidenziando come la Fondation du Patrimoine, l’organismo incaricato della salvaguardia e della valorizzazione del patrimonio francese, ha annunciato l’avvio di una sottoscrizione nazionale e internazionale da oggi per il restauro della cattedrale. “Grandi imprenditori come Bernard Arnault, il proprietario del gruppo di lusso Lvmh e François – Henri Pinault, il Ceo di Kering hanno già annunciato ingenti finanziamenti”.

 

 

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *