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“Maso Agricolo” Trentino, via libera in Consiglio provinciale alla legge per valorizzare le aziende di montagna

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Nelle strutture coinvolte si potrà svolgere anche l’alternanza scuola-lavoro

Trento – Il Consiglio provinciale di Trento ha approvato con 23 voti a favore e 8 di astensione il testo unificato dei disegni di legge 169 e 165 proposti da Graziano Lozzer e Lorenzo Baratter del Patt, per valorizzare i masi agricoli e l’agricoltura di montagna. Il provvedimento è formato da quattro norme che prevedono innanzitutto di riservare la denominazione “maso agricolo” alle aziende di montagna che vogliono promuovere le attività di trasformazione o commercializzazione dei loro prodotti. La denominazione “maso agricolo” potrà essere esposta con un apposito logo, che sarà la Giunta provinciale a definire, esposto all’ingresso e all’interno delle aziende. L’utilizzo abusivo della denominazione “maso agricolo” e del relativo logo per la pubblicità, comporterà per le aziende sanzioni comprese tra 200 e 1.200 euro. Il ddl apre alla stessa opportunità anche le attività agrituristiche, purché possiedano i medesimi requisiti (una particolare ubicazione, caratteristiche storiche, architettoniche, culturali ed etnografiche e si impegnino a trasformare o commercializzare i loro prodotti). Infine il dispositivo stabilisce che per valorizzare l’agricoltura di montagna e favorire l’interscambio e il reciproco arricchimento degli studenti e degli agricoltori trentini, la Provincia promuova percorsi di alternanza scuola-lavoro presso le aziende agricole e zootecniche trentine.

Baratter: queste norme sono un riconoscimento per chi vive e lavora in montagna.

Nella discussione degli articoli, Baratter ha sottolineato la necessità di dare con questa legge un riconoscimento forte nei confronti di chi vive e lavora in montagna ogni giorno. E ha richiamato l’esigenza di promuovere anche iniziative di inclusione sociale riferite a questi territori. Infine ha condiviso la distinzione evocata da Giovanazzi tra il maso trentino e il maso chiuso del Sudtirolo grazie al quale le famiglie sono rimaste nei territori di montagna. In Trentino vi era invece una fortissima parcellizzazione delle proprietà e oggi occorre quindi incentivare oggi il ritorno delle famiglie in montagna.

Bezzi (FI) ha preannunciato il voto a favore di questa legge anche se le montagne si stanno spopolando e non è aggrappandosi alla storia che riusciremo a trattenere i nostri giovani sulle montagne. Leggi come questa servono solo alla minoranza dei trentini che invecchia, mentre anche il Trentino sta cambiando. Fugatti (Lega) ha presentato l’ordine del giorno da lui proposto per impegnare la Giunta a mettere in campo azioni di marketing per “vendere” le varietà autoctone del settore vitivinicolo trentino.

Civettini (CT) ha chiesto se siano legittime le sanzioni previste per chi espone il logo “maso agricolo” che oggi non esiste. Simoni (PT) ha giudicato limitativo l’odg di Fugatti che promuove solo i vini. Meglio sarebbe valorizzare l’intera filiera agroalimentare del Trentino per contrastare lo spopolamento della montagna e sostenere l’impegno dei giovani in questi settori.

Sì all’odg di Fugatti per promuovere sul mercato dei vini dei piccoli produttori trentini. Emendamento di Borgonovo Re per permettere ad altri soggetti di chiamarsi “masi”

Prima del voto l’assemblea legislativa ha dato il via libera allunanimità (32 voti) all’ordine del giorno collegato al testo unificato proposto da Maurizio Fugatti (Lega) che impegna la Giunta ad adottare interventi mirati a promuovere sul mercato italiano e internazionale il settore vitivinicolo trentino dei piccoli produttori locali, puntando alla valorizzazione dell’identità territoriale.

Ritirato invece un altro odg di Fugatti per la valorizzazione dello Yogurt. A Cia che ha chiesto le ragioni del ritiro, Dorigatti ha risposto che lo yogurt è un prodotto industriale estraneo all’agricoltura di montagna alla quale è dedicato il ddl di Lozzer e Baratter. Tuttavia sia Bezzi che lo stesso Fugatti sono intervenuti per lamentare l’assoluta mancanza di promozione sui mercati dello yogurt trentino, che non è mai stato valorizzato, anzi, è stato ritirato dai punti vendita della cooperazione trentina.

Borga (CT) ha motivato il proprio voto di astensione sulla legge, che aggiunge burocrazia a quella già esistente mentre non vi è era affatto bisogno di un’altra normativa per sostenere le imprese agricole trentine.

Borgonovo Re: non si impedisca ad altre aziende di chiamarsi “masi”.

Simoni, favorevole alla legge, ha ricordato che nel Primiero ci sono 3.400 masi e che questa normativa è un primo tassello per la valorizzazione della filiera agricola del Trentino. Non tanto per il km zero, ma perché si tratta di prodotti di qualità che garantisce la sopravvivenza del sistema. “Non è vera l’equazione azineda agricola-prodotto di qualità: occorre che dietro vi sia un lavoro”.

L’articolo 1 è stato approvato con 22 voti favorevoli, 1 contrario (Degasperi dei 5 stelle) e 9 astenuti. Cia (Gruppo misto) ha osservato che questo ddl sembra riflettere situazioni di aziende esistenti e ben identificabili e non certo orientata a favore delle nuove generazioni. Borgonovo Re (Pd) ha presentato un emendamento per permettere a chiunque in futuro di poter utilizzare il termine “maso” pur senza avere le caratteristiche per accedere alla “targa” di maso agricolo prevista dalla legge. Inoltre la topografia dei masi agricoli trentini va collocata in una dimensione storica che dev’essere il museo etnografico di S. Michele ad indicare.

Degasperi: troppa burocrazia.

Degasperi (5 stelle) ha messo in guardia dall’eccesso di adempimenti richiesti alle aziende per accedere al marchio “masi agricoli”, che deve possedere caratteristiche storiche particolarmente difficili da dimostrare. Come fa un maso nuovo a rispettare le “caratteristiche storiche” richieste dalla legge. Bezzi ha rivendicato il diritto di lasciare ai posteri un “maso” che sia tale anche se non agricolo. Fasanelli (Gruppo misto), d’accordo con l’emendamento proposto da Borgonovo Re, ha suggerito Lozzer di ritirare il testo per dargli una sistemata, visto che appare sempre più confuso ed equivoco. Per questo ha preannunciato il proprio voto di astensione al ddl pur condividendone le finalità. Per chiarire la posizione delle minoranze sul ddl, Borga (CT) ha chiesto e ottenuto dal presidente Dorigatti una sospensione dei lavori di 10 minuti.

Secondo Zanon (PT) l’emendamento di Borgonovo Re apre a tutti, offrendo l’opportunità di prevedere che siano “masi” tutte le attività economiche legate al territorio che vogliano chiamarsi così. Non si capisce poi come una struttura nuova possa essere definita storica per diventare “maso agricolo”.

Con voto segreto chiesto dalle minoranze l’emendamento di Borgonovo Re all’articolo 2 ha ottenuto 23 voti favorevoli, 7 astenuti e un contrario. Approvato con voto segreto anche l’articolo 2 con 22 sì, 9 no e un contrario. L’articolo 3 è stato approvto con 23 sì e 8 astenuti come l’articolo 4.

  • In aula a dicembre per Finanziaria PAT, minoranze critiche sul possibile patrocinio al “Gay Pride” – Si è riunita anche la Conferenza dei capigruppo consiliari, riunita dal presidente Bruno Dorigatti. E’ stato approvato l’ordine del giorno della tornata d’aula di dicembre, dedicata all’esame della manovra finanziaria della Provincia per il 2018. La relazione introduttiva del presidente Ugo Rossi è calendarizzata per venerdì 15 dicembre dalle ore 11.00. L’esame dei disegni di legge di stabilità provinciale, per la legge collegata al bilancio e con il testo vero e proprio di bilancio preventivo 2018-2020 sarà sviluppata in 45 ore a partire da lunedì 18 dicembre (ore 10-13, 15-18.30). Martedì 19 e mercoledì 20 l’orario sarà 10-13 e 14.30-19, mentre giovedì 21 si proseguirà fino a conclusione dell’ordine del giorno, con prosecuzione venerdì 22 se necessario. Ha preso la parola Rodolfo Borga (Civica Trentina), esprimendo al presidente
    Dorigatti la netta contrarietà all’ eventuale concessione di un patrocinio del Consiglio al Gay Pride annunciato a Trento nel 2018. Hanno subito condiviso questa preoccupazione i colleghi Maurizio Fugatti, Massimo Fasanelli, Nerio Giovanazzi e Marino Simoni. La richiesta a Dorigatti è di coinvolgere i capigruppo qualora si profilasse anche solo l’ipotesi di un patrocinio.
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