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Neve e rifugi: troppo clamore mediatico ad inizio estate

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Le nevicate primaverili hanno reso difficile l’accesso ai rifugi: ecco la situazione sulle Pale

Foto Duilio Boninsegna (Rifugio Pradidali – Pale di San Martino)

 

di Ervino Filippi Gilli

Primiero – Spinto dalla curiosità nata dai tanti filmati apparsi su Facebook in cui si vedono i gestori armati anche di motosega andare a cercare le sorgenti che alimentano gli acquedotti delle strutture in quota o che con il badile provano a liberare gli accessi ai rifugi, domenica 23 giugno sono salito sull’altipiano delle Pale di San Martino.

Le aspettative erano alte: mi aspettavo una copertura quasi completa del pianoro e mucchi di neve davanti al rifugio Rosetta. D’altra parte, guardando i dati delle nevicate primaverili a Passo Rolle, 248 cm tra aprile e maggio su un totale di 439 cm di tutto l’inverno, qualche ragione per aspettarsi una distesa bianca e compatta c’era. Ma non è stato così!

Se è vero che rispetto alle due stagioni precedenti c’è effettivamente più neve, non è poi che siamo così lontani dall’inizio stagione del 2016 (ed il paragone tra le due foto di seguito lo dimostra).

Rifugio Pedrotti 2016

 

Rifugio Pedrotti 2019

La neve in quota

Già salendo con la funivia si intravedevano ruscelli d’acqua sgorgare dalle varie placche nevose e questo, per essere le 8.30 di mattina era già un segnale di cosa aspettarsi all’uscita della stazione dell’impianto: la visione dalla terrazza verso il rifugio era quella di un altipiano con una copertura nevosa presente non continua.

Fradusta, ghiacciaio che scompare

Dopo una rapida visita al rifugio, mi sono diretto verso quello che resta del ghiacciaio della Fradusta per rilevare i dati di copertura nevosa utili per elaborare a fine stagione un bilancio tra accumuli nevosi e scioglimenti estivi.

Delle circa venti misurazioni effettuate nell’avallamento in cui una volta esisteva il lago glaciale, solo un paio si sono discostate da un valore medio che si aggira sui 250 cm: insomma per essere l’inizio della stagione estiva c’è poca neve ma, soprattutto, molto morbida e con un solo strato che la sonda faticava ad attraversare; ciò è sintomo di un mancato compattamento del manto e, di conseguenza, di una resistenza allo scioglimento molto ridotta (e questo sì potrebbe creare qualche allarmismo sulla durata delle scorte idriche dei rifugi).

Nessuna emergenza

Questa uscita sul territorio non ha fatto altro che confermare l’idea che mi ero fatto, ovvero di un eccesso di zelo in chi aveva scritto della situazione descrivendola in termini allarmistici. E’ evidente che muoversi in quota e questo soprattutto ad inizio stagione, comporta la necessità di una maggiore attenzione anche perché le tracce dei sentieri si vedono a malapena, ma sono convinto che si sia trattato (almeno per la zona delle Pale di San Martino) di troppo clamore mediatico rispetto per una situazione che in fin dei conti può essere fatta rientrare nella normalità.

La situazione al Pradidali

3 giugno 2019

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