NordEst

Maxi evasione fiscale in agriturismo

Share Button

Le Fiamme gialle hanno scoperto che la proprieta' aveva subito svariate modifiche sia nella compagine sociale che nella denominazione, ed alcuni spazi risultavano locati a compagnie telefoniche per l'installazione di ripetitori di telefonia mobile.

Cosi', nel corso del 2007, la Guardia di Finanza aveva avviato degli accertamenti sui redditi e la contabilita' dell'azienda, anzi delle ditte diverse che facevano, pero', riferimento allo stesso soggetto. I finanzieri hanno scoperto che non erano state presentate tutte le dichiarazioni obbligatorie.

Date indagini sull'attivita' agrituristica, e' emerso anche che l'imprenditore acquistava generi alimentari (non provenienti quindi dai propri fondi rustici) oltre la soglia consentita dalla legge regionale che disciplina la materia.

Per di piu', mancava buona parte delle autorizzazioni previste, tanto da essere in presenza di un normale ristorante, invece che della gestione di un agriturismo vero e proprio, con il conseguente disconoscimento dei benefici fiscali concessi dalla legge. Ma i militari hanno ancor scoperto una fornitissima cantina: il proprietario, che aveva partecipato con i suoi vini ''doc'' e ''igt'' anche a importanti manifestazioni a carattere locale e nazionale ed operava sul mercato on line, non era in regola con la documentazione obbligatoria ai fini della produzione e commercializzazione del prodotto.

L''organizzazione comune di mercato del vino' (questa la dicitura tecnica) e' ormai disciplinata da normativa comunitaria assai severa, recepita dall'Italia con la legge n. 82 del 2006, che prevede l'istituzione di appositi registri, documenti ed una serie di adempimenti per i produttori vitivinicoli, allo scopo precipuo di tutelare la salute dei consumatori e contrastare la sleale concorrenza verso i produttori rispettosi delle regole, nonche' le note frodi e sofisticazioni del settore.

L'intervento che le Fiamme Gialle udinesi hanno realizzato, congiuntamente all'Ispettorato Centrale per il Controllo della Qualita' dei prodotti agroalimentari (dipendente dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali), ha accertato che non vi era certezza sull'origine del prodotto, pertanto piu' di 48.000 litri di vino sono stati sequestrati, per essere poi avviati a distillazione obbligatoria ed essere trasformati in alcool denaturato.

Le circa 500 bottiglie gia' pronte per la messa in vendita sono, invece, state poste sotto sequestro penale, configurandosi il reato di frode in commercio: l'etichetta, infatti, riportava una denominazione ''Igt'' con classificazione del tutto inesistente e completamente inventata dal produttore, tuttavia simile e confondibile con altra esistente , nota e regolarmente sul mercato.

L'attivita' del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Udine ha stroncato una pratica illecita che avrebbe recato grave danno all'immagine del vino italiano, destinato in gran parte ai mercati esteri (Austria in testa), proprio in pregiudizio della rinomata produzione recante la denominazione regolare.

Sul fronte fiscale, i finanzieri, avvalendosi anche dello strumento delle ''indagini finanziarie'', sono riusciti a quantificare complessivamente l'evasione ai fini Irpef in piu' di 820.000 euro di base imponibile, ai fini Iva in quasi 140.000 euro di imposta (il settore della ristorazione, quello vitivinicolo e, piu' in generale, quello agricolo godono di aliquote agevolate), e, infine, in piu' di 930.000 euro di base imponibile Irap. L'imprenditore e' stato, inoltre, denunciato per l'emissione di fatture false e sanzionato per l'utilizzo di lavoratori ''in nero''.

Share Button

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *